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mercoledì 23 dicembre 2020

Scrivere sul blog

 


Le relazioni mediate dalla tecnologia sono ormai diventate dominanti nella vita di ognuno di noi. Possiamo trascorrere giorni e giorni senza mai intrattenere alcun rapporto interpersonale de visu, senza mai guardare in faccia il nostro interlocutore, pur comunicando con qualcuno. In certi contesti il corpo – che ha un proprio linguaggio e riesce a trasmettere i sentimenti che viviamo in quel determinato momento - sembra scomparso, sostituito dalla sola parola, che ha preso sempre più spazio da quando esistono i telefonini. Basta guardarsi in giro: tutti parlano da soli, anche ad alta voce, collegati con un altrove indefinito, incuranti degli altri che stanno accanto. Ma il corpo scompare anche in altre circostanze, ovvero quando lascia spazio alla scrittura (posta elettronica, facebook, whatsApp, blog e chi più ne ha più ne metta) il cui contenuto, di sicuro, non è paragonabile alla ricchezza di quei carteggi e di quella corrispondenza che hanno fatto letteratura a partire dal Settecento.

Da alcuni anni - scrivendo su questo blog – anch’io intrattengo indirettamente e virtualmente “relazioni” con chi ha la bontà di leggere i miei post, e questo avviene non solo con chi vi lascia un commento, ma anche con coloro che passano da queste parti fugacemente e poi spariscono, per non farvi mai più ritorno. Devo dire che le poche persone che mi leggono assiduamente (si contano sulle dita di una mano…ma mi bastano) e con cui scambio parole e riflessioni, hanno ormai assunto caratteristiche di familiarità e di amicizia, fanno parte del mio quotidiano. E quando loro non vengono da me, ricambio la visita: vado io a cercarle nei loro blog pur non sapendo nulla della loro vita, tranne quelle poche cose personali che si riescono a cogliere durante “l’incontro”. Lo confesso: mi rattristerei se un giorno non dovessi più vedere sul mio post quell’account…quel nome…quell’Anonimo, con cui i diretti interessati lasciano tracce del loro passaggio, il cui bisogno di comunicare e di essere letti credo sia pari al mio, checché ne dicano quelli che scrivono solo per se stessi. Sentirei la mancanza di quelle persone che, senza averle mai viste realmente, “conosco” da tanto tempo. Ogni tanto qualcuno mi abbandona, non mi legge più, così apparentemente senza motivo: chissà, forse ho deluso le sue attese, si è stancato di me, oppure quell’affinità nata casualmente tra di noi si è semplicemente spenta. La relazione allora svanisce, come una bolla di sapone. A volte ho come l’impressione che dall’altra parte non ci sia nessuno, che la persona con cui sono in contatto non abbia un corpo, tant’è che mi viene da pensare che la mia relazione con lui/lei - più che virtuale, come solitamente si dice - sia puramente spirituale. Di lui o di lei esiste esclusivamente la parola scritta, non il linguaggio del corpo, anche se qualcuno dissemina la scrittura di “faccine” per simulare un sorriso, un sentimento, un saluto. Ci diamo del tu fin dal primo momento, come vecchi amici, a volte ci prendiamo la libertà di qualche confidenza, esprimiamo liberamente le nostre opinioni. Addirittura, entriamo con delicatezza finanche nelle nostre vite private. E poi ci rallegriamo quando le idee che comunichiamo collimano. Non mi è mai capitato di “litigare” con qualcuno, non metto filtri di nessun genere, non ho mai cancellato commenti, anche perché noi siamo quel che scriviamo e ognuno è responsabile delle proprie parole. Le parole ci identificano. Sono il riflesso della nostra anima.

E già, scriviamo! In un mondo in cui le parole davvero si sprecano e nonostante sia già stato scritto tutto ciò che c’era da scrivere, ci proviamo ancora a lasciare un segno sulla carta e, ora, anche nell’immensità della rete. Scriviamo, forse, per avere consapevolezza di essere intelligenti in un mondo di mediocri; e scriviamo per alleviare il dolore o per confessarci. E perché no: scriviamo per non morire, per rallentare il tempo, per viaggiare senza partire. Scriviamo per tornare indietro nel tempo, ed io con i miei post lo faccio frequentemente. E poi scriviamo per fuggire in un mondo migliore, che a volte è quello dell’immaginazione, ma scriviamo anche per liberarci dalla malinconia sperando che quel messaggio, quel pensiero, quella richiesta di consenso, quel commento, insomma quella riflessione venga – anche solo momentaneamente – raccolta da qualcuno e poi lasciata. E devo dire che in una situazione difficile come questa che stiamo vivendo, in cui è sconsigliata la fisicità e la vicinanza dei corpi, la parola e la scrittura diventano fondamentali per accorciare quel distanziamento sociale che ci viene imposto e per alleviare la solitudine e la tristezza del momento.

