sabato 18 gennaio 2025

Viaggio in Italia

 


Non sono un viaggiatore nell’accezione più nobile e, direi, romantica del termine. E devo dire che non sono viaggiatori, ma solo turisti, anche quelli che oggi fanno in pochi giorni le crociere intorno al mondo e si spostano, a velocità supersonica, da un punto all’altro della Terra, senza alcuna fatica. Diciamocelo: viaggiare è tutt’altra cosa. Viaggiare è un’esperienza di vita che deve modificare e far nascere in chi la vive qualcosa di nuovo. Deve migliorare la persona, non peggiorarla. Viaggiare non è fare un milione di foto, con lo smartphone, dei luoghi visitati in fretta e furia, per mostrarle, poi, agli amici che sono rimasti a casa o postarle sui social.

Nel passato, capitava spesso che uno scrittore partisse per un lungo viaggio – che poteva durare anche degli anni – e, al suo ritorno, raccontasse in un libro ciò che aveva visto, vissuto e provato durante il suo lungo peregrinare. E poi era vivo il Gran Tour, quale esperienza fondamentale di formazione dei rampolli delle antiche e aristocratiche famiglie della ricca Europa. In entrambi i casi, gli interessati sapevano quando partivano ma non quando tornavano. Al mondo d’oggi questi viaggiatori non esistono più: abbondano invece i turisti mordi e fuggi. Non esistono più gli scrittori di viaggi. Abbiamo perso così un modo valido e completo di fare letteratura che va oltre la descrizione dei luoghi visitati e stabilisce un rapporto profondo di conoscenza tra sé e la realtà.

Dicevo che non appartengo a questa categoria eletta di viaggiatori e, forse, per questa ragione sono un cultore della letteratura di viaggio. Il “Viaggio in Italia” di Goethe, “Itinerario italiano” di Corrado Alvaro, “Un viaggio in Italia” di Guido Ceronetti, sono libri che ho amato. Ora sto viaggiando con il “Viaggio in Italia” di Guido Piovene, un libro magnifico di circa 900 pagine, pubblicato da Bompiani. La bellezza di questi libri è che non devi leggerli necessariamente dalla prima all’ultima pagina, non devi seguire una trama, ma li puoi sfogliare anche a caso, intraprendere con l’autore un viaggio e poi fermarti a riflettere. Guido Piovene è stato uno dei grandi scrittori del Novecento italiano e la sua fama è legata proprio a quest’opera monumentale. Indro Montanelli ebbe a scrivere che “un saggio sull’Italia come il suo “Viaggio in Italia” non lo scriverà mai più nessuno”. E aveva ragione! Lo scrittore veneto cominciò il suo viaggio dall’estremo Nord, Bolzano, nel maggio del 1953 e proseguì regione dopo regione, provincia dopo provincia, città dopo città, fino a raggiungere Pantelleria, risalendo poi lo Stivale e fermandosi a Roma nell’ottobre del 1956, dopo 3 anni e 5 mesi: un’impresa senza precedenti. Voleva conoscere l’Italia, gli italiani e, soprattutto, se stesso. Scrive Oreste Del Buono nell’introduzione: “Piovene riesce, come un antropologo, a far emergere dal suo viaggio il carattere nazionale, quello immutabile, che resiste alle mode e ai rovesci della storia”.


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