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sabato 2 ottobre 2021

I 99 anni di Raffaele La Capria

 


E’ il mio terzo post, di fila, che dedico a Raffaele La Capria e ai suoi libri: domani il grande scrittore e intellettuale napoletano compie la bellezza di 99 anni. Auguri vivissimi, maestro!

Avevo l’abitudine, tempo fa – quando tutti i giorni compravo un giornale (ora non più) - di ritagliare e conservare quegli articoli che più mi interessavano. Li raccoglievo in una bella cartella e, di tanto in tanto, mi capitava di aprirla per rileggere qualcosa. E così ho fatto l’altro giorno, quando mi sono imbattuto in un elzeviro scritto una quindicina di anni fa proprio da Raffaele La Capria su “La Repubblica” intitolato “Il gioco dello sparire”, con cui lo scrittore faceva una riflessione sulla morte. “Noi tutti viviamo – scriveva La Capria – come se non sapessimo di dover morire, è stato detto ed è vero. Meno male. Se prendessimo la cosa sul serio (come meriterebbe), chi muoverebbe un dito? Chi si darebbe da fare per ottenere questo o quello? E dove finirebbe il desiderio di amore, di potere, di fama e di gloria? Dunque, vivere come se si fosse immortali è una prerogativa della giovinezza”. Ma la giovinezza non dura per sempre  e allora arriva un momento, prima o poi, in cui si finisce inevitabilmente per pensare alla morte. Anche se la morte ci fa paura solo a nominarla. Per La Capria questo pensiero arrivava proprio nei momenti più belli, magari quando stava seduto sul terrazzo della casa di Capri ad ammirare il magnifico panorama che gli si presentava davanti, ed allora “il pensiero della morte, non come cosa temuta ma come presenza che dava valore al momento che stava trascorrendo, arrivava di soppiatto”. Lui dice che chiudeva gli occhi e immaginava il dopo, l’Eterno. Allora sparivano i rumori, la bellezza che stava ammirando, le fusa della sua gattina, la barca che filava lontano sul mare e subentrava un silenzio immenso dove pian piano anche lui spariva, anzi si annullava. Poi di colpo riapriva gli occhi e tutto ritornava come prima. E questa sensazione, scriveva La Capria in quel suo articolo, era bellissima. Era come se la bellezza e la fugacità delle cose e della vita giocassero a nascondino. E questo gioco “dell’apparire e scomparire” era uno di quelli che più lo divertivano quand’era bambino, con un senso di meraviglia e di timore.

Superati gli ottant’anni, La Capria lasciò la casa di Capri e questo diede inizio a un nuovo rapporto tra lui e il pensiero della morte. “Perchè mentre prima era soltanto un’acquisizione della coscienza…dopo è diventato rassegnazione. Non più sapere che moriremo, ma rassegnarsi a poco a poco a una fine vicina”. Ma il problema della vicinanza è un altro mistero della vita, dice lo scrittore “e può essere rivelato nei momenti più banali”. Lui aveva 85 anni quando andò da un dottore per una visita di routine e in quella circostanza scoprì che il suo corpo era “abitato dall’Estraneo”. Ma il medico gli disse di stare tranquillo perché “l’Estraneo” non ce l’avrebbe fatta ad estendersi perché la morte lo avrebbe fregato arrivando certamente prima di lui. Scriveva La Capria: “Bella soddisfazione! Ecco, così mi è stato rivelato il senso della vicinanza, così è nata la persuasione. Una persuasione che non è solo sapere che tutti dovremo morire – sentimento da tutti in modo diverso condiviso – ma significa rassegnarsi alla propria morte, vicina, anzi prossima ventura, preparandosi adeguatamente, col distacco e con la distrazione vigilante, alla sua inevitabilità.” Ancora tantissimi auguri e lunga vita al nostro caro scrittore.

Ora mi viene da pensare che il prossimo anno dovrà essere eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Ebbene, se Raffaele La Capria avesse avuto qualche anno di meno, sarebbe stato – almeno per me - il candidato ideale, una scelta di rottura rispetto al passato: uomo colto e raffinato, simpatico e affabile, conoscitore delle cose del mondo e soprattutto non legato ai giochetti della politica e della finanza. Con tutto il rispetto per gli attuali papabili, tra cui Draghi (patrimonio dell’umanità…), Berlusconi (ancora lui?...Signore abbi pietà di noi!), e poi Franceschini, Cartabia, Casini (Casini?...Signore pietà!!), Alberti Casellati… Così tanto per fare alcuni nomi che vanno per la maggiore.


4 commenti:

  1. penso che La Capria con il suo sottile dire ironico ora sorrida a questa morte che gioca a nascondino con lui, lui già rassegnato e lei che non si decide. Anche questo è uno sparire e riapparire.
    massimolegnani

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    1. Io credo che lui, ancora oggi, continui a chiudere gli occhi sulla terrazza della sua casa romana e ad immaginare il "dopo", felice di quel suo gioco "dell'apparire e scomparire". E la morte attende, quasi accettando il gioco. E mi auguro che questo gioco a nascondino possa durare per tanti anni ancora.

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  2. Mi unisco agli auguri per il compleanno di La Capria. Relativamente alla proposta di candidarlo alla Presidenza della Repubblica, io credo che un centenario come lo scrittore napoletano non sarebbe per niente male.
    Francesco

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    1. Non lo avrebbero eletto, questi politici, anche se avesse avuto 70 anni. Quelli fuori dal coro della politica non piacciono...

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