Auguro un sereno Natale agli abituali frequentatori del mio blog (sono sicuro che si faranno vivi anche in questa occasione) e a tutti coloro che, almeno per una volta, si ritrovano per caso a passare da queste parti.

26 commenti:

  1. Chiarezza, equilibrio, intelligenza, apertura nei confronti dell'altro, delicatezza e cultura sono le prime parole che mi vengono in mente in riferimento al tuo modo di scrivere.
    La tua fenomenologia dei social e dei blog in particolare è molto interessante e condivisibile.
    Siamo tutti diversi, ciascuno scrive un blog per i suoi motivi. La mia motivazione conscia è stata fin dall'inizio comunicare a chi può essere interessato cosa ho capito delle difficoltà esistenziali degli uomini attraverso più di 30 anni di lavoro quotidiano. Mi sembrava egoistico tenere per me tutto quello che avevo imparato dalle centinaia di relazioni che ho avuto negli anni coi miei pazienti. Mi premeva raccontare questo, più di ciò che ho imparato fuori dallo studio, perchè nel mio lavoro io ho avuto il privilegio sommo di raccogliere le confidenze intime, le verità esistenziali che quasi sempre non vengono raccontate a nessuno e trovo che siano veramente un ricco tesoro.
    Poi è ovvio che un po' di narcisismo ci sia nel vedere che qualcuno ti legge e ti apprezza, ma nel tempo ho imparato che esistono due tipi di narcisismo, uno negativo che vuole strumentalizzare, usare gli altri per il proprio piacere, e uno positivo, che si serve di ciò di cui si è fatta esperienza per donare qualcosa agli altri senza pretendere nulla in cambio se non l' eventuale apprezzamento.
    Quanto alla sostanza del tuo discorso, che il contatto de visu sia più ricco di quello virtuale sono assolutamente d'accordo, ma mi sono abituato a pensare che in ogni situazione bisogna cercare di valorizzare le potenzialità di ciò che si ha a disposizione. Quindi lo scambio di scritti può arrivare anche a chiedere di vedersi, di incontrarsi di persona, se lo si desidera. Perchè non lo facciamo? E quali motivazioni potremmo avere per farlo? Tante e disparate.
    Tu od io potremmo chiedere ai commentatori più frequenti di incontrarci, qualcuno lo ha anche fatto, magari perchè si sentiva solo. Ma, anche per motivazioni non legate a bisogni impellenti, ne abbiamo voglia? Forse i ragazzi si, e infatti prima si scrivono e poi si vedono o viceversa, ma noi di una certa età che abbiamo una vita strutturata e piena di tante cose, ce ne stiamo qui comodamente seduti a dialogare con altri e forse ci basta così. Quello che voglio dire è che forse il problema non è solo nei mezzi tecnologici, è anche nella voglia che noi abbiamo di utilizzarli in un certo modo piuttosto che in un altro.
    Ad esempio, se tu abitassi vicino a me non avrei problemi, in tempi extraCovid, a incontrarti per fare due chiacchiere magari davanti a un piatto di tortellini, ma già l'idea di prendere il treno o l'auto per fare duecento chilometri mi sfinisce, come per tante altre cose. Ma la domanda è sempre: perchè uno non lo chiede ad un altro? e secondo me dietro ci possono essere molte motivazioni diverse.

    Scusa la lunghezza.
    Ti auguro Buone Feste!

