lunedì 3 febbraio 2025

Il teatrino della politica e dell'informazione

 


Non so voi, ma il sottoscritto  si nutre di pochissima televisione, per lo più di genere documentario. E’ noto, però, che siamo alquanto masochisti e farsi del male è una caratteristica che appartiene  unicamente al genere umano: e allora basta accendere la televisione e sintonizzarsi su uno dei tanti talk show, in onda dalla mattina alla sera. Sono quegli spettacoli tutti uguali nei contenuti: cambia solo il nome, il conduttore e il pubblico (dove è presente) che applaude a comando. Che si discuta di arte o di cucina, di ambiente o di economia, di lavoro o di pace o di guerra, ebbene, appare sempre lui: l’opinionista di turno, che può essere un giornalista o un politico. Uno potrebbe dire, a proposito dei parlamentari: sono circa seicento, quelli che siedono alla Camera e al Senato, e quindi è giusto che i cittadini che l’hanno eletti (o meglio li eleggevano…visto che ora non succede più), abbiano la possibilità di sentirli…di vederli…di conoscerli. Macché! La pattuglia che sta in televisione è composta da un numero esiguo di presenzialisti: sempre gli stessi di questo e di quel partito, i soli esperti della comunicazione politica e del sapere universale. E i giornalisti, allora? Sempre i soliti noti, pure quelli, che zompano da un programma all’altro.

E allora può accadere che il leader politico chiamato Tizio e il giornalista chiamato Caio - che all’alba erano ospiti di “Uno Mattina” a discutere di economia – si trovino entrambi, verso mezzogiorno, a “l’aria che tira” a discettare di guerra, per rincontrarsi, la sera, a “otto e mezzo”, pronti a inscenare una litigata su un tema molto spinoso come “il campo largo”. Il ministro Sempronio, intanto, aveva fatto una breve comparsata a “Omnibus” per dire la sua sullo strapotere di Trump e poi un salto a “Coffee break” (a pontificare su “la guerra in Medio Oriente”), dove era presente anche il suo avversario politico Vattelapesca, il quale - intervistato, la mattina presto, dal TG1 - aveva poi rilasciato un breve comunicato nel recarsi ad una riunione di partito, per essere poi ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, dove avrebbe presentato il suo ultimo libro, già best seller.

Ma non è finita qui, perché se vi capita di incrociare qualche telegiornale – di qualsiasi televisione pubblica o privata – ebbene, le facce di bronzo che avevate visto disquisire a Porta a Porta…a Otto e mezzo…a Piazza Pulita e chi più ne ha più ne metta, ve le ritrovate di nuovo nei vari notiziari. E la cosa buffa è che le immagini dei soliti politici… che salgono o scendono da una macchina o stringono mani o parlano al cellulare – spesso attorniati da guardie del corpo in assetto di guerra e da un nugolo di giornalisti che impugnano microfoni alla ricerca di scoop – vengono trasmesse, in maniera ossessiva anche quattro/cinque volte durante lo stesso notiziario, a supporto visivo di servizi diversi (si fa per dire). Insomma vanno bene per tutte le salse.

E’ il solito teatrino dell’informazione che va in onda tutti i giorni negli studi televisivi, dove la menzogna ha la stessa dignità della verità documentata con prove inoppugnabili; dove si consuma la quotidiana, ipocrita celebrazione della politica, “per il bene del Paese” o “per le ragioni di stato” o “per la sicurezza della nazione”; dove il conduttore fa una domanda al politico di turno, senza poi replicare alla risposta, qualunque essa sia; dove un pubblico, pagato e plaudente, assiste in maniera passiva ad una falsa contrapposizione di idee e di intenzioni; dove i nostri cosiddetti “rappresentanti” – lo ripeto ancora – sempre gli stessi, possono esprimere qualsiasi sciocchezza, possono promettere mari e monti e mentire spudoratamente, perché tanto noi cittadini italiani siamo completamente sedati, incapaci di comprendere e di reagire. Mi chiedo: ma tali rappresentazioni televisive hanno il pregio di apportare qualche contributo, non dico alla soluzione dei problemi trattati, ma almeno alla conoscenza degli stessi? C’è forse qualcuno che a fine trasmissione - avendo ascoltato le opposte fazioni politiche insultarsi - ricordi qualcosa di ciò che è stato detto, dopo che gli uni hanno affermato una cosa e gli altri il suo contrario? Ma quando finirà questa farsa autoreferenziale? E chi fa informazione, potrà mai abusare all’infinito della pazienza degli spettatori che si ostinano ancora a guardarli?