Cerca nel blog

martedì 9 maggio 2023

Franco Arminio: tornate al paese

 


Franco Arminio è un gentile e colto signore dell’Irpinia il quale somiglia, sotto certi aspetti, ad un monaco laico: da molti anni a questa parte va predicando la poesia - in lungo e in largo per l’Italia - quale balsamo per l’anima oltre che forma di conoscenza e di bellezza. “Sogno un mondo – lui scrive – in cui si leggono poesie ai matrimoni, ai compleanni, ai funerali. Una poesia per aprire il collegio dei docenti e il consiglio dei ministri, una poesia prima del pranzo e della cena, nelle cerimonie di Stato, alla tv in prima serata, poesia al mercato, in camera da letto, in pizzeria…”. 

Si definisce “paesologo” e nei suoi versi, così come nei suoi scritti brevi, si coglie sempre il suo sguardo attento alla natura, alle cose semplici della vita e ai piccoli paesi da cui bisogna ricominciare se vogliamo salvarci come esseri umani. “Tornate al vostro paese, non c’è luogo più vasto. Tornate presto, non pensate se è conveniente per la vostra vita. Cominciate la grande migrazione al contrario. Avete una casa vuota che vi aspetta, la casa che vostro nonno ha costruito con i soldi dell’emigrazione: voi qui potete accendere la vita, altrove al massimo potete tirare avanti la vita. Tornate, non dovete fare altro. Qui se ne sono andati tutti, specialmente chi è rimasto”.


10 commenti:

  1. Grande e amato poeta dei nostri tempi
    Francesco

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, per Roberto Saviano, Arminio è uno dei più importanti poeti del nostro Paese. Il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato.

      Elimina
  2. condivido il tuo amore per Arminio.
    è il cantore di struggenti utopie
    ml

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Carlo. Mi piace quel "cantore di struggenti utopie". E' un modo per consolarsi...

      Elimina
  3. Vado controcorrente, non mi fa impazzire Arminio; sicuramente per mio errore tendo a leggerlo come sentenziasse, come da un pulpito neanche troppo invisibile da cui fornire saggezza, indicazioni, esatte vie e coordinate di vita.. lo immagino, un giorno, specificare con disarmante naturalezza che le poesie da leggere al Collegio docenti, prima di cena, sul tram o al ristorante, dovranno essere ovviamente le sue.. mia colpa sicuramente. Cercherò di interpretare meglio, nulla togliendo ovviamente alle sue nobilissime intenzioni..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A qualcuno piace, a tanti altri non piace: vale per Arminio come per Montale. Con questo, naturalmente, non voglio mettere sullo stesso piano l’arte poetica del “paesologo” di Bisaccia con quella del Premio Nobel Montale. Voglio dire, semplicemente, che la poesia ha molteplici sfaccettature, nasce da sensibilità diverse e racconta sentimenti diversi. E ognuno si ritrova nelle poesie a lui più congeniali. Eugenio Montale diceva che esistono in coabitazione due poesie, una delle quali è di consumo immediato e muore appena viene espressa o letta, mentre l’altra può dormire i suoi sonni tranquilli. Un giorno si sveglierà se avrà la forza di farlo. Benedetto Croce aveva espresso lo stesso concetto con altre parole, ancora più incisive: “fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini”. Ora il grande poeta Montale è ancora tra di noi, intoccabile ed eterno. Arminio, invece, va in giro per paesi a leggere le Sue poesie (non ho mai visto un poeta che legge le poesie degli altri) ed ha un sogno nel cassetto: che un giorno, non lontano, si possa leggere in televisione - magari in prima serata, al posto dei tanti programmi demenziali con ricchi premi - una poesia di Montale…di Cardarelli…di Alda Merini…di Leopardi. E, perché no, di Franco Arminio se sarà un poeta e non l’ennesimo “cretino” che continua a scrivere poesie pur avendo superato i diciotto anni. Nel frattempo, lui si spende in lungo e in largo per l’Italia – senza fare danni - con le sue poesie simili ad orazioni civili (nessun altro poeta contemporaneo lo fa), poesie che illuminano il presente e testimoniano una diversa visione del mondo.

      Elimina
  4. “Lo sappiamo che esistono

    persone che se parli di tramonti

    e lune e fili d’erba e morti e case chiuse

    pensano che sei un nostalgico

    e pure astratto e poco politico.

    Queste persone spesso immaginano

    di essere estreme e di sinistra

    e di essere pure dalla parte dei deboli

    e della correttezza.

    Hanno ragione, la poesia non è corretta,

    la poesia non è di sinistra

    e non deve difendere nessuno,

    la poesia cade nel mondo da un altro mondo

    e se non vi interessa non c’è problema,

    ignoratela,

    tanto voi sapete già tante cose

    e siete sulla retta via,

    non vi serve leggere negli occhi delle vacche

    nei respiri delle formiche.

    La poesia pensatela narcisa,

    pensatela presuntuosa,

    pensatela come volete.

    Ci sono gli alberi, ci sono i morti,

    ci sono gli abbracci,

    c’è ancora qualcosa

    per cui è bello vivere.

    Io vivo per tutto quello che vi sfugge.” (Franco Arminio)

    Grazie a Franco Arminio e a te Pino che ce ne scrivi :)

    Lieta giornata a tutti


    L.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te. Come dice il saggio, una poesia al giorno.....
      Un saluto

      Elimina
  5. CASA MIA
    Inutile dissidio delle ultime
    Cinquantotto estati.
    Parole esitanti, stonate,
    risibili caricature del mio
    sosia che malamente recita
    il ruolo che fu di altri.
    Quando certa sarà stabilita
    La mia definitiva
    inutilità
    vecchiaia e saggezza mi riporteranno
    a casa mia.
    La porta sarà aperta,
    abbraccerò le pareti bianche
    mi confonderò con esse.
    E infine non ci sarà più nessuno
    che mi dirà che troppo grande
    è stata la malinconia di vivere.

    Scritta una decina d'anni fa: tornerò là dove sono nato. Ciao Pino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Enzo, per questa tuoi versi bellissimi e struggenti. "...vecchiaia e saggezza mi riporteranno a casa mia". Anch'io tornerò, per sempre, "là dove sono nato"
      Un caro saluto

      Elimina