Non ho un buon rapporto con il
telefono: lo confesso. C’è ancora qualcuno che rimane sorpreso quando scopre che
non ho il cellulare, una cosa rara di questi tempi. Quello che posso dire è che
non mi serve, e poi mi causerebbe fastidio e imbarazzo, doverlo utilizzare in
un luogo aperto. Però, non ho rinunciato al telefono fisso di casa: ma non
rispondo quasi mai, quando squilla. Tanto nessuno mi cerca... A gestirlo, ci pensa mia moglie: lei ama tantissimo il telefono, non potrebbe vivere senza. Con il
fisso o con il mobile, trascorre diverse ore della giornata in sua compagnia. Beata lei, io non la invidio affatto! E
forse anche da qui nasce la mia idiosincrasia verso questo strumento, forse il più amato dall’umanità. Ma non da me. Se tutti fossero come il
sottoscritto, oggi i gestori della telefonia sarebbero sull’orlo del fallimento. Tutti. Per fortuna non è così e il mondo va avanti.
Non esistono statistiche
attendibili sull’argomento, ma io credo che da quando il cellulare ha fatto
irruzione nella vita delle persone la quantità delle insulsaggini, dette e
ascoltate, sia aumentata vertiginosamente. Un vantaggio comunque ce l’ha: si
può parlare da soli, ad alta voce, e gesticolare furiosamente, ovunque, senza
essere presi per matti.
Lo scrittore svedese Bjorn Larsson, in un suo delizioso libro che si intitola “Filosofia minima del pendolare” - l'ho letto in treno qualche giorno fa - ha scritto che alcuni studiosi del comportamento umano ritengono che le chiacchiere quotidiane degli esseri umani, al telefono o in altre circostanze, hanno la stessa funzione dello spulciarsi a vicenda delle scimmie, sarebbero cioè una sorta di collante che tiene insieme la società. Insomma, è l'evoluzione della specie umana.
Interessante l'accostamento delle chiacchiere alle pulci delle scimmie. Comunque, visto che oggi impazzano le truffe via telefono, non rispondere è un valido sistema per annullarle :))
RispondiEliminaGrazie, alle truffe non ci avevo pensato :)
EliminaBasterebbe vietare l'uso dei cellulari sui mezzi pubblici e nei luoghi pubblici, come il fumo. Da una parte sarebbe l'occasione per tenerli spenti, ogni tanto, per una sorta di igiene personale, e dall'altra si eviterebbe di dare fastidio a chi non ha nessun interesse di ascoltare i fatti altrui. Semplice, no. E' chiaro che il cellulare a volte può servire: ma per la maggioranza... serve sempre :)
RispondiEliminaAmmetto di avere una dipendenza da cellulare, ma solo messaggistica. Telefonate molto rare e solo con persone care lontane che altrimenti non potrei sentire. Il fisso non esiste più da anni. Mi trovi d'accordo sull'uso inappropriato e indiscreto del telefono in pubblico, soprattutto sui mezzi, quando sei costretto a sentire affari altrui o vieni distratto dai tuoi pensieri. In treno ho ovviato usando gli auricolari, ma è un'abitudine che detesto. Surfinia
RispondiEliminaFinalmente qualcuno che ammette di "avere una dipendenza da cellulare", anche se limitata. Di solito sono sempre gli altri che lo usano male. Grazie Surfinia.
EliminaIo pure ammetto di avere una discreta dipendenza da smartphone... In parte è dovuta ai contenuti che pubblico sui social, in parte anche all'uso che ne faccio come passatempo: lo utilizzo tipo MP3 per ascoltare musica, tipo ereader per leggere, tipo macchina fotografica...
EliminaQuella "discreta dipendenza" dice tutto. Sorrido!
