venerdì 3 gennaio 2025

L'abolizione del tempo: il sogno della nostra epoca

 


L’ideale utopico di questa nostra società sarebbe quello di abolire, del tutto, il tempo che intercorre tra un’occupazione e l’altra o che si interpone tra i nostri desideri e la soddisfazione degli stessi. Gunther Anders, uno dei maggiori accademici del Novecento, scrive nel suo libro “L’uomo è antiquato”, pubblicato nel 1980: “L’abolizione del tempo è il sogno del nostro tempo. La società senza tempo (invece che senza classi) è la speranza del domani. In questa nostra epoca non esiste un attimo che non sia dedicato – giacchè il tempo non ha alcuna importanza – allo sforzo di annullare il tempo, di rendere il tempo una faccenda antiquata, una cosa di ieri”.

Per quanto il “mercato” - supportato dalla tecnologia - si adoperi alacremente per diminuire il tempo - fino a cancellarlo - tra il lancio di un nuovo prodotto e il suo acquisto, tra la vendita e il consumo, siamo ancora lontani da questo agognato obiettivo asintotico. Nel campo dell’informazione, però, già ci siamo: riceviamo notizie, fatti e immagini dal mondo nel momento stesso in cui accadono e si realizzano. Ma ciò che possono le informazioni, e prima ancora la nostra voce attraverso il telefono, noi ancora non possiamo: non siamo in grado di spostarci, fisicamente, da un punto all’altro della terra, senza che tali spostamenti richiedano tempo. E allora adoperiamo tutto il nostro ingegno per inventare macchine sempre più veloci che possano diminuirlo o annullarlo, il tempo, perché il tempo è danaro e noi non possiamo perdere tempo. La lentezza non ci piace, è qualcosa che ci permette di fermarci e di pensare e oggi non bisogna pensare. Pensare è ricordare, è conservare; correre, invece, è dimenticare, è abolire il tempo e lo spazio.

Questa velocità l’abbiamo estesa anche alle cose e agli oggetti che utilizziamo quotidianamente: non sono soltanto intercambiabili ma devono essere sostituiti il più rapidamente possibile. Un avvicendamento produttivo infinito e inarrestabile. Un frigorifero durava troppo? Hanno programmato la sua obsolescenza. Eri affezionato ad una vecchia macchina? Ti obbligano a rottamarla perché inquina e devi comprarti un Suv, anche se inquina dieci volte di più. Tutto ciò che dura, oggi, è sinonimo di negatività, di perdita di tempo. Il motto è: consumare sempre di più per produrre sempre di più. Ma per poter consumare un nuovo prodotto è necessario averne bisogno, un bisogno, questo, che non nasce spontaneamente, come la sete o la fame: è necessario crearlo. Ecco, allora, che subentra la pubblicità che ha il compito di invogliare e spingere la gente a liberarsi delle cose vecchie per le nuove, ed avere sempre bisogno di novità. Frédéric Beigbeder, noto scrittore e pubblicitario francese, dice che la pubblicità non desidera la nostra felicità: deve farci sentire sempre insoddisfatti, perché la gente felice non consuma. Meditate gente, meditate!


7 commenti:

  1. Non mi piace questa concezione filosofica, che poi si tramuta nel pratico, del tempo. Per me, che provengo da studi classici, filosofici e teologici, il tempo è tutt'altra cosa. Sì che c'è da meditare!!!

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    1. Ricordo uno dei suoi post di un sabato 30 novembre 2024
      Minuti di spiritualità: come trovare il tempo per il cuore e l'anima.

      Eppure leggo così tanta connessione tra quello e questo scritto di Pino.Forse perché è esattamente quella lentezza e voglia di ascolto a farsene merito .

      Leggo delle verità in questo post che ho testato con mano e non si limitano ad una concezione filosofica,purtroppo .

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    2. E’ vero: “il tempo è tutt’altra cosa”. Ma ce lo stanno rubando, caro Giuseppe. In quel tuo post che ci ricorda l’amica “Anonima” di cui sopra tu scrivi: “la frenesia quotidiana, i mille impegni e la continua ricerca di produttività spesso ci allontanano dalla nostra dimensione più profonda, quella che ci connette al nostro essere spirituale, alla nostra interiorità”. E poi, ancora: “La nostra mente è sempre occupata, sempre in movimento, e raramente troviamo il tempo per riflettere davvero su ciò che stiamo vivendo”. Ecco, è quello che ho cercato di dire anch’io in questa mia riflessione, partendo dalle parole profetiche di Gunther Anders, scritte negli anni ’80 in un suo famoso libro. Il mondo in cui viviamo, per effetto di un progresso tecnologico ormai incontrollabile, va sempre più veloce e il tempo reale è ormai al di sotto delle nostre effettive possibilità percettive. Non possiamo competere con i tempi di un computer. E il computer oggi regola la nostra vita in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Anche nel campo delle informazioni il tempo è diventato talmente veloce che nel momento stesso in cui un avvenimento accade, diventa già superato da un altro ancora, in un continuo frenetico rincorrersi senza fine. Il tempo è una merce che oggi ha un prezzo altissimo: chi arriva prima vince, gli altri soccombono. E’ cambiato anche il rapporto tra spazio e tempo, ci spostiamo da un punto all’altro della terra in tempi sempre minori. Vogliamo annullare il tempo. Dobbiamo arrivare prima, non dobbiamo perdere tempo perché il tempo è danaro. Abbiamo inventato strumenti che velocizzano al massimo il tempo, eppure questa velocità non ci basta perché non abbiamo mai tempo per fermarci un attimo a pensare. Diventiamo impazienti se per un momento il computer si blocca, diventiamo isterici se ad un nostro messaggio o a una nostra telefonata non segue una immediata risposta.

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  2. In fondo l’unico modo per annullare il tempo consiste nel vivere fuori del tempo, lontano dalle mode e dai condizionamenti della pubblicità. Ed è proprio la lentezza, il non sottostare ai ritmi imposti dal progresso, il cavallo di troia che sconfigga il tempo.
    massimolegnani

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    1. Io, in qualche maniera, già vivo fuori del tempo, ma il tempo è implacabile: mi cerca, mi rincorre e mi segna. E me ne accorgo ogni qual volta mi guardo allo specchio. Sorrido...

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  3. L'obsolescenza ormai è programmata appositamente per consentire di produrre sempre e vendere in continuazione. Una lavatrice che dura venti anni blocca il mercato e l'arricchimento di chi produce.
    Un blog da scrivere e tanti altri da leggere invece, accomodano il tempo alle noste necessità e ai nostri piaceri. Buon anno Pino!!

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    1. Buon anno anche a te, Franco. E a tutti noi che riusciamo ancora a trovare, attraverso un blog, un attimo di pausa e di riflessione.

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