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    1. Caro Giorgio, innanzitutto grazie per le tue belle parole di apprezzamento e grazie per la tua condivisibile ed esauriente riflessione. Mi viene da dire che è proprio questo che cerchiamo quando scriviamo: gli apprezzamenti di chi ci legge per soddisfare quel pizzico di narcisismo “positivo” che alberga in ognuno di noi. Devo dire, poi, che nessuno meglio di te poteva scrivere parole più appropriate per un tema così attuale come i rapporti interpersonali mediati dalla tecnologia.
      Perché “non incontrarsi di persona, se lo si desidera” - ti chiedi – “perché non lo facciamo?”. Bella domanda! Io credo che incontrarsi in un blog non è come incontrarsi in uno scompartimento di un treno durante un viaggio. Potrei dire che nel primo caso siamo attratti dalle parole, e solo dalle parole, nel secondo, invece, subentra il linguaggio del corpo: l’educazione, i modi garbati, la simpatia, l’eleganza, il modo di parlare ecc. ecc., caratteristiche queste che possono essere fondamentali e decisive, più delle stesse parole, per un eventuale prosieguo della relazione. Io non ho detto che “il contatto de visu sia più ricco di quello virtuale”: ho solo cercato di analizzare una situazione di fatto. Sono d’accordo con te quando scrivi “che in ogni situazione bisogna cercare di valorizzare le potenzialità di ciò che si ha a disposizione”. E in un blog abbiamo a disposizione le parole scritte, che hanno una indubbia seduzione. A volte, quando comunichiamo verbalmente, siamo un po’ “stupidi”, quando invece scriviamo, ci sforziamo di essere più intelligenti, siamo molto più attenti a studiare le parole, a limarle, a trovare quelle che meglio si adattano alla discussione. La comunicazione verbale è rapida, quella invece che avviene attraverso la scrittura è più meditata, più elaborata. Può anche succedere che con le sole parole scritte ci facciamo una certa idea della persona che scrive, idea che potrebbe venire delusa qualora ci trovassimo in sua presenza. Io sono dell’avviso che mantenere distinte le due situazioni sia la cosa più saggia. Con questo non voglio dire, naturalmente, che io non accetterei di prendere un caffè con te e fare quattro chiacchiere.

      In un bel libro scritto qualche anno fa dallo scrittore israeliano David Grossman che si intitola “Che tu sia per me il coltello” il protagonista intrattiene un profondo e intenso rapporto epistolare – libero da qualsiasi vincolo affettivo – con una donna sconosciuta, una sorta di viaggio immaginario con una compagna reale. Tra i due si crea un mondo privato che li porta a scoprire l’importanza dell’immaginazione nei rapporti umani e la sensualità e la bellezza delle parole. A lungo andare quel rapporto virtuale diventa una sorta di “coltello” che fruga dentro la loro anima. Si trovano, allora, di fronte ad un interrogativo: accontentarsi per sempre di quel viaggio immaginario fatto di sole parole, oppure incontrarsi per guardarsi finalmente negli occhi, stringersi le mani, parlarsi. Il protagonista si convince, alla fine, che se si fossero incontrati di persona, faccia a faccia, non sarebbero riusciti a conoscersi nel modo migliore in cui si conoscono. Lui probabilmente si sarebbe sentito obbligato a sedurla, magari in maniera anche rozza, come se fosse una merce in vendita. E chissà quante cose non avrebbero mai saputo dirsi.
      Buone feste anche a te e buone feste alla tua “famiglia allargata”, fatta di uomini e donne che si rivolgono a te per un aiuto e per sbrogliare i nodi di quella matassa che è la vita umana.

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    2. Hai perfettamente ragione nel dire che è meglio mantenere distinta la realtà del blog da quella dell'incontro fisico. Mi hai fatto venire in mente Baricco che nel suo ultimo libro "The Game" ricorda che dobbiamo insegnare ai ragazzi che mondo "virtuale" e mondo fisico sono due realtà diverse e che è necessario imparare a entrare e a uscire da entrambe senza confonderle, sovrapporle o scambiare l'una per l'altra. Il tema allora diventa: che senso ha per me il mondo dei social? E quello fisico? Come vivo in ciascuno dei due? E qui, ovviamente, ciascuno avrà le proprie risposte.

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    3. Si, sono due realtà diverse, mai confonderle: Baricco ha perfettamente ragione. Purtroppo spesso i ragazzi fanno confusione e allora i social diventano pericolosi e fuorvianti.

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  2. Buone feste, Pino. Ogni tanto passo di qui e ti leggo sempre volentieri. Perché scriviamo? Forse per non morire, come hai ipotizzato tu, e forse anche in ossequio alla componente narcisistica che è in ognuno di noi. O forse tutte queste cose insieme, chissà...

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    1. Grazie Andrea per il pensiero e Buon Natale e Buon Anno anche a te e famiglia. Anch'io, ogni tanto, passo dalle tue parti...ma tu sei molto più prolifico di me. Sforni post a ripetizione: sei imbattibile!

