giovedì 23 giugno 2022

Quella faccia un pò così...

 


Il sociologo Domenico De Masi, qualche anno fa, scriveva che i 5 Stelle non erano ancora pronti a governare perché, per essere classe dirigente di un paese, prima di tutto occorreva avere la faccia giusta: “quella rapace di La Russa, quella greve di Salvini, quella stitica di Monti, quella paracula di Mastella”. Ma non bastava la faccia, ci voleva anche “la parola alata di Vendola, quella sibillina di Moro, quella cafona di De Luca”. E poi – diceva sempre De Masi - occorrevano le idee, come quelle “sgangherate di Alfano, quelle perfide di Ichino, quelle variopinte di Gasparri”. Insomma, per diventare veri statisti di partito occorreva “l’ingenuo candore di Andreotti e l’adolescenziale stupore di Scajola, la santità di Previti e la trasparenza di Gianni Letta, il giovanile coraggio di Napolitano, la pluridecennale esperienza governativa della Boschi e la specchiata onestà di Ciancimino”. Ecco, finalmente dopo alcuni anni di praticantato e di esperienza, alcuni Pentastellati capeggiati da Giggino – rinnegando il passato - si sono staccati dalla casa madre perché ritenevano, finalmente, di avere acquisito le giuste e necessarie qualità per essere considerati vera classe dirigente di questo nostro martoriato paese. E pensare – caro Domenico De Masi - che il fesso e ingenuo che scrive, illudendosi, li aveva pure votati,  proprio perché allora non avevano quella faccia “un po' così…” che hanno i politici nostrani.


8 commenti:

  1. Per quanto appaia qualunquista.. ad affermare "che sono tutti uguali" questi politici da strapazzo, non si sbaglia poi troppo.. una volta inseritisi nel sistema, trasfigurano proprio.. ma non è colpa loro, tant'è che io sono convinto che nonostante uno sia immacolato e fresco di idee rivoluzionarie, calato in questo sistema bacato, finisce per rovinarsi in un amen.
    Dovremmo cambiare proprio sistema, abolire tutti questi partitini e spedire tutti a casa...

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    1. Non sei qualunquista: sei solo realista, mio caro Franco. Una volta inserito nel sistema, il politico, qualunque politico, viene fagocitato dalla demagogia e dal populismo. Non so se esistono degli ottimi politici: se ci sono, durano poco e poi vengono emarginati. Lo aveva notato già Aristofane 2500 anni fa quando scriveva che il politico cattivo scaccia quello buono. In un ambiente bacato sopravvive quello che sa adattarsi, non il migliore. Il problema è che i politici devono piacere alla gente, e poi devono essere rieletti ogni volta, e per piacere alla gente, alla massa, devi anche essere un pò stupido, perchè la gente è in buona parte stupida. La gente vuole sentir raccontare le favole, non la realtà che preferisce non vedere. E il politico soddisfa questo desiderio: ecco allora gli slogan che funzionano come gli spot pubblicitari. Io non vado più a votare. Potrei tornare al seggio solo se un candidato dicesse pubblicamente: Votatemi, ma io non vi prometto nulla! sarebbe molto più credibile :)

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  2. le doti che De Masi attribuisce ai politici sono divertenti, ironiche e più che laudative mi sembrano critiche.
    Quanto a Di Maio non posso dimenticare che è quello che per limitare le defezioni aveva introdotto nello statuto la norma (folle, illegale e anti-costituzionale) in base alla quale i parlamentari che avessero abbandonato il movimento per altri schieramenti, avrebbero dovuto pagare una penale di 100.000 euro.
    massimolegnani

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    1. La penale vale solo per gli altri, non per Giggino. Lui ha mutato pelle, come accade ai serpenti, e incarna alla perfezione quel sistema bacato che all’inizio della sua carriera combatteva con tutte le sue forze. Chi non ricorda il “bibitaro” (così lo chiamavano i suoi detrattori, gli stessi che oggi lo esaltano come un grande statista), sostenitore accanito dei due mandati parlamentari? Quel principio, per il quale aveva carpito anche la mia fiducia, non vale più. Ha assaggiato il potere e gli piace assai! Quella poltrona su cui è seduto e che non vuole più lasciare conta più della sua dignità. L’uno vale uno è solo un lontano ricordo: meglio “io so io…e voi non siete un c….”

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    1. Se leggessimo le sue commedie, capiremmo molte cose della nostra politica. Ciao Enzo

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  4. Dalle mie parti un tempo dire a chi era andato il tuo voto era un po come svelare ad altri I tuoi peccati confessati al prete:)

    Oggi si va in chiesa di meno sfiduciati dalle contraddizioni e dalle false interpretazioni della Bibbia,ma non ci si riesce proprio ad astenersi al voto di una politica che fa unicamente gli interessi dell'eletto da intere generazioni!
    Non è casuale il riferimento ma meditativo ...

    Astenersi ad un dovere è grave dice qualcuno...e sono d'accordo ma se quel dovere non è figlio di altri doveri cosa votiamo oltre al chi?

    Buona settimana Pino


    L.

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  5. Brava! Il dovere civico del voto è legato al dovere di rispettare, da parte di chi è stato eletto anche con il tuo voto, non solo il movimento /partito di cui fa parte ma anche le promesse sbandierate in campagna elettorale. Di Maio ha sconfessato tutto e si è dimostrato il peggiore voltagabbana della politica. Certamente per i suoi interessi personali e non per le attese e le speranze e i sogni di chi l'aveva votato. Se tu fai parte di un partito non puoi cambiare casacca: se lo fai, ti devi dimettere non solo dagli incarichi governativi rivestiti, ma dallo stesso Parlamento e farti eleggere altrove. Non mi risulta che l'ex bibitaro di Pomigliano lo abbia fatto. Mi ha deluso e non posso avere più fiducia in questa classe politica assetata solo di potere, di soldi e di poltrone. Un mondo questo lontano anni luce dalla mia filosofia di vita. Ha ancora un senso votare se il più pulito ha la rogna?
    Ciao L.

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