Se c’è uno
scrittore meridionale che forse più degli altri ha saputo analizzare, con
grande maestria, l’animo umano attraverso i suoi
libri, interrogandosi su alcuni grandi temi del vivere quotidiano che
tormentano l’uomo moderno - quali la solitudine, la sofferenza,
l’incomunicabilità tra le persone, i difficili rapporti familiari - ebbene
questi è Michele Prisco, lo scrittore partenopeo nato a Torre Annunziata e
morto nel 2003 nella città che lui più amava, Napoli.
“La provincia
addormentata” rappresenta il suo esordio nel
mondo letterario, pubblicato nel 1949. E’ un testo che comprende dieci
racconti, attraverso i quali Prisco dipinge, in chiave psicologica, un affresco
umano ed esistenziale di notevole impatto emozionale incentrato sulla ricca
borghesia partenopea degli anni ’50 - alla quale egli stesso apparteneva –
composta da “una ristretta aristocrazia di facoltosi borghesi agganciati tra
loro da un vincolo di pigra amicizia: proprietari terrieri, industriali di
aziende alimentari o corallifere nelle vicine città costiere, le più
sviluppate, taluni professionisti, qualche rappresentante della stanca nobiltà
cittadina”.
In questa
pigra e addormentata provincia che si adagia alle falde del Vesuvio “un
po’ tarda, pettegola ma tanto pacifica” satura di luce, di colori e di
profumi, dove le case sono “seppellite di verde, così calme e borghesi,
dove tutto è tranquillo e i sentimenti stessi son cose catalogate” si
muovono tutti i personaggi del libro, molti dei quali hanno come voce narrante
una donna; gli stessi si dibattono, direi senza speranza e vie d’uscita, tra
conflitti interiori e difficoltà ad instaurare sereni e duraturi rapporti
interpersonali, tra monotonia ed abitudini consolidate, in contrasto con la
tranquillità del circostante paesaggio naturale. Quasi sempre gli uomini e le
donne, protagonisti di questi racconti, sono reduci da esperienze dolorose;
sembrano appesantiti da un fardello di sofferenza e avvolti da una insanabile
solitudine che appare come la loro unica possibilità di conforto. Vittime di
ossessioni, vere o presunte che si portano dietro, i personaggi che escono dalla
penna dello scrittore napoletano richiamano alla memoria tempi passati carichi
di nