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lunedì 4 gennaio 2021

Buongiorno tristezza


 


Quando Françoise Sagan pubblicò – a soli 19 anni – il suo romanzo di esordio “Bonjour tristesse” correva l’anno 1954 ed io avevo due anni. Il libro divenne subito un caso letterario con milioni di copie vendute in tutto il mondo, forse anche a seguito della censura disposta dalla Chiesa. Lo lessi verso i 18/20 anni, a cavallo del ’68. Da allora - erano gli anni della contestazione giovanile che il libro, sotto certi aspetti, anticipava – è passato mezzo secolo. A pensarci bene, oggi, mi vengono i brividi!

L’ho riletto con piacere in questi giorni di feste e di confinamento. E’ la stessa edizione del 1971 edita da Longanesi, meravigliosamente invecchiata e ingiallita, nella sua mitica veste de “i super pocket” al prezzo di 450 lire. Il libro se ne stava quasi nascosto su un ripiano della mia libreria, impilato tra “Le confessioni” di Rousseau e “La nausea” di Sartre; l’ho preso tra le mani con delicatezza, accarezzando con lo sguardo l'insolita copertina; mi è giunto immediato quel profumo vanigliato di carta antica che nessun supporto informatico può dare; l’ho aperto a caso, a pagina 27, dove ho letto queste parole sottolineate a matita: “Credo che la maggior parte dei miei piaceri di allora io li dovessi al danaro: il piacere di andare in macchina a gran velocità, di comprare dischi, fiori, libri. Non ho vergogna nemmeno ora di quei piaceri facili, d’altronde li chiamo facili soltanto perché ho sentito dire che lo erano. Rimpiangerei, rinnegherei più facilmente i miei dolori o le mie crisi mistiche. Il gusto del piacere, della felicità, rappresenta il solo lato coerente del mio carattere”. Sono le parole della voce narrante del romanzo, una ragazzina di 17 anni, Cecilia, che racconta in maniera semplice e diretta la sua voglia di vivere la sua vita spericolata, la sua voglia di libertà, la sua voglia di infrangere le regole e le convenzioni sociali. Una ragazzina che alla compagnia dei suoi coetanei preferiva gli amici di suo padre, suo complice, “uomini sui quarant’anni che mi parlavano con cortesia, teneramente, trattandomi con una dolcezza da padre e da amante”. Non si ha alcuna difficoltà nel collegare questa figura ribelle e “maledetta” alla scrittrice francese, icona del disordine esistenziale e dell’anticonformismo, la quale scandalizzò la società benpensante del suo tempo con il suo stile di vita sconsiderato e distruttivo e con i suoi amori trasgressivi.

Un vecchio libro si rilegge perché ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria; e forse si rilegge per ritornare indietro nel tempo, in quel tempo della spensieratezza giovanile e dell’imprudenza. E perché no: si rilegge per assaporare quel gusto agrodolce del tempo che passa in fretta e se ne va. E mentre noi lettori invecchiamo leggendo, i libri belli – tranne le copertine - non invecchiano mai. “Bonjour tristesse” è uno di quelli: un libro “scandaloso” dalla sensualità sfumata, che non cade mai nella volgarità come uno potrebbe pensare, velato di leggera malinconia. Un libro che non si dimentica.

22 commenti:

  1. "mi è giunto immediato quel profumo vanigliato di carta antica che nessun supporto informatico può dare"..mi piace molto questo passaggio che esprime limpidamente un sentire che è anche mio.
    bellissimo il romanzo della Sagan che poi non si è più espressa con tale intensità. La freschezza dell'opera prima spesso non viene più replicata.
    ml

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    1. Grazie Carlo. Ricordo bene che in un tuo recente post anche tu hai menzionato quell'odore di carta e quel colore ingiallito e consumato dal tempo e dagli occhi di chi legge. Si, bello il libro della Sagan, e devo dire che a distanza di anni l'ho apprezzato ancor di più. Ciao

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  2. Mi è venuta voglia di leggerlo. Ciao Pino.

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    1. ...poi mi farai sapere. Ciao Ettore, buona giornata

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  3. Riesci ad entrare fisicamente e in punta di piedi nel libro di cui parli, o meglio, ti racconti attraverso il racconto di un libro. Bravo! Francesco

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    1. Grazie, Francesco. I libri parlano di noi. Io spesso mi ritrovo tra le righe dei libri che leggo. E non mi stancherò mai di dire: siamo quel che leggiamo! Un saluto

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  4. E' una magia complessa quella che hai ben descritto.
    C'è il cartaceo, il suo profumo, il suono delle pagine che frusciano, il loro colore.
    C'è il testo, il suo valore letterario, la sintassi, le parole...la punteggiatura.
    C'è il ricordo! L'atmosfera che hai vissuto e che il libro ti ha richiamato in un attimo ( come la musica).
    Devo dire che c'è anche il modo in cui si sa scrivere un post! Chissà forse questo è qualcosa che non trovi sul cartaceo. Ma è l'unica.

