mercoledì 10 novembre 2021

No cellulare...No bancomat

 


Mi trovo davanti allo sportello bancomat per un prelievo. Inserisco la mia carta bancomat e mi appare una scritta: “la sua carta non è valida, si rivolga ad un operatore della sua banca”. Guardo la scadenza: aprile 2023. Non capisco. Entro in banca e chiedo chiarimenti. Una gentile impiegata controlla e poi mi dice: “stiamo ritirando le vecchie carte, questa non è più valida nonostante non sia ancora scaduta; se vuole, può fare la richiesta di una nuova carta, al prezzo di 1 euro al mese”. Notate quel “se vuole”…come se io avessi altre alternative. Faccio presente che nessuno mi ha informato di questa cosa e poi, fino a ieri, non ho mai pagato un centesimo di canone. E vabbè!...non si può avere tutto dalla vita!

Quindi, viste le cose come stanno, non posso che avanzare richiesta di una nuova carta bancomat; la gentile impiegata procede e dopo un pò mi chiede il numero del cellulare, al che io rispondo di non possedere cellulari, tutt’al più posso darle quello di casa. Sorrisino stranito dell’impiegata, come a dire, ma questo dove vive?; così vengo a sapere che il telefono fisso di casa non serve più a nulla. E’ un oggetto anacronistico, simile ai segnali di fumo. Ormai lo usano solo gli sfigati. L’impiegata – afflitta - mi comunica che senza cellulare non può rilasciarmi la nuova carta perché il “sistema” deve necessariamente mandarmi un messaggio di conferma. E’ assurdo! Allora tento di aggirare l’ostacolo, fornendo il numero di cellulare di mia moglie: però lei dovrebbe essere presente in banca – mi dice l’impiegata - e poi…non è detto che il famigerato “sistema” accetti il numero di telefono di un altro utente. Si sa, le macchine sono tanto intelligenti quanto stupide. Faccio le mie discrete rimostranze, senza esito, e me ne vado sconsolato e frustrato, senza avere neanche la mia vecchia carta (come ricordo) perché la gentile impiegata nel frattempo l’aveva già tagliata in mille pezzi.

Mi viene da pensare alle innumerevoli proteste e scontri in piazza che ci sono stati in questi ultimi giorni a causa dell’obbligatorietà del “green pass” . Ebbene, mi aspetterei anche ribellioni e cortei contro la strisciante imposizione del cellulare in questa nostra società…ma – ahimè – credo proprio che chi oggi combatte la cosiddetta “dittatura sanitaria” difficilmente sarebbe disponibile a scendere in piazza, con la stessa veemenza, contro la vera dittatura dei nostri tempi: la “dittatura digitale”.


15 commenti:

  1. ti capisco, io ho un vecchio cellulare, di quelli che non fanno foto nè si connettono a internet, e mi capitano a volte problemi come i tuoi.
    certo che la tua banca è stata di una scorrettezza mostruosa a disabilitarti la carta senza preavviso!
    ml

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    1. Tempi duri, per chi vuole vivere senza essere pedinato da strumenti tecnologici! :)

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  2. Mi chiedo come entriate in SPID, ormai essenziale, a breve, pure per ordinare una pizza.. ;)
    p.s. comunque le banche esagero, e se non lo so io.. ;)

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    1. Sarà un bel guaio quando sarà obbligatorio avere 'sto Spid. Io, la pizza, almeno per il momento, me la vado a comprare direttamente in pizzeria...né potrei mai farmela portare a casa da Glovo, come oggi è di moda. Per quanto riguarda, poi, l'esagerazione delle banche e dei bancari, mi viene in mente quella famosa locuzione latina pronunciata da Cicerone di fronte al Senato romano: "fino a quando, dunque, Catilina abuserai della nostra pazienza?" :)

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  3. Sarei curioso di sapere come farai per avere un bancomat valido
    Francesco

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    1. Mi sto informando per sapere se esiste sul mercato un "cellulare usa e getta": però non sono disposto a spendere più di dieci euro :)

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  4. Siamo dei dinosauri Pino, sopravvissuti non si sa come al meteorite che piombò sulla testa degli umani ere geologiche fa.
    Non credo che si possa sfuggire a questa dittatura imperante. Io per ora sono soltanto sfuggito a questo ambiente che in gran parte non riconosco più mio. Mi sono trasferito in un luogo appartato per pochi intimi: se vuoi trovarmi scrivimi, mi piacerebbe che anche L. che spesso passa da te lo facesse. Stammi bene
    enzorasi2021@outlook.com