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  3. Passo velocemente per fare gli auguri di Buon Natale a te e ai tuoi cari...


    Un GRAZIE in anticipo per questo post speciale su cui ci ritornerò per un commento più approfondito.


    Auguri di buone feste anche a tutti i tuo cari lettori ...


    L.

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  4. Ricambio gli auguri di Buon Natale a te e ai tuoi familiari e un sereno anno nuovo

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  5. condivido le tue riflessioni.
    credo che la comunicazione virtuale sia di per sè un bene se integra altre forme di comunicazione. Il problema è che ai più manca la misura, la utilizzano in un modo smodato che spesso ha annullato le forme di interazione più diretta.
    buon natale a te
    massimolegnani

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  6. E dunque eccomi...

    Potrei scrivere tantissimo su questo tuo post a partire dal fatto che mi presento come lettrice senza blog,consapevole di scambi di riflessioni(e non solo) che avvengono nei blog stessi dove ci ritorno senza pretese di altro genere di " scambi " del tipo ti seguo affinché tu mi segua ...ti premio affinché anche tu sia mosso dalla stessa dinamica di catene materiali ...sorrido perché qui ne potrei raccontare delle belle,ma sono comunque delle scelte che pur non condividendole mi aiutano a soddisfare la mia sete spirituale ...e il tuo post mi arriva in soccorso dal momento in cui scrivi che potresti avvertire un senso di dispiacere umano nel non vedere più la presenza di chi per un certo periodo ha creato un legame di familiarità con te ,tra lo scrivere e il leggere,nonostante l'uso di un mezzo tecnologico !--Sentirei la mancanza di quelle persone che, senza averle mai viste realmente, “conosco” da tanto tempo.


    Caro Pino a me basta già solo questo per "sentire" da cosa è smosso chi sta dietro ad un blog ...quel senso di coerenza tra il suo essere e ciò che scrive,quell'intreccio tra spirito e cultura ,tra passato e presente ,tra comunicazione scritta e spirituale ,capace di rompere lo schema di uno schermo e raggiungere i grandi scrittori e poeti di un tempo comunicando con loro e attraverso loro,raggiungere il cuore del lettore con un senso di autenticità spirituale che non permette fraintendimenti e manipolazioni di pensiero...Ecco tu arrivi davvero a farti "sentire"...

    "E poi ci rallegriamo quando le idee che comunichiamo collimano".

    Verissimo... soprattutto quando ti ci trovi in spazi come questi ,come il tuo
    (e felicissima di averne trovati altri simili nella blogosfera )che per me rappresentano fonti preziose dove potersi dissetare in seguito a quella ricerca di un modo simile di sentire, privo da tipi di contaminazione che ci riportano
    al patrimonio donatoci da Italo Calvino...

    E chiudo ...riportando un collegamento (attraverso un tuo commento datomi in risposta su un altro post) che racchiude il senso del mio scrivere in rete ,il senso del tuo post ,che mi pone anche ad un indubbio apprezzamento verso l'invenzione tecnologia e ad una domanda impellente,se davvero tutti sappiamo sfruttarla o ce ne facciamo dominare?


    " Accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più, di non riconoscerlo più: questo è il pericolo che oggi corriamo. E allora diventa importante saper distinguere e vedere, anche in mezzo all'inferno, la sacralità delle piccole cose."

    P.s
    L'anonimo ha l'iniziale maiuscola:) ma si accontenta di essere considerato una "persona" come tante e Grazie di cuore per non avermi Mai dato modo di percepire altro ...anche questo è "sacro"!


    Buona serata...

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    1. Una lettrice senza blog e quindi senza un account – come sei tu – è una risorsa davvero preziosa e speciale per la blogosfera. Senza togliere nulla a chi un blog ce l’ha e si presenta, in qualche maniera, con una sorta di documento di riconoscimento a certificare la propria identità, la tua presenza qui conferma due cose: la prima è che un “Anonimo” non sempre è sinonimo di linguaggio scorretto, violento ed offensivo – come comunemente si crede - quindi, può sedere al tavolo dei commenti e della discussione al pari di qualsiasi altra persona. La seconda cosa è che l’Anonimo (con la A maiuscola) è una persona davvero disinteressata, come nessun altro, perchè non deve portare acqua al suo mulino e non è spinta dal do ut des: scrive per il semplice piacere di scrivere, non cerca né pubblicità né visibilità. Cerca solo vicinanza e affinità con un pensiero scritto in cui riconoscersi e “ potersi dissetare”. Magari fossero tutti così, gli anonimi che scrivono su qualsiasi piattaforma! Il web sarebbe un mondo migliore. Pertanto, grazie per il tuo commento, che come sempre arricchisce il post e dà la possibilità di integrarlo con nuove considerazioni. Buona serata a te

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    2. "...la tua presenza qui conferma due cose: la prima è che un “Anonimo” non sempre è sinonimo di linguaggio scorretto, violento ed offensivo – come comunemente si crede ..."