EliminaIo me ne servo il giusto: chiamo e rispondo alle chiamate, è diventato sostitutivo del telefono fisso che non usiamo più, in casa. In metro leggo un buon libro, a casa uso di più i-pad o computer, ma sempre senza esagerazione. Non sono una fanatica, insomma, e poi il cellulare è uno strumento diabolico: tenerlo all'orecchio a lungo fa pure male alla salute. Purtroppo, amavo la macchina fotografica e ora sono ridotta - ahimè - a fare foto con lo smartphone!
RispondiEliminaSia ben chiaro: io non giudico le persone dall'uso che fanno del proprio cellulare. Ognuno lo utilizza come meglio crede. Mi chiedo, però: qual è la giusta misura, senza esagerare? eheh!...è qui che nasce il problema, cara Marina!
EliminaLa macchina fotografica? ma esistono ancora? Ormai siamo diventati tutti fotografi. L'oggetto che abbiamo di fronte non lo guardiamo più, ma lo fotografiamo. E poi ce lo gustiamo a casa, seduti in poltrona. Hai visto come si comportano i ragazzi a un concerto? Il cantante che sta sul palco non lo degnano di uno sguardo: meglio guardarlo sullo schermo del proprio smartphone. Ciao Marina
Sono solita fare un giro al cimitero di domenica a prescindere dalle ricorrenze . Nel mentre mi inoltravo nel lungo vialetto che dà all'uscita ,incontro un conoscente e conoscendolo(scusa il gioco di parole) non è tipo che si ferma al saluto se non racconta qualche aneddoto in riferimento alla sua epoca passata e a questa. Manco a farlo apposta i suoi discorsi mirano a quest' uso smoderato del telefonino che per lui se da un lato diventa quasi rassegnazione guardando i giovani ,non lo è altrettanto per quelli di età come la sua (quasi ottantenne).
RispondiEliminaAvendo lui un tono di voce molto alto e il dilungarsi della conversazione,ammetto di aver provato un certo imbarazzo in un luogo dove regna il silenzio,e per educazione e rispetto ho cercato di tirare corto dato il contesto inappropriato.Mi è dispiaciuto un po per lui , ma riflettevo andando via che in alcuni casi e del tutto inconsapevoli ci sostituiamo allo smartphone scendendo nella identica indiscrezione,di certo anche conseguenza e colpa di una società che penalizza il bisogno e la necessità in qualcuno di interloquire di persona .
Buona giornata
Provo anch'io un certo imbarazzo se qualcuno mi parla con un tono di voce molto alto. Però, è sempre un parlare de visu, preferibile a quel parlare da soli, strillando.
EliminaAl cimitero ho visto, una volta, un tale che parlava al cellulare davanti a una tomba. Chissà...forse era in collegamento con qualcuno che si era fatto seppellire col cellulare. E non scherzo: oggi ci sono persone che desiderano portarsi dietro quest'oggetto anche in occasione dell'ultimo viaggio. D'altra parte, nelle tombe degli antichi Egizi non venivano deposti cibi e bevande per il sostentamento del defunto?
Un saluto :)
Sì, c'è da rimanere stupiti che ci sia ancora qualcuno senza cellulare. Io pure vorrei poterne fare a meno, non esserne così dipendente. Pensa che anche il lavoro scolastico si svolge per buona parte nel pomeriggio. Con le chat docenti ligi ed esagerati nel dovere (e probabilmente senza una vita) aggiornano i colleghi sulle ultime circolari, vivono in allerta, non sia mai si perdessero qualcosa. Il diritto alla disconnessione, questo sconosciuto. Anni fa incontrai una giovane attrice a un concorso teatrale a Ischia. Arrivava sullo stesso nostro traghetto, andavamo a ritirare il premio (lei come migliore attrice, io come migliore gradimento del pubblico). Era senza cellulare e mi parlò di come si vivesse benissimo, salvo poi, al ritorno, restare in ambasce perché aveva perso il treno dopo la traversata. Restammo ad aiutarla perché il nostro cellulare dimezzò i tempi del reperimento del suo collaboratore.