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    1. Che dirti, Enzo: un grazie di cuore per l'apprezzamento e per le tue generose parole. Un caro saluto

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  5. Beh ma il tuo "libro virtuale" rispecchia molto quella copertina e le sue pagine ingiallite...l'odore lo sostituisce comunque in parte la tua stessa essenza .

    Penso che il modo in cui ci poniamo verso un libro ,verso i post di un blog ,rivelano la capacità individuale e il desiderio di meravigliarsi assumendo un atteggiamento di apertura verso il mondo ,verso la vita stessa ...che poi magari è racchiusa certamente anche in quel libro e alle sensazioni che ci evoca...

    Ti stavo quasi proponendo una sorta di esperimento nel "recensire"un libro che non è di tuo gusto e se tu riuscissi a far demordere il lettore con la stessa capacità di coinvolgimento nella curiosità di leggerlo come in questo post:)

    Ma peccato che conosco già l'esito di questo esperimento, perché mi son letta molte pagine (post)di questo tuo libro virtuale (blog)...e perfino Fabio Volo e la Littizzetto hanno avuto un trattamento di "riguardo"...

    In poche parole il tuo spirito lo percepisco come quello più vicino al giusto , all'equilibrato .


    E se ne vedono di belle in questi libri virtuali dove spesso ne esce un mal di vivere inquietante... chissà quale senso darebbe oggi alla felicità una diciassettenne ...se non un conformismo piegato su uno schermo ,con selfie e like che rimpiazzano il senso di vuoto con quello della felicità...

    Buona serata


    L.

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    1. Diceva Seneca che dobbiamo leggere sempre i migliori autori e se qualche volta decidiamo di passare ad altri, dobbiamo poi avere l’accortezza di ritornare ai primi. Fabio Volo e Lucianina Littizzetto – tanto per fare qualche nome – sono i migliori? Per me no, per qualcun altro si. Infatti vendono decine di migliaia di copie, più di tanti altri scrittori famosi: vuol dire che piacciono. De gustibus…..
      Mi viene da pensare che certe volte ci sarebbe più gusto nel leggere i brutti libri anziché i migliori: vuoi mettere il piacere che si prova stroncandoli? Di fronte a certi testi mediocri non puoi non sentirti superiore. Prova, invece, a stroncare un Proust…ti rendi ridicolo. E’ come voler battere Bolt nei cento metri piani. Può non piacerti, Proust, ma la sua immensa opera letteraria ti annienta, ti ammutolisce. Quindi meglio tacere e accettare la sconfitta. Parlare male dei libri di Fabio Volo, invece, è troppo facile: è come sparare sulla Croce Rossa. E’ pur vero, però, che io cerco sempre di scovare qualcosa di piacevole e di positivo anche nel libro più brutto che mi dovesse capitare di leggere. Basta una bella frase, un aforisma azzeccato, un’illuminazione letteraria, ed ecco che per me il libro è salvato. Certo, trovare un’illuminazione in un libro della Lucianina credo che sia un’impresa davvero titanica.
      Le diciassettenni e la felicità? Se leggessero, non dico il libro della Sagan, ma quelli della Lucianina, forse alzerebbero ogni tanto la testa da quello schermo che si portano appresso. Buona serata a te

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    2. ...e come sempre riesci ad andare dritto al "cuore",del discorso ,della persona,di un libro e di tanto altro ancora.Non nascondo che il tuo commento mi ha anche fatto sorridere ,che non è affatto negativo.

      Poi io stessa sono stata motivata ,proprio attraverso questo tuo spazio,ad approfondire Cesare Pavese e tu a consigliarmi ,con quel garbo che ti contraddistingue ,da dove partire,non a caso ho proprio tra le mani questa bellissima collezione di poesie.E visto la data del libro che riporti nel post , farò un giro nella biblioteca del mio centro ,anche perché ho un tesserino che piange un po' l'assenza della mia firma:)

      La cultura è cibo spirituale per me forse anche perché mi son ritrovata affamata guardando il "cibo"sui banchetti degli altri e non potermi saziare per mancanza di strumenti...e il business dietro la vendita di quei libri di personaggi politici e da spettacolo televisivo potrebbero rappresentare un "insulto" alla qualità della cultura celata dietro e dentro la quantità per fame di denaro!Ma penso che da qualche parte abbiamo approfondito questo tema,e ribadisco nemmeno in queste circostanze ti sei Mai "scomposto" nel linguaggio,hai sempre espresso il tuo garbo.La cultura vera ,sana ,genera sana e vera curiosità,pianta semi in terreni che hanno il solo requisito di predisposizione nel terreno .