      Una citazione di un esperto molto competente ,Vittorino Andreoli(di cui hai stilato anche bellissimi post nel tuo blog )dice:

      - Lo sforzo della società è di omologare, di rendere simili in modo che il comportamento di un componente sia identico a quello degli altri; ciò permette di prevedere che nella stessa situazione tutti agiranno conformemente.

      Una "stessa situazione" potrebbe anche essere quella forma di pregiudizio (da parte di umani) che verso l'anonimo(altro umano) , recepiscano il sinonimo di qualcosa di patologico ,violento e aggressivo .Quindi virtuale e reale rientrerebbero in questa società che volente o nolente , invece di sforzarsi per premiare una capacità di pensiero differente , naturale e autentico , "si sforza "di omologare quel componente (anonimo in questo caso ,ma potrebbe starci anche l'ateo ,il credente o chiunque assume caratteristiche del nemico da combattere) affinché lo si conforma con tutti quelli della sua categoria.


      Verrebbe fuori una storiella del tipo :sei anonimo?Mah... di solito tutti gli anonimi sono da evitare perciò aggressivi !Sei un ateo?Mah...di solito tutti gli atei agiscono male non credendo in nulla !Sei un credente?Mah...di solito i credenti son quelli che fanno le cose peggiori!...e poi il via ... a chi cerca di fare prevalere la propria verità urlando di qua e di là con quella Vera Identità Interiore!

      Ho decontestualizzato un po' la frase di Andreoli:)... e mi chiedo se io Anonima e tu caro Pino siamo qui a dare forza a questa società con filtri o se abbiamo ancora la capacità di un SENTIRE incontaminato!?

      E tu mi scrivi:Non mi è mai capitato di “litigare” con qualcuno, non metto filtri di nessun genere, non ho mai cancellato commenti, anche perché noi siamo quel che scriviamo e ognuno è responsabile delle proprie parole. Le parole ci identificano. Sono il riflesso della nostra anima

      Ed io rispondo: non ho blog , ma ne leggo diversi e cerco di rispettare quel che leggo anche se non condivido sempre e quando non condivido , soprattutto se il mio modo di sentire mi lancia un segnale io intervengo senza Mai essere volgare ,maleducata o violenta . Ci metto il cuore e il mio modo di sentire attraverso i commenti,e mi va bene così ,non chiedo altro... ma se mi viene chiesto a me altro ,cerco di essere reperibile ...
      Questo modo di sentire è quello che mi ha fatto arrivare al tuo blog Pino e anche in quei blog dell'Anonimo giù ,che chissà per quale "potere" ,sorrido , sento anche io di aver ri-conosciuto , magari attraverso quegli stessi (tuoi) "passi " ...

      Sulla seconda cosa l' anonima crede molto nel
      Valore della spiritualità umana che implora ad un ascolto più attento ...e molto ma molto poco al valore del denaro celato ovunque e in ogni dove anche e purtroppo dietro quelle forme di do ut deus ormai tanto di moda che corrompono etica e morale ...


      Grazie per la tua ospitalità e per la costante attenzione...


      L.



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    3. Grazie a te. E come dice giustamente l'Anonimo qui sotto "commentare seriamente è trasgressivo e induce la gente ad odiare il miracolo che si crea tra il post e quel commento..." E devo dire che tu commenti seriamente :)

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    4. Quello che scrive l'Anonimo (?) qui sotto è farina dell' Anonimo che
      potremmo distinguere con data
      29 dicembre 2020 01:58

      Sono tasselli del suo puzzle di cui non so se tornerà a riprenderseli riconoscendosi oppure abbiam preso una cantonata:).Spero mi perdoni .


      Lui scrive :

      "L'anonimo che ti ha commentato ha messo sul piatto una questione importante e di difficile soluzione: discutere su un blog senza "carte di identità!"

