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mercoledì 13 novembre 2019

Sant'Onofrio: pace e silenzio nel cuore di Roma



Accanto ad una Roma monumentale e barocca, con le sue grandiose basiliche, i suoi imponenti palazzi gentilizi, le sue antiche rovine che testimoniano la potenza dell’antico impero romano; e accanto ad una Roma caotica per il traffico e perennemente invasa dai turisti, che genera spesso un senso di spaesamento, esiste un’altra Roma poco conosciuta, meno affollata, appartata e suggestiva, direi quasi familiare, con un’architettura meno appariscente, che nasconde atmosfere piacevoli e rilassanti tipiche di un piccolo borgo. E’ una Roma, questa, che a volte ti si presenta davanti all’improvviso, quando meno te lo aspetti: basta non seguire l’incessante flusso turistico e svoltare l’angolo per immergersi in uno spazio dove regna ancora il silenzio, la pace e dove il “sacro” aleggia nell’aria che respiri.

Il complesso di Sant’Onofrio sul Gianicolo, con il suo convento, con la sua chiesa, con il suo chiostro presenta tali caratteristiche. Questo luogo dello spirito aveva colpito positivamente anche Giacomo Leopardi quando fu ospite degli zii a Roma, intorno al 1823. Lui, che proveniva da quel “natio borgo selvaggio”, mal sopportava la disgregazione della grande città, dove risultava difficile poter coltivare rapporti di amicizia e di solidarietà e dove veniva umiliato e disperso quel senso poetico che si può cogliere solo nei piccoli centri. Non è un caso, allora – come scrive Attilio Brilli (In viaggio con Leopardi – Ed. il Mulino) che “l’unico momento d’intensa identificazione con lo spirito del luogo venga colto da Leopardi in un’altra Roma, ben più intima, circoscritta, paesana, quasi pittoresca”. E ciò avvenne nel corso della sua visita al borgo che contorna il chiostro e la chiesa di Sant’Onofrio sul Gianicolo.


Il luogo si raggiunge - per chi proviene da Trastevere - percorrendo una ripida, stretta e silenziosa stradina, con alcuni tratti di scalinate (la Salita di Sant’Onofrio), fiancheggiata da antichi palazzi, che congiunge via della Lungara al colle del Gianicolo. Il posto che ti accoglie è tra i più poetici di Roma. La chiesetta, dedicata all’eremita Sant’Onofrio, che visse per circa sessant’anni nel deserto, fu fondata nel 1419; qui si respira ancora qualcosa di quell’atmosfera di pace che deriva dalle sue antiche origini. Sul piazzale antistante la chiesa, da cui si può godere una bellissima vista sul centro storico di Roma, sorge una graziosa fontana il cui dolce mormorio invita al riposo ed alla contemplazione. Un grazioso portico ad angolo adorno di affreschi del Domenichino, che rappresentano “Fatti della vita di San Gerolamo”, unisce la chiesa al monastero, dove trovò riparo e conforto Torquato Tasso e dove morì nel 1595 in una cella dello stesso monastero, dove oggi è allestito un piccolo museo a lui dedicato. La sua tomba è visibile all’interno della chiesa che presenta linee gotiche, con affreschi rinascimentali nell’abside, opera del Peruzzi e del Pinturicchio. Il portico esterno è collegato, tramite un breve e basso corridoio, al delizioso e piccolo chiostro quattrocentesco che presenta una serie di lunette affrescate dal Cavalier d’Arpino con le storie di Sant’Onofrio. 

Lo confesso: quando mi trovo a sostare in un ritiro spirituale come questo, al riparo dal frastuono e dalla folla, dove chiuso e aperto convivono in splendida armonia e dove il silenzio e la bellezza regnano in un connubio perfetto, fa sentire forte la sua voce quel monaco laico che vive dentro di me; lui vorrebbe chiedere asilo al monastero e stabilirsi per sempre in quest’oasi di pace che dispone l’animo alla tranquillità e rimuove gli affanni che avvelenano la mente.

7 commenti:

  1. posto meraviglioso. atmosfera meravigliosa, pace persino invadente.

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    1. ...ma è proprio quella "pace persino invadente" che mi conquista

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  2. È molto percettibile quella tua confessione finale al post...una sorta di poesia spirituale interiore.

    Roma è una città molto ricca di arte e bellezze ...una ricchezza che è inversamente proporzionale alla tossicità mentale,quasi a voler corrompere lo sguardo anche delle bellezze interiori.


    L.






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    1. E' vero: sono attratto da questi luoghi spirituali, così come sono affascinato dagli eremi o da quei piccoli borghi di campagna, isolati e incastonati nella natura, dove il silenzio è di casa e dove la sacralità si può trovare in ogni angolo, in ogni pietra, in ogni volto della sua gente. Roma - nonostante i suoi atavici e irrisolti problemi - ha un altro fascino e resta una delle città più belle del mondo. Mi piace scoprire le sue bellezze più nascoste girando "controcorrente". Che poi, per una sorta di legittima difesa, è il mio modo di vivere in questa strana società dove faccio fatica a ritrovarmi, dove i comportamenti sono omologati al ribasso, e dove il senso della bellezza e della civiltà sembrano spariti.
      Ciao L. e buona serata

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