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venerdì 5 gennaio 2018

Un libro dissotterrato



Mario Puccini, chi era costui? Oggi, sicuramente, mi sarei posto questa domanda se non avessi conosciuto – tanti anni fa - una ragazza (diventata poi mia moglie) che stava scrivendo, a quei tempi, la sua tesi di laurea in Lettere Moderne sulla vita e le opere di uno scrittore marchigiano, nato a Senigallia nel 1887 e morto a Roma nel 1957: Mario Puccini, appunto. Ricordo che la suddetta “ragazza”, non riuscendo a trovare un paio di libri di questo scrittore ed essendo venuta a conoscenza che il figlio (Dario Puccini, critico letterario ed uno dei massimi studiosi di letteratura spagnola) viveva a Roma, mi pregò di andare presso la sua abitazione, per cercare di recuperare quei testi, fondamentali per la preparazione della sua tesi di laurea. Devo dire che Dario Puccini  mi accolse davvero con squisita disponibilità e nel fornirmi i due volumi tanto ricercati, mi omaggiò anche con il romanzo “Gli ultimi sensuali” scritto dal padre Mario (Garzanti editore – 1944). Ricordo ancora che lo “abbandonai” sullo scaffale della mia libreria, senza nemmeno sfogliarlo, tra quei libri che aspettano di essere letti. E lì è rimasto in attesa per oltre 30 anni, con le sue pagine sempre più ingiallite dal tempo. Poi giorni fa, chissà per quale oscura e misteriosa ragione - visto che già altre volte nel passato l’avevo preso tra le mani senza mai decidermi – ho avvertito una strana sensazione: era arrivato finalmente il momento di leggere “Gli ultimi sensuali” di Mario Puccini. L’ho preso con estrema delicatezza, come se fosse una cosa preziosa e rara e man mano che proseguivo nella lettura mi sono accorto che le pagine - che si erano mantenute intatte per tanti anni, seppure un pò ingiallite – iniziavano a staccarsi dal dorso una ad una mentre le sfogliavo, come foglie secche che cadono da un albero in autunno al primo alito di vento. O meglio, come un reperto archeologico che, mantenutosi integro per tanti secoli sepolto sotto una coltre di terra, si sgretola una volta rinvenuto e portato alla luce del sole.
Ma le parole erano intatte, limpide, senza tempo. Una prosa dal sapore antico, se mi è consentito, così lontana dalle mode effimere della letteratura usa e getta dei nostri giorni. Il libro contiene tre brevi racconti, incentrati su tre diverse tematiche: l’amore, l’amicizia e l’impotenza, sentimento quest’ultimo inteso come inadeguatezza del proprio ruolo sociale. L’autore porta avanti la sua narrazione attraverso personaggi riservati, schivi, dall’indole solitaria che appartengono ad una condizione umana inappagata e alienata e ne indaga l’aspetto psicologico della loro esistenza. Mi piace qui riportare l’incipit del primo racconto che io ritengo sia il più bello, quale assaggio dello stile narrativo di questo autore dimenticato. Il protagonista è un professore che vive e insegna a Varese, solo, “tra la scuola dove insegno e la mia camera. Non affetti, non amici, pochi contatti, scarse distrazioni”, il quale decide di ritornare nel suo paese d’origine, per ritrovare ciò che laggiù aveva lasciato di caro e forse il meglio della sua vita: il suo antico amore.

“Trentadue anni che non ritornavo tra le mura, nelle vie; che non respiravo l’aria della mia città. Ma sono contento di essermivi riaffacciato in queste giornate: che da tempo non è più estate, ma il tardo, l’ultimo autunno non è ancora precipitato con le sue ore scopertamente grevi, mollicce: e il sole non è più troppo caldo, pieno, ma neanche si arrende languido e docile al vento che sgruppa ed allenta con estrema facilità le nuvole sulle quali il suo bagliore s’infila e sparpaglia. Al mare non si andava già più in queste mattine; ma la città pareva diventata come più piccola, più meschina: le piazze, le contrade, le case, le piante, sembrava avessero perso ciascuna qualche cosa; una sorta di patina bigia, come una ruggine, macchiava e incupiva tutto…”.
Di questo autore Vasco Pratolini (leggo su Wikipedia) ebbe a dire: “uno dei maestri a cui la letteratura italiana deve rendere giustizia”. Ma la buon’anima di Puccini sta ancora aspettando. I suoi libri non si trovano più da nessuna parte…e chissà se c’è ancora qualcuno che si spinge a fare una tesi di laurea su di lui. Io credo che un romanzo non muore mai fino a quando c’è qualcuno che lo legge e ne parla. Perché leggere un libro introvabile e dimenticato da tutti è come riesumarlo dall’oblio del tempo e dargli nuova vita.

6 commenti:

  1. bello il tuo accostarti a questo libro con tanti anni di ritardo ma, forse proprio per questo, con un che di compassionevole e di sacro.
    e bella la descrizione del libro che ti si "sfarina" tra le mani e allora mi sembra di sentire quasi una premura, una fretta, nella lettura a che non svaniscano le pagina prima della fine.
    e bella anche la soddisfazione di aver mantenuto in vita un libro, leggendolo
    massimolegnani

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    1. Grazie per le tue belle parole, Carlo! Anche la lettura, come tutte le cose della vita, ha i suoi tempi, le sue attese. E alcuni libri, quando arriva il loro momento - anche a distanza di anni - hanno la straordinaria capacità di avvertirci

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  2. E' bello affacciarsi su di un libro lasciato nello scaffale per anni.
    Viene da riflettere su come l'avresti letto anni fa e su come lo percepisci ora, soprattutto riguardo ai modi della lingua.
    In ogni caso è sempre bello ripescare nel passato, purché il salto nel tempo sia abbastanza lungo, (come nel tuo caso) ché con certi scrittori recenti ed effimeri rischi di provare solo fastidio.

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    1. Sarà certamente un mio limite, ma io certi scrittori contemporanei non riesco proprio a leggerli. Sono troppo legati alle "storie condominiali" del presente. E, allora, spesso mi rifugio tra quelli del passato che trovo molto più interessanti. E' pur vero, però, che un bel libro è solo quello scritto bene, a prescindere dalla trama che in certe occasioni - almeno per me - può anche essere solo un pretesto narrativo.

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  3. Autore che devo ammettere non conoscevo e post che invoglia a leggerlo.

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    1. Non credo sia facile trovare questo libro: te lo dovrei prestare... (sorrido)

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