      Io invece rispondo che quella questione può essere risolta (se non lo è già stata ) dal momento in cui le "carte di identità" sono ben sostituite dai nostri passi ,(tasselli),da quelle parole che ci identificano !

      Però caro Pino con tutti questi Anonimi un lettore potrebbe entrare in confusione e per rispetto ed educazione verso noi stessi , te e tutti i lettori ,un Nick o un nome dietro cui ci assumiamo la nostra responsabilità credo che non sarebbe affatto male...anzi dimostrerebbe che possiamo non prenderci sul serio ma sappiamo anche esserlo .

      Io ringrazio di cuore te che ci accogli e per la pazienza... E ancora complimenti per la qualità del tuo blog !

      Colgo l'occasione per Augurarti un Buon Anno a te e ai tuoi cari
      ...e Auguri a tutti i tuoi fedeli lettori .


      Buona serata


      Linda

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    5. Ohhh! finalmente! Sorrido... Un Anonimo che si rivela e firma il suo commento. Grazie Linda. Auguro anche a te un Felice Anno nuovo :)

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  7. Misura,garbo, capacità di analisi ed anche una certa piacevolezza nel saper scrivere, queste sono le caratteristiche espresse in questo post.
    Hai perfettamente ragione, non si scrive esclusivamente per se stessi ma la relazione con l'esterno ci condiziona alquanto, la necessità, almeno per me, di trovare interlocutori adeguati è indispensabile. Ne ho trovati pochi, mi sono ferito...ho ferito? Infine mi sono spento e sono tornato alla condizione iniziale: diario privato scritto per un'insopprimibile bisogno che mi urge fin da ragazzo.
    Di tutto ciò che ho composto in rete in 12 anni ho conservato blog e testi ma non riesco più a progredire e mi sto chiudendo. Non trovo stimoli intellettuali in rete, trovo solo ideologie a un tanto al chilo e spesso scritte anche in pessimo italiano. Capisco che questa è la mia privatissima e personale opinione, so che è distruttiva, so bene che essa non aiuta la soluzione del problema ma per ora è così.
    L'anonimo che ti ha commentato ha messo sul piatto una questione importante e di difficile soluzione: discutere su un blog senza "carte di identità!
    Ci sono come sempre pro e contro. Se io ritengo di aver scritto qualcosa di serio e ponderato, qualcosa che attenga alla mia cultura in senso lato, se scrivere mi ha liberato dandomi quella gioia sottile e delicata che solo chi l'ha provata può capire fino in fondo, commentare da anonimo ha un vero senso? Tu non puoi leggermi ed io ti privo, nascondendo la mia produzione, dell'opportunità di ampliare il discorso,di migliorarmi, di migliorarti. E' una difesa secondo me che ha delle gravi controindicazioni. A meno che chi commenta non sappia o non voglia scrivere di suo o tema di esporsi! Perchè il problema di fondo in questa giungla che è il web sono esattamente la pletora di cialtroni più o meno ideologizzati oppure convinti di essere premi Nobel mancati che la popolano. Se rendo visibile casa mia, il mio mondo intellettuale rischio di vederli imbrattati da attegiamenti e parole cattive, spesso gratuite e fuori tema. Quindi MODERAZIONE DEI COMMENTI, così diventa un circolo vizioso. Anonimi come la persona che ti commentato adesso e in altre occasioni ( credo) sono merce rara, leggendo il suo punto di vista mi è venuta voglia adesso di lasciare il mio intervento senza paternità mentre ne ho una certa e definita: ci devo pensare attentamente. Ciao.