      Buona festività a te e a tutti.


      L.

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    3. Grazie, Linda, per le parole di apprezzamento. Fa sempre piacere sapere che c'è qualcuno che si ritrova in questo mio "spazio", che poi diventa anche lo spazio di chi lo segue. Quel pizzico buono di narcisismo che sta in ognuno di noi viene, così, messo a tacere.
      La lettura dei libri di Pavese risale ai tempi del liceo e, da allora, non l'ho più abbandonato. Spesso lo rileggo e sempre con lo stesso interesse. Le sue poesie in prosa sono molto belle ed intense: leggerne una ogni tanto non può che far bene allo spirito.
      Buone festività...finite anche a te. :)

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    4. Pavese è una drammatica, lucida meraviglia, non puoi leggere Pavese senza esserne trasformato ( a proposito della Littizzetto & co). Io ho letto quasi tutto ma consiglierei a L. di assaporare il MESTIERE DI VIVERE (citato da De Gregori in Alice)LA CASA IN COLLINA, LA LUNA E I FALO', LAVORARE STANCA e la raccolta VERRA' LA MORTE E AVRA' I TUOI OCCHI che lessi a 17 anni e impiegai 3 mesi a digerire.

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    5. Caro Enzo, i libri menzionati li ho "assaporati" (non potevi usare un termine più appropriato!) tutti. E continuo a rileggerli. Io credo che L. prenderà nota...Ciao

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    6. Ringrazio Enzorasi per i suoi consigli e tra quelli citati ho dato inizio alle letture di Pavese proprio con Lavorare Stanca sotto consiglio di Pino .


      Accetto volentieri questo genere di consigli , prendo nota e ringrazio di cuore.Ho un bel po' di libri in attesa ,tra i quali "guerra e pace "di Tolstoj,bel librone:).


      L.

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    7. Guerra e pace...si, è proprio "un bel librone". Non l'ho ancora letto, evidentemente non è arrivato il suo momento. Ciao L.

      P.S. - Ti invito a fare una visita al blog di Franco Battaglia che si chiama "Postodibloggo" ed in particolare ai commenti del suo ultimo post "Blog sharing": c'è una piacevole sorpresa per te. Ciao L. e buona giornata

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    8. Una piacevole e gradita sorpresa su cui altro non posso che ringraziarti di cuore per le parole espresse ...parole che convalidano una reciproca stima e che quindi sai bene che anche io ho verso te e verso quel senso di "saggezza" che ti caratterizza come persona che sa leggere,ascoltare e riconoscere i passi altrui attraverso le parole e contemporaneamente riesce a farsi seguire ,ascoltare da altri con le "orme dei suoi passi"...delle sue/tue parole .Grazie!

      Conosco il blog citato e la posizione del blogger e non potendo commentare e quindi "dare" mi ritrovo nel ribaltamento del do ut deus.Non do affinché tu dia a tua volta ,ma incasso comunque attraverso la lettura dei suoi post (utili per me )e di cui lui stesso si priva di "ricevere" un mio commento:)

      Credo che in fondo ognuno stia rispettando ciò che sente...


      Buona giornata e ancora Grazie per il piacevole intervento...


      L.

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    9. Mi riferivo soprattutto alle parole di Riky Giannini..."La mitica L." :) Ciao e buona giornata a te

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    10. ...e ti ringrazio per la precisazione ...ecco lui rientra non nel do ut deus(dio)... ma in un concetto di bellezza e amore molto ampio ,una sorta di dono che è uscito allo scoperto di cui mi sono trovata "spettatrice" e un po "sostenitrice"...Ma questo penso lo sappia.

      Torno a ringraziare te ,lui e tutte le persone che ho incrociato in rete ,anche quelle meno affini a me ...anzi da queste ultime ho avuto modo di evolvere uleriormente il mio lato spirituale.

      Chiedo scusa per questo OT(?) si dice così in senso tecnologico?...:)


      Buon fine settimana...


      L.

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    11. E' un linguaggio, questo tecnologico, che non mi appartiene e non lo capisco. Meglio scrivere "fuori tema"...:). Ciao Linda e buona domenica

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  6. Risposte
    1. Non so se viene ancora pubblicato...altrimenti lo puoi trovare in qualche mercatino dell'usato

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