RispondiEliminaIl telefonino, e non solo quello, ha accelerato i tempi dell’esistenza e ha reso le persone molto più ansiose. Bisogna ritornare a ritmi più umani. Oggi chi dimentica o non trova il cellulare nella borsa o nella tasca della giacca, si sente immediatamente perduto. Non vive e non esiste. Va nel panico. Non è capace più di trovare la via di casa. Si, perché ormai senza navigatore satellitare non sappiamo più spostarci da una strada all’altra. Mi fanno ridere quelli che mi dicono: beato te, vivi meglio senza smartphone! Come se loro fossero stati condannati, da un dio cattivo, a portare il cellulare a vita! Vivere meglio non significa non avere il cellulare, ma saperlo usare. E oggi nessuno lo usa come andrebbe usato e nessuno lo spegne quando andrebbe spento. L’altro ieri mi trovavo a passeggiare per il centro storico di Roma: era l’ora della pausa pranzo per i tanti impiegati ministeriali e professionisti della capitale. I tavoli all’aperto erano pieni anche di turisti. Sia gli uni che gli altri stavano al telefono: scommetto che i primi non avevano smesso di lavorare neanche dinanzi al piatto di spaghetti che miseramente si raffreddava, i secondi probabilmente raccontavano ai loro amici lontani quanto è bella Roma, postando su facebook la pizza quattro stagioni che avevano davanti. Ecco, quella era una delle tante occasioni in cui i cellulari andavano spenti, se proprio non li vuoi buttare. Ciao Luz
EliminaLa tecnologia, e in primis lo smartphone, ci possiede. E te lo dice uno che dipende in toto dallo smartphone. Ma oggi nessuno vuole ammettere questa tremenda verità. Il mondo, negli ultimi 30/40 anni, è cambiato più di quanto non sia successo nei precedenti duemila. Non abbiamo avuto il tempo per poter elaborare ciò che stava succedendo, perchè è avvenuto tutto troppo in fretta. Gli uomini del passato, subito dopo l’ultima guerra, non avevano la macchina, non avevano la televisione, non avevano il computer, non avevano la lavatrice, ma avevano tanta voglia di cambiare e migliorare il mondo. Quale futuro immaginano, oggi, i nostri giovani? Ma ci sarà un futuro? Ci sarà ancora l’uomo, o verrà sostituito da un robot con un’intelligenza mille volte superiore? Io quando vedo il treno della metropolitana di Roma, la linea C, che arriva in stazione senza il macchinista, ma guidato dall’intelligenza artificiale, mi vengono i brividi. E’ questo il mondo che stiamo costruendo? E vorrei aggiungere un’ultima cosa. L'aspetto più assurdo è che tutti noi usiamo i mezzi tecnologici per risparmiare tempo, salvo poi dedicare alla tecnologia e ai suoi derivati, i social, il tempo risparmiato.
RispondiEliminaGrazie per il tuo contributo, non aggiungo altro. :)
EliminaCi ha fregato il tempo: troppo breve per digerire i cambiamenti che sono arrivati, è il caso di dirlo, alla velocità della luce. Col tempo divorato è mancato anche il modo di assumere la giusta misura delle cose, intendo dire che è il nostro modo di gestire il mezzo che è sbagliato non il mezzo in sè. E' la mancanza di educazione che non diamo ai nostri figli che li fa crescere con un cellulare in mano già in tenera età. Poi forse le dinamiche muteranno e si assesteranno da sole, spero si arrivi ad uso "necessario" del cellulare e non nevrotico ossessivo come adesso...non possiamo fermare il cosiddetto progresso, possiamo impegnandoci, modificarlo e sarebbe già tanto. In questo periodo il cellulare mi aiuta a leggere e mantenere un minimo di contatti con ciò che amo nel web, devo ammetterlo ma oltre non vado.
RispondiEliminaAnalisi perfetta. Grazie Enzo.
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