Capita
raramente di leggere un libro dai toni così delicati e poetici, velato di sottile
malinconia che solo certi testi dal sapore antico sanno trasmettere al lettore:
“Estate al lago” – questo il titolo -
scritto da Alberto Vigevani, uno scrittore milanese poco noto al grande
pubblico, che meriterebbe tutt’altra considerazione. Pubblicato oltre mezzo
secolo fa, con una prosa che sotto certi aspetti intenerisce e commuove, il
romanzo esplora il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di un quattordicenne,
figlio di una ricca famiglia della borghesia milanese degli anni ’50. Giacomo, il
protagonista, è un ragazzino dall’indole solitaria e scontrosa, incline
alla “tristezza contemplativa”, timido ed impacciato, a volte
indolente, al quale non dispiace stare da solo ad osservare e fantasticare.
Alla compagnia chiassosa degli amici nei giardini della città in cui vive (la
Milano industriale dei navigli tra paesaggi di nebbie e di palazzi grigi),
preferisce i romanzi di Salgari e Verne e aspetta con viva
trepidazione l’estate, che per lui rappresenta una sorta di
risveglio dal lungo letargo invernale, l’unico momento felice e spensierato
della sua vita.
E quell’estate trascorsa sul lago (ci troviamo a Menaggio, sul lago di Como) alla soglia dei suoi 15 anni - un’età molto complicata in cui non si è più bambini ma non si è nemmeno adulti - così diversa da tutte le estati precedenti passate con la famiglia sempre in una località di mare, sarà vissuta dal protagonista non solo come una novità assoluta, ma anche come la sua ultima stagione da bambino, foriera di stravolgimenti psico-fisici, che preludono alla maggiore età. Confusamente diviso tra l’amicizia per Andrew, un bambino gracile e malato più piccolo di lui, e l’amore/attrazione per la bella e bionda madre del suo compagno di giochi, ci fa partecipi delle sue inquietudini, delle sue paure, dei suoi turbamenti adolescenziali.
Con questo romanzo, l’autore scruta l’età dell’innocenza in cui subentrano sentimenti nuovi, mai sperimentati prima, come l’amicizia, la seduzione e l’amore: ma sono sentimenti ancora incerti, nebulosi, sfumati, senza contorni precisi, tipici di quell’età, che procurano sofferenze piuttosto che piaceri, dubbi anziché certezze. Sono impulsi appena sbozzati, stordimenti di un istante che a un ragazzo molto sensibile creano apprensione. Alberto Vigevani, attraverso la sua scrittura gradevole – davvero rara di questi tempi - ci racconta l’amore muto e platonico di un adolescente, costellato di silenzi e contemplazione, ci dipinge con maestria la storia di una struggente educazione sentimentale.
la trama esile mi fa pensare che il romanzo sia tutto giocato sugli stati d'animo del protagonista e sulle atmosfere rarefatte del lago.
RispondiEliminanon conosco l'autore, ma da come ne parli, deve essere una buona lettura.
massimolegnani
Si, una buona lettura...te lo consiglio, Carlo. Ciao
EliminaMolto interessante. Provo a vedere se riesco a reperirlo.
RispondiEliminaSellerio è una casa editrice molto seria, non corre dietro ai libri delle star dello spettacolo. Quindi dovresti trovarlo.
EliminaPrendo sicuramente nota.
RispondiEliminaOK!
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