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lunedì 11 maggio 2020

Quando un algoritmo ti viene a cercare



E’ in atto una rivoluzione tecnologica a livello planetario che sta esercitando una pressione senza precedenti sui comportamenti umani e sull’etica individuale. Naturalmente, chi guida siffatto cambiamento epocale tende ad esaltare qualsiasi ritrovato della scienza e della tecnica, anche il più invasivo. Per fortuna c’è ancora qualcuno che prova a suonare l’allarme, al fine di contrastare questa vera e propria tirannia digitale. Yuval Noah Harari, professore e scrittore israeliano che insegna all’università di Gerusalemme - attraverso il suo ultimo libro “21 lezioni per il XXI secolo” -affronta alcune delle questioni più urgenti legate all’avanzata tecnologica. Il libro non intende dare risposte ma proporre riflessioni e domande sia sul comportamento degli individui che sulla condotta di intere società. L’analisi dello scrittore israeliano prende le mosse dalla cosiddetta “intelligenza artificiale” che ormai comincia a superare le prestazioni degli uomini in molte competenze e mansioni. Il rischio è che, investendo troppo sul suo sviluppo e troppo poco sulla coscienza e sulla mente umana, finiremo per regredire come esseri pensanti.

Quando le tecnologie biologiche si uniranno a quelle informatiche – afferma l’autore del libro - produrranno degli “algoritmi” che potranno capire e controllare i nostri sentimenti meglio di noi stessi. Di conseguenza, l’autorità decisionale passerà, in maniera molto veloce, dagli esseri umani ai computer. La libera volontà – sostiene il prof. Harari - sarà solo un’illusione, dal momento che le aziende, le agenzie governative e il potere economico-finanziario potranno comprendere e manipolare quello che finora è stato il nostro impenetrabile mondo interiore. Delegando agli algoritmi ogni decisione, perderemo gradualmente la capacità di pensare in autonomia. Basti considerare che già oggi, miliardi di persone si affidano all’algoritmo di ricerca di Google per trovare qualsiasi informazione su internet. E tale ricerca è definita quasi sempre dal primo risultato che appare su Google.

La tecnologia può aiutarci moltissimo ma se questa guadagna troppo potere sulla nostra vita, diventeremo inevitabilmente ostaggio dei suoi programmi. Scrive Harari nel suo saggio:
“Quando la tecnologia sarà in grado di comprendere meglio gli esseri umani, sarà sempre più facile trovarsi nella condizione di servirla, invece di essere serviti. Avete visto quegli zombi che vagano per le strade con le facce incollate ai loro smartphone? Pensate che siano loro a controllare la tecnologia o che sia invece quella a controllarli? (…) Per migliaia di anni i filosofi e i profeti hanno stimolato gli uomini a conoscere se stessi. Ma questo consiglio non è mai diventato così pressante come nel XXI secolo, poiché a differenza dei tempi di Lao-Tze o di Socrate, adesso la concorrenza è dura. (…) Gli algoritmi vi guardano anche in questo momento. Osservano dove andate, cosa comprate, chi incontrate. Presto saranno in grado di controllare tutti i vostri passi, ogni vostro respiro, tutti i battiti del vostro cuore. Usano i Big Data e l’apprendimento automatico per conoscervi sempre meglio. E una volta che questi algoritmi vi conosceranno meglio di voi stessi, potranno controllarvi e manipolarvi, e non potrete fare granché per contrastarli. (…) Certo si può essere felici di lasciare tutta l’autorità agli algoritmi e affidarsi a loro per quello che riguarda noi e il resto del mondo. Se è così rilassatevi e godetevi il viaggio. Non dovete pensare a nulla. Gli algoritmi si occuperanno di tutto. Se invece volete avere un minimo di controllo sulla vostra esistenza individuale e sul futuro della vita, dovrete correre più velocemente degli algoritmi, più velocemente di Amazon e del governo, e cercare di conoscere voi stessi prima di loro”



6 commenti:

  1. decisamente inquietante.
    e siamo già "ben" avviati su quella strada.
    ml

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    1. Proprio così: chi vivrà, vedrà! Ciao Carlo: meglio una bicicletta che mille algoritmi :-)

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  2. Quante volte nei decenni passati abbiamo detto che la realtà supera la fantasia? Ogni volta che apro il computer penso che cedo un pò della mia libertà. Quanta me ne è rimasta? Libro da acquistare, ottima proposta.

