Da oltre due mesi tutto ancora ruota intorno al coronavirus. E' la triste realtà! Fatti, parole, immagini, proposte, suggerimenti: ogni avvenimento, ogni cosa
che leggiamo o scriviamo o guardiamo o ascoltiamo rimanda, implacabilmente, a
quel “tarlo” invisibile che ha sconvolto la nostra esistenza e continua a
scavare dentro di noi. E nessuno sa fino a quando. E nessuno sa come ne
usciremo. Sarà possibile una rinascita, dopo la distruzione?
Mi sono imbattuto in questa profonda e dolente poesia di Giorgio
Caproni. Affidiamoci, per qualche attimo, a questi versi, che mi sembrano molto
attuali.
Palingenesi
Resteremo
in pochi.
Raccatteremo le pietre
e ricominceremo.
Raccatteremo le pietre
e ricominceremo.
A voi,
portare ora a finimento
distruzione e abominio.
distruzione e abominio.
Non saremo noi.
Saremo altri, e punto
per punto riedificheremo
il guasto che ora imputiamo a voi.
Saremo altri, e punto
per punto riedificheremo
il guasto che ora imputiamo a voi.
Giorgio Caproni
Saremo nuovi?
RispondiEliminaTemo di no.
...ma "Non saremo noi". Qualcun altro che verrà dopo di noi...forse. ciao ME
EliminaSe non saremo nuovi ci estingueremo del tutto.
RispondiEliminaStiamo già andando verso l'estinzione. E quelli che verranno dopo saranno i nuovi
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