Siamo inondati di cattive notizie,
sempre più drammatiche e angosciose. In particolare, i media danno grande
risalto ai fatti di sangue e continuano a proporre giorno dopo giorno – con dovizia
di particolari a volte scabrosi – storie di dolori e di tragedie familiari. E’
un modo di fare informazione, questo, che non mi piace. Sottoscrivo, qui di
seguito, l’articolo di Nanni Delbecchi apparso oggi su “Il fatto quotidiano”:
“Oltre ad aggiungersi alla
terribile serie di donne uccise dai loro stalker, l’omicidio di Giulia
Cecchettin passerà alla storia della TV, in particolare dell’informazione
televisiva. Mai era accaduto che un singolo delitto diventasse la prima notizia
del giorno, quasi l’unica, d’un tratto tutte le testate mutate in un coro di
prefiche. Dal Pensiero Unico all’Epicedio Unico. Lunedì sera si è occupato dell’omicidio
Cecchettin più di un terzo dell’intero del Tg1, oltre 12 minuti; ancora più
lunga la durata del Tg5, circa la metà del notiziario. Pare che al mondo accada
anche altro, ma sono quisquilie: le trattative sugli ostaggi a Gaza valgono una
manciata di secondi, ancora meno quelli dedicati al conflitto ucraino (Zelensky
chi?). In compenso su Giulia nulla è trascurato dai potenti mezzi del tg.
Nugoli di microfoni assediano il procuratore di Venezia: si vuol sapere in
diretta quali capi d’imputazione, quanti giorni, minuti e secondi ci vorranno
per l’estradizione di Filippo (fermate le rotative). Un inviato del Tg1 è
spedito nottetempo davanti al carcere di Halle: “Vedete, Turetta ha passato qui
la sua seconda notte” (rifermate le rotative). Il Tg5 raduna alcuni psicologi
da salotto che ci spiegano tutto dell’assassino: “Non é un raptus, questi gesti
si premeditano”; “Filippo voleva tornare con Giulia, ma era anche invidioso dei
suoi studi” (Bloccate definitivamente le rotative). Poi, i volti rigati di
lacrime, le ispezioni cadaveriche, il censimento delle coltellate…il trionfo
della cronaca nera sull’informazione, grande classico di ogni regime, con i
suoi manti funebri a coprire ogni accadimento. E la tv del dolore spacciata per
notizia, la merce più ghiotta per lo share che per la prima volta esonda
da ballatoi pomeridiani e presidia i tg. E vai con l’indotto del dolore:
politici e opinionisti pronti a offrire il loro profilo migliore per aprire il
dibattito sul patriarcato, sul satanismo, sulla cultura dello stupro. La morte
sarà di destra o di sinistra? Ci siamo dimenticati di domandarlo a Gaber, ma l’impressione
è che tenda al campo largo”.
Nanni Delbecchi