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    1. Più che un sopravvissuto, io a volte mi sento un alieno – caro Enzo - incapace di inserirmi nei meccanismi comportamentali di questa nostra strana epoca, dove conta solo l’apparire. Se non ti adegui alle mode, se non hai l’ultimo modello di smartphone, se non ti fai vedere alla guida di un suv, se non hai l’amante, se non stai sui social, se non fai qualche comparsata in televisione, e non importa dove, se non hai neanche un piccolo tatuaggio…non sei nessuno. Non esisti. E poi la tecnologia, con tutte le sue applicazioni e i suoi strumenti - che diventerà sempre più devastante nei prossimi anni - è ormai entrata dentro di noi: ci condiziona e ci modifica e le conseguenze future saranno peggiori di quel “meteorite che piombò sulla testa degli umani ere geologiche fa”. Sia chiaro: l’avanzamento del progresso è un’ottima cosa, come un’ottima cosa sono le scoperte, la scienza. Non voglio tornare al passato, dove certamente non esistevano certi problemi dell’oggi, ma ce n’erano molti altri ben più gravi e drammatici. Tutto dipende dall’uso che ne facciamo e dai comportamenti che ne conseguono. Ora, se la stragrande maggioranza delle persone, al solo pensiero di non avere il cellulare tra le mani, va nel panico; se ti senti perduto perché nessuno ti cerca e non ricevi in continuazione messaggi; se non sai che fare perchè facebook, da alcune ore, non funziona; se vai in banca e ti dicono che per poter prelevare i tuoi soldi, devi avere per forza un telefonino; se oggi un idiota può dire o scrivere qualsiasi scempiaggine in rete e conquistare milioni e milioni di adepti… Ebbene, c’è qualcosa che non funziona. E’ un sistema da rivedere perchè può diventare pericoloso. Mi dici che ti posso trovare “in un luogo appartato per pochi intimi”, dove ti sei rifugiato: se ti fa piacere, ti farò visita, ma solo quando avrò qualcosa di importante da dirti che vale più del silenzio, come avrebbe detto l’abate Joseph Antoine Dinouart. Invece, se io potessi – caro Enzo - mi rintanerei in un eremo su una montagna, lontano dai clamori della modernità, con una capretta, tre galline , un cane e qualche libro, dove preservare la mia libertà e godere della mia solitudine. Un caro saluto :)

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  5. Mi fa molto molto riflettere quanto dici ...e mi sovviene una domanda: ma gli avvisi scritti tramite lettera sono stati assorbiti davvero e unicamente dal tipo di comunicazione digitale?

    Io avrei controbattuto con una bella "lettera" alla banca per aver sorvolato su una comunicazione importante... dando anche un volto e una svolta a questo bel tipo di comunicazione che non svanirà così facilmente ,favorendo anche la lotta alla "dittatura digitale"...

    Tempi duri e avvistamenti di "alieni":).

    @Enzo
    Grazie per questo invito,mi trovo unbpo tra " chi preferisce il commento alla e-mail :)



    L.

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    1. Hai ragione, avrei dovuto controbattere con una lettera di protesta alla banca...ma pure questa trova il tempo che trova. Il mondo va verso questa direzione e chi non si adegua sta fuori. Si, sono tempi duri...mi aspetta l'eremo tra le montagne, dove i soldi non servono. Buona domenica a te e un sorriso :)

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  6. PER L MA ANCHE X QUALCUN ALTRO -
    La mail viene usata in questo caso per discrezione, per non dare in pasto a tutti la chiave per entrare e leggere il mio blog: se qualcuno ritiene che ciò sia sgradevole, snobistico etc etc mi spiace ma non farò diversamente. Per chi vorrà onorarmi anche in silenzio della sua lettura e del suo ricordo posso assicurare che all'interno del mio blog i commenti sono totalmente liberi. E' la segretezza a difenderci da intromissioni non gradite.

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    1. La mail non è assimilabile al blog: sono due strumenti completamente diversi, questo è chiaro. Se tu vuoi escludere "intromissioni non gradite" escludendo dalla lettura certe persone, sei libero di farlo e credo che non sia un atteggiamento "sgradevole" né tantomeno "snobistico". E' il tuo modo di essere, che forse scaturisce anche da certe tue negative esperienze maturate nell'arco dei tanti anni di presenza nella blogosfera. Ciao Enzo

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  7. Chiedo scusa a te Pino ,perché non vorrei sembrarti inopportuna scrivendo di altro nel tuo spazio,ma non vorrei nemmeno peccare di maleducazione nei riguardi di Enzo.

    Anche io non percepisco atteggiamento sgradevole e snobistico verso la tua libera e motivata scelta e onestamente per diverso tempo sono stata onorata dalla lettura dei tuoi scritti attraverso il silenzio.Che la segretezza difenda da intromissioni non gradite avrei i miei dubbi ,perché credo che proprio la "divulgazione" del bello ammutolisce il brutto ,fa in un certo senso da "autodifesa". Ringrazio ancora...


    L.

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    1. "la "divulgazione" del bello ammutolisce il brutto" è un pensiero che mi piace. E' pur vero, però, che senza il brutto non ci sarebbe il bello. :)
      Ciao

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