venerdì 10 gennaio 2025

L'arte del citare

 




Lo ammetto: quando scrivo un post mi piace citare e non mi lascio mai sfuggire l’occasione di prendere a prestito il pensiero di un grande autore. Però, sia ben chiaro: non intendo assolutamente fare sfoggio di cultura. Ritengo di essere la persona meno adatta per questo genere di ostentazione. Sapere che un concetto, da me appena abbozzato in un post, è stato già espresso con belle parole da un autorevole personaggio del mondo della cultura, mi spinge a citare quelle parole in cui mi ritrovo, a sostegno del mio ragionamento. Pertanto, se qualche volta mi scappa una bella citazione, sappiate che – come scriveva Michel de Montaigne – “faccio dire agli altri quello che non posso dire altrettanto bene, sia per insufficienza del mio linguaggio sia per insufficienza del mio sentimento…bisogna che nasconda la mia debolezza sotto quelle grandi autorità”. Quindi è semplicemente un atto di modestia, il mio; è il riconoscimento della superiorità intellettuale dell’autore a cui mi rivolgo, in quel particolare momento, per puntellare la mia traballante e dimessa descrizione.

Michel de Montaigne è l’autore dei “Saggi” (Adelphi - 2 vol. - pag. 1588), una delle opere più belle che siano state mai scritte, da tenere sempre sul comodino. Un’opera che oltre a raccogliere le sue riflessioni sull’esistenza umana, contiene tantissime citazioni prese da quegli autori dell’antichità che il filosofo francese riteneva fossero riusciti ad esprimersi, su certi argomenti,  meglio di lui e con più raffinatezza. Basti pensare che Seneca viene citato 130 volte, mentre Lucrezio - probabilmente il suo autore preferito - la bellezza di 149 volte. Un libro che spinse F. Nietzsche a dire “che un tale uomo abbia scritto, ha accresciuto il nostro piacere di vivere su questa terra”.

E allora, se l’arte del citare è stata usata così diffusamente dal grande filosofo del ‘600, permettetemi di azzardare, di tanto in tanto, qualche appropriata citazione al fine di rafforzare o migliorare una mia debole opinione su una determinata questione. Opinione – la mia – che si presterebbe facilmente a qualsiasi critica, anche la più feroce, e che riscuoterebbe davvero scarso successo se, in certe specifiche occasioni, non fosse supportata da un riferimento letterario di un grande pensatore. E poi – lasciatemelo dire – posto che io scriva un pensiero rinforzato da una citazione – immaginiamo di Montaigne – il cui contenuto non dovesse incontrare l’apprezzamento di chi legge, ebbene costui anziché criticare me (e sarebbe fin troppo facile), dovrebbe avere doti culturali davvero straordinarie per mettere in discussione il pensiero del filosofo francese. Insomma, la citazione colta si rivela essere anche un mezzo per far valere la propria idea e sentirsi più convincenti, sostenuti e protetti dal pensiero, a volte inattaccabile, di chi è diventato immortale proprio grazie al suo pensiero.

I libri migliori sono fonti inesauribili di citazioni. Non riuscirei a leggere se non avessi tra le mani una matita con la quale sottolineare quelle frasi, quelle parole, quei pensieri che più mi lasciano ammirato ed in cui ritrovo me stesso. In una sua lettera a Lucilio, Seneca scriveva: “dopo aver letto molto, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel giorno. Anch’io faccio così: del molto che leggo, prendo sempre qualcosa…”. Si può non essere d’accordo con il grande filosofo dell’antica Roma?


12 commenti:

  1. No, non si può. Sono affezionata alle citazioni. Pensa che non solo sottolineo, ma trascrivo anche su un quadernetto dedicato ogni frase, ogni parola, ogni periodo che faccio mio durante una data lettura. Poi, di tanto in tanto, vado a pescare quella chicca conservata. Purtroppo ho un limite di cui mi dispiaccio: non so fare citazioni a memoria. Le ricordo male o non le ricordo affatto. Avere un taccuino è consolatorio :)

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    1. Faccio anch'io così: non solo mi limito a sottolineare quando leggo, ma "prendo sempre qualcosa" come mi suggerisce Seneca. E' un ottimo esercizio. Grazie Marina.

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  2. Tu utilizzi due tipi di citazioni, a seconda del tipo di brano che stai presentando: se stai recensendo un romanzo riporti da questo uno o due stralci che per chi legge sono davvero illuminanti sulle caratteristiche del libro. Se invece stai esponendo delle tue idee, ecco che citi, a tuo sostegno, il pensiero di qualche classico e anche in questo caso la sua utilità è palese.
    Quindi continua così che le tue citazioni vengono sempre a fagiolo!
    Ciao Pino
    massimolegnani

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    1. E' proprio così. In fondo - mio caro massimo - per dirla con le parole del tuo conterraneo Cesare Pavese, noi quando leggiamo, ma anche quando scriviamo "non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi". Grazie per il tuo apprezzamento.

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  3. Leggendoti mi è venuto in mente un'altra arte, decisamente meno nobile, quella del "non citare", dell'appropriarsi indebitamente di frasi, idee, interi concetti.
    Il citare prendendo spunto, farsi sollecitare da intere letterature esponendo nuovi punti di vista, è doveroso omaggio e fonte di illustrazione spesso quasi necessaria, ti siamo dunque grati per l'arricchimento che profondi, e l'humus che diffondi, con nostro indiscusso piacere.

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    1. Io credo che la Rete sia piena di "ladri di parole". Comunque, ti sono grato per l'apprezzamento: la citazione arricchisce uno scritto, è la ciliegina sulla torta per chi ama la scrittura. Ciao Franco

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  4. Purché si citi sempre con la dovuta metodologia.

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  5. Va bene citare. Il difficile però è ricordarsi della citazione.
    Fra.

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    1. Quando leggo ho l'abitudine di sottolineare ciò che più mi colpisce: una parola, una frase, un pensiero. Citazioni, queste, che spesso utilizzo a sostegno dei miei scritti. Certo, non avendo una memoria straordinaria, non posso utilizzarle in ogni occasione. Però, a volte, ricordo l'autore che ha scritto quell'aforisma che fa al mio caso, e allora vado a cercarlo nel libro. Naturalmente questo richiede impegno e tempo. Ed io ce l'ho, perchè non ho alcuna fretta. Senza contare, poi, che questa ricerca, se da un lato permette di arricchire il mio post con il pensiero prezioso di un maestro, dall'altro mi fa ritornare su certe letture dimenticate dal tempo.

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  6. Anch'io amo citare. La citazione ha tutte le caratteristiche che hai descritto. Nel citare non ho mai visto uno sfoggio di cultura (se lo si percepisce così il problema è in chi esprime questo tipo di giudizio a mio parere), semmai dare risalto a parole perfette, che rafforzano una posizione o la confermano o la svelano. Il problema oggi è che orde di imbecilli (per citare Eco) si arrogano il diritto di contestare anche il più fine dicitore del passato.

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    1. Grazie Luz per le tue parole. Purtroppo oggi gli imbecilli abbondano...ma lasciamoli dire.

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