Stanno
per arrivare le feste di Natale e di fine anno. Me ne sono accorto – ahimè -
dal traffico caotico di questi giorni, dagli addobbi che impazzano, dalla corsa
ai regali e dall’accaparramento compulsivo di viveri e prodotti di ogni genere,
come se fosse imminente un’apocalisse. Isteria collettiva che si ripete ogni
anno. E allora, si salvi chi può
dai
panettoni, dai pandori, dai cesti natalizi
pericolosamente
accatastati nei centri commerciali;si salvi chi può dai torroni, dai dolci e dai dolcetti,
dai fichi secchi, dalle noci, dalle castagne e dai lupini,
dagli spumanti e dagli insaccati… ammucchiati a quintalate sugli scaffali;
si
salvi chi può dagli addobbi luccicanti e dalle decorazioni,
dalle
luminarie intermittenti e dalle palle colorate,dai botti, dalla neve finta, dagli alberi di natale e dalle tombolate;
si
salvi chi può dai soliti ritornelli “dove
vai a Natale” e
“con chi trascorri il
veglione di Capodanno”,e si salvi chi può dal cenone della vigilia e da tutte le abbuffate che verranno;
si
salvi chi può dalla corsa frenetica ai regali, dalle folle festanti,
dagli
ingorghi, dalle file nei negozi per gli ultimi acquisti;si salvi chi può dagli auguri dei parenti che non vedi da una vita
e da quelle cartoline natalizie on line con musichetta ”astro del ciel” incorporata;
si
salvi chi può da quelli che si riscoprono credenti solo a Natale
e
vanno poi alla messa di mezzanottee si salvi chi può da quelli che “a Natale bisogna essere tutti più buoni”;
si
salvi chi può dalla martellante pubblicità dei panettoni sotto l’albero,
dai
consigli su ”come preparare il pranzo di
natale e il cenone di capodanno”, e si salvi chi può dalle interviste televisive agli italiani nei telegiornali,
su “come hanno trascorso le feste di fine anno”;
si
salvi chi può dall’attesa della mezzanotte davanti alla TV, con l’orologio bene
in vista, in compagnia dei Carlo Conti…dei Fabio Fazio…dei Gigi D’alessio,
pronti a stappare (al meno 10…meno 9…meno 8…) il solito spumante di scarsa
qualità e festeggiare l’anno che verrà.
sottoscrivo tutto, salvo il panettone di cui sono un goloso estimatore. Mi piacciono quelli tradizionali, uvette e canditi e nient'altro. Ne faccio incetta a novembre perchè poi, a mano a mano che si avvicina natale diventano sempre più rari, soppiantati da quelli dalle farciture più fantasiose e disgustose.
RispondiElimina:)
massimolegnani
Il mio "si salvi chi può" non è diretto alla bontà del panettone, del torrone e di tutte le altre leccornie natalizie, ma al modo come questi prodotti vengono "presentati" (con sempre più ampio anticipo rispetto al Natale)all'attenzione del consumatore. Sono le montagne di panettoni e quant'altro che mi spaventano e urtano la mia suscettibilità, non già i dolci tipici della tradizione milanese in quanto tali. Se fosse per me, i panettoni li venderei tutto l'anno: in questo modo eviteremmo le abbuffate natalizie :-)
EliminaSi salvi chi può dall'ipocrisia imperante, ma come Carlo qui sopra, non dal panettone che adoro e che mangerei tutto l'anno, e del quale, ancora a febbraio, faccio preziosa scorta dei residui invenduti...
RispondiEliminaTi invidio: si vede che non hai problemi di colesterolo :-)
EliminaCondivido le tue parole. Abbiamo dimenticato il vero senso del Natale.
RispondiEliminaE' vero. Abbiamo smarrito il senso storico-religioso del Natale, che è diventato una festa pagana e consumistica.
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