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    1. In un mio precedente post l’AnonimA che mi ha commentato adesso e che mi commenta in altre occasioni – che comunque ha un nome che può essere tutto e niente, a seconda dell’importanza che vogliamo dare a quel nome – mi chiese come facessi a riconoscere che fosse proprio lei e non un’altra, visto che non aveva firmato il commento con la sua solita Lettera iniziale. Io le risposi che le persone si riconoscono dai passi e in un blog, i passi, sono le parole dietro le quali non possiamo nasconderci perché ci identificano. Nel web, ma non solo, le parole e il modo come le scriviamo costituiscono la nostra carta d’identità. Ora – caro Anonimo – io non vorrei sbagliarmi ma da come esprimi i tuoi concetti ho capito chi sei, le parole non tradiscono mai: ma non te lo dico. Rispetto il tuo anonimato. In linea di massima sono d’accordo con te quando dici che moderare i commenti, a volte, diventa necessario per evitare che il tuo “mondo intellettuale” venga sporcato da “atteggiamenti e parole cattive, spesso gratuite e fuori tema”. Questo è il rischio della libertà di espressione ed oggi internet ha dato questa possibilità a cani e porci. Con questo non voglio dire che i cani e i porci non debbano dire la loro, ci mancherebbe! Dobbiamo però essere consapevoli che loro – i cani e i porci (con tutto il rispetto che ho per questi animali) – usano il loro linguaggio, che è pur sempre un linguaggio da cani…e da porci. Poi ti poni un’altra domanda, quando scrivi: “Se io ritengo di aver scritto qualcosa di serio e ponderato, qualcosa che attenga alla mia cultura in senso lato, se scrivere mi ha liberato dandomi quella gioia sottile e delicata che solo chi l'ha provata può capire fino in fondo, commentare da anonimo ha un vero senso?” E’ un’osservazione giusta e interessante e credo che ognuno di noi abbia una sua risposta. Ciao Anonimo…si fa per dire :)

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    2. @Anonimo

      Spero tu non me ne voglia per questa "incursione"...ma sono tasselli composti da parole ...parole che come scrive Pino(persona che stimo tanto) sono i nostri passi ,quei passi che in un certo senso rivelano la nostra vera identità e rendono il proprio nome un piccolo dettaglio che non da affatto garanzia di cosa siamo se non un chi siamo superficiale elevato a 0 potenza ...


      "Non dobbiamo aver paura delle nostre opinioni, le nostre idee sono una delle poche cose che ci restano, non possono essere barattate con niente di eguale valore"
      "...e vedo che in pratica sui blog nulla è cambiato.Le dinamiche relazionali pare che non possano svilupparsi se non nella identica direzione di sempre: commento- presenza-risposta-follow- costanza- attenzione- stanze riservate….etc etc Perchè dovrebbe essere diverso, pensateci.
      I commenti sono un blog. Sono anche l’eternità del post quando esso merita di vivere. Però i commenti sono un gesto d’amore e l’amore è intellettualmente esclusivo nel momento in cui lo pensi, definitivo e terribile appena lo hai scritto. Quindi commentare seriamente è trasgressivo e induce la gente ad odiare il miracolo che si crea tra il post e quel commento..."

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    3. "I commenti sono un blog"...è davvero bello quello che scrivi: sono pienamente d'accordo con te. Certi commenti sono addirittura migliori e più completi del post. Quindi si può non avere un proprio blog e scrivere su quello di un altro, perché le parole - le belle parole - possono stare ovunque ci sia qualcuno che sappia apprezzarle. Appartengono a chi le legge e non a chi le ha scritte. Non devono necessariamente avere una “casa natale”. "Quindi commentare seriamente è trasgressivo e induce la gente ad odiare il miracolo che si crea tra il post e quel commento. ..” E’ proprio così! Grazie per questi tuoi pensieri davvero illuminanti

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  8. Ho capito.
    Non perché io sia disposto a far ferro e giuoco per le MIE parole che ho seminato in tutti questi anni sui blog ma ho capito che è meglio rivelarsi del tutto.
    Questo 2020 sta per morire ma il mio primo blog resuscita. Torna visibile con le migliaia di parole che alcuni tuoi commentatori hanno ben riconosciuto: io sono EnzoRasi, risiedo qui, omologazione non richiesta è di nuovo visibile con i suoi orpelli. Auguri Pino, a te a tutti voi.

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  9. Ti leggerò con grande piacere. Tanti auguri anche a te, Enzo, e alla tua bella terra, la Sicilia

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    1. Grazie.Non sbilanciarti sul piacere di leggermi, ti prego.
      Nel'ultimo commento dell'anonimo le parole virgolettate sono mie, prese dai miei post. Avrei gradito che questo fosse stato dichiarato ma non intendo farne una questione spinosa.Mi sorprende soltanto che ci sia qualcuno che mi abbia letto con tanta attenzione e abbia riportato poi le mie parole in modo tanto appropriato.

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    2. OK...diciamo che con te il rischio è sempre dietro l'angolo (sorrido). Ma perché ti sorprendi se c'è qualcuno che ti legge con attenzione? Evidentemente hai un modo di scrivere che piace, o meglio, scrivi delle cose in cui a volte uno si ritrova. Ciao Enzo

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