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    1. E' proprio vero quel che dici: noi crediamo di essere liberi e pensiamo che le nostre decisioni siano il frutto della nostra totale libertà, ma in realtà non è sempre così perché sono influenzate da varie forze sociali e culturali, e da un po' di anni a questa parte, sono plasmate dalla pubblicità e dal web in cui navighiamo. Rischiamo di perdere gradualmente la capacità di decidere in autonomia. Già oggi, per esempio, ci fidiamo di quello che ci dice google mamps, se girare a destra o a sinistra; domani potrà consigliarci chi sposare, se avere figli o meno, dove andare in vacanza, cosa mangiare. Siamo spiati e pedinati attraverso i cellulari che sono diventati una protesi irrinunciabile (io non ce l'ho), e siamo schiavi dei social...

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  3. Allora George Orwell non aveva tutti i torti ,sembrerebbe che la sua profezia si sia realizzata...non che si stia per realizzare,forse cambiano le modalità ma il concetto è lo stesso .

    Esistono trasmissioni televisive da un po di anni che aderiscono consapevolmente al farsi spiare,con telecamere accese 24/24, ma la cosa peggiore è che esistono persone che senza essere spiate spiano con la consapevolezza di spiare . Tutto questo doveva già preoccuparci no?Non dimentichiamo che dietro alla tecnologia c'è sempre l'"ingegno umano" che molto spesso si rivela forza distruttrice ritorcendosi esattamente verso se stesso.

    Abbiamo spesso affrontato il discorso smartphone e tecnologia ,però caro Pino nonostante tutto ,nonostante il nostro disappunto per la tecnologia ci siamo finiti dentro ,perlomeno io la sto "sfruttando" non la sto subendo e grosso modo so cosa accade...ma mi preme portare un messaggio qui, che spesso va nella direzione opposta ,e dal mio piccolo la mia scoperta è la visione di un epoca che ha perso quasi totalmente il senso dell'Amore.Ci sono vuoti incolmabili dove si avverte un incessante bisogno di riempirli ,con qualsiasi cosa materiale senza capire minimamente quale sia la vera causa di tale carenza .

    Secondo te un umanità così disorientata attraverso google maps siamo certi che sappia tornare a Casa?O conviene renderla parte attiva di una PlayStation che la tiene occupata e integrata mentalmente ad altro?

    Attenzione perché si passa per complottisti nel dire alcune cose , quando invece non è un movente di senso spirituale ad essere temuto ma uno di interesse capitalista.

    La peggiore forma di prigione che dovremmo temere è quella che incatena il cuore ,la parte più profonda ... spirituale e naturale della persona,che permette di formulare pensieri ed emozioni proprie e ancora
    incontaminate.

    Io lo so... so che l'orto che coltivo non è la metafora di chi è realmente abituato al come si suol dire " pensare al proprio orticello "di nome e di fatto...ma un messaggio urlato e di una più ampia dimensione,più ampia e altruista ,volto al contatto perduto con quelle che sono le nostre origini,nel pieno rispetto dell'ambiente ,degli animali e tutto ciò che è destabilizzato dai suoi originari equilibri .



    "Se invece volete avere un minimo di controllo sulla vostra esistenza individuale e sul futuro della vita, dovrete correre più velocemente degli algoritmi, più velocemente di Amazon e del governo, e cercare di conoscere voi stessi prima di loro”



    Buona serata


    L.

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  4. Cara L., devo dire che tu mi dai sempre l'input per integrare il post. No, Orwel non aveva tutti i torti, però lui immaginava un incubo mondiale dove esisteva una polizia segreta che controllava tutti, dove addirittura c'era un ministro dell'amore. Però lasciava aperta qualche ipotesi per evitare la catastrofe. Ma secondo Harari, l'autore di questo interessante e raccapricciante saggio che ho letto, il libro più profetico del XX secolo non è 1984 di Orwel, ma "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley scritto nel 1931. Huxley immaginava un mondo prospero e pacifico, senza guerre e carestie, un mondo consumista votato ai piaceri e alla felicità. Ma dove stava la trappola? In estrema sintesi: in questo mondo meraviglioso il governo mondiale utilizza biotecnologie avanzate per manomettere i desideri ed i sentimenti degli uomini affinché tutti siano contenti e nessuno abbia motivo di ribellarsi. Quello che potrebbe succedere tra qualche decennio se ci lasceremo ingabbiare dalla tecnologia. Mala tempora currunt. Buona serata a te :)

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