445 post, oltre 3200 commenti, poco
più di 157.000 visualizzazioni: questi sono gli attuali numeri del mio blog
nato nel novembre del 2013, dieci anni fa. Non sono numeri straordinari
se paragonati ad altri siti web, però ne sono ugualmente soddisfatto. Come
scrissi nella mia presentazione, volevo “fermare il tempo” e non disperdere ciò
che mi appartiene, condividendo pensieri, riflessioni, letture, divagazioni. E
per soddisfare, forse, quell’intimo desiderio insito in ogni uomo che scrive:
essere letto da qualcuno. Diceva Pavese che “è bello scrivere perché riunisce
le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla”.
Mi domando, però, se abbia
ancora un senso scrivere su un blog, consapevole del fatto che nella storia
dell’umanità non si è mai scritto così tanto come nell’epoca che stiamo
vivendo. Siamo letteralmente sommersi dalle parole, non sempre eccelse, e a
volte mi chiedo quale importanza possano avere le mie.
Nel blog ho cercato di parlare
dei libri che man mano andavo leggendo soffermandomi, in particolare, su quegli
autori quasi dimenticati, prima ancora che dai lettori, dagli stessi editori:
Giuseppe Berto, Lalla Romano, Ercole Patti, Michele Prisco, Giovanni Arpino,
A.M. Ortese, Luciano Bianciardi, tanto per fare alcuni nomi. Ho insistito con quegli
scrittori che più amo e che leggo e rileggo: Pavese, Pessoa, Proust, Svevo,
Seneca…Mi sono addentrato, e continuo a farlo, nel meraviglioso mondo dell’arte
e della poesia alla ricerca di bellezza e di sensazioni. Ho esplorato con
passione la mia terra – il Cilento – con i suoi paesi arroccati sulle colline e
ho descritto le bellezze e le brutture di una delle città più affascinanti del
mondo, Roma, dove vivo da tanti anni. Ho osservato fatti e misfatti di questa
nostra società, sempre più omologata e globalizzata, cercando di capire il mondo tecnologico con i
suoi derivati, che tutto forgia a sua immagine e somiglianza. Un mondo lontano anni luce dalla mia filosofia di vita,
che non prevede urgenze da smartphone. Ho solo sfiorato la politica, che mi ha
deluso e mi ha tradito, e non vado più a votare. Ho cercato di guardare, più da
vicino, i mezzi di comunicazione di massa che veicolano e manipolano
informazioni e individui. Ho raccontato le mie malinconie, la mia solitudine, i
miei rimpianti, le mie nostalgie. Mi sono fermato a riflettere sul tempo che scorre
e lascia i suoi segni indelebili sulle cose e sugli uomini. E mi sono
confrontato piacevolmente con persone squisite che – da dieci anni - hanno
ancora la pazienza di leggermi.
Confesso, ci sono alcuni blog che leggo per abitudine, per regolarità, perché mi appare un nuovo articolo sul blogroll. Di altri blog, invece, lo attendo impaziente una nuovo articolo, e trovo sempre piacere particolare nel leggerlo e assaporarlo. Ovvio tu sei tra questi ultimi, quindi niente pazienza, ma solo piacere.. con la tua pacatezza, le tue riflessioni, la bellezza che rimbalza dai tuoi occhi di acuto osservatore ai nostri di avidi lettori. Complimenti quindi per i tuoi dieci anni.. bloggeristicamente siamo coetanei e ce la divertiamo ancora un sacco, anche se ci tieni a sottolineare soprattutto il lato malinconico della scrittura, ma voglio scorgerci soprattutto bellezza e ammirazione, per la vita e le meraviglie che ci concede, e di cui riusciamo a fare tesoro. C'è un mondo da esplorare ancora, e lo sai..
RispondiEliminaGrazie davvero, Franco, per le tue belle parole. Si, "bloggeristicamente siamo coetanei"...ma tu sei più prolifico :). Ti confesso che a volte dico a me stesso: adesso smetto perchè scrivere non è il mio mestiere. Poi, però, c'è sempre qualcosa che mi passa per la testa e allora faccio prevalere questo desiderio di fermare sulla carta (si fa per dire) i miei pensieri. Ciao e buona giornata.
EliminaL'anonimo sono io, naturalmente :)
RispondiEliminati domandi se ha ancora senso scrivere su un blog, ti rispondo assolutamente sì, perchè scrivere a questo modo richiede lentezza, riflessione e pacatezza. Forse è una forma di snobismo che ci differenzia dalla massa che preferisce i social, ma anche per questo non smetteremo di scrivere.
RispondiEliminaun abbraccio da chi ha un anno più di te
ml
Hai proprio ragione, mio caro "vecchio" amico. E, poi, scrivere serve a mantenere in forma il cervello contro l'invecchiamento mentale.
EliminaRicambio l'abbraccio
E' sempre un piacere leggerti.
RispondiEliminaFra.
Grazie per l'apprezzamento!
EliminaCondivido con quanto scrivi sull’epoca che stiamo vivendo, letteralmente sommersi dalle parole, non sempre eccelse....ma le tue rimandano spesso a qualcosa che nello scorrere del tempo abbiamo smarrito, rimandano spesso non a quel solo modo di dire " si stava meglio prima "ma a come potevamo coniugare i due tempi conservandone un altro detto "prendi l'arte e mettila da parte".Si perché chi ha vissuto a cavallo da più generazioni ha potuto tirare dal peggio anche il meglio è può essere un esempio positivo per gli altri , anche solo per fermarsi ad ascoltare e riflettere leggendoti. Ne vale davvero la pena perché c'è un senso di coerenza e armonia , nonché bellezza,con tutte le descrizioni che te stesso fai,sintetizzando gli interessanti temi trattati .
RispondiEliminaPer questo quel desiderio di "fermare il tempo" ha un valore prezioso per te che ne scrivi e per noi che ti leggiamo .
Sono solita vedere del bello anche nei blog meno inclini al mio modo percettivo di vivere la vita,li vedo quasi sempre come un ulteriore arricchimento per me.Il tuo blog nato dopo il mio ingresso in rete è sempre stato un faro che ha confermato questo mio modo percettivo.Per cui la mia esclamazione rimane sempre :guarda un altro alieno terrestre che comprende anche il mio linguaggio!
Grazie a te e buona giornata a tutti.
L.
Grazie, Linda, per le tue parole sempre generose. E' proprio così: diventi un alieno, per gli altri, se non ti adegui al pensiero unico ricorrente. L'uomo d'oggi sembra poter fare a meno delle esperienze del passato. Sta sperimentando una condizione paradossale che è quella di non appartenere più ad una realtà esistenziale che sta scomparendo - o è già scomparsa - e di non sentire come sua quella nuova che si va affermando. Eppure, io credo che non ci potrà essere futuro se non sapremo riappropriarci di certe buone e semplici abitudini di vita del tempo che fu.
EliminaGrazie ancora.
Cambierò nome al mio blog: lo chiamerò "faro del web". Sorrido...Non sapevo che raccogliessi le olive...e le cicorie di campo! Che meraviglia! Stare immersi nella natura è davvero un privilegio. Ecco, per stare bene dobbiamo riscoprire il valore della campagna. Ciao.
Eliminap.s. - spero che la raccolta delle olive a te sia andata bene ... :)
Auguri! E, come si dice in questi casi, altri cento di questi anni, che, in questo caso siano anni di scrittura e prolificità. Scriviamo perché è un'esigenza, allora perché non assecondarla finché non smette di esserlo? Io, dal canto mio, posso dirti che sono molto contenta di averti trovato nel web: qui mi sono subito sentita a mio agio
RispondiEliminaGrazie Marina, sei troppo buona. Si, scriviamo "perchè è un'esigenza". E, forse, scriviamo per confessarci e per fermare il tempo che scorre veloce, sperando che quel messaggio di pace, di augurio, di gioia o di dolore, di aiuto o di consenso, venga accolto da qualcuno, solo per un istante, e poi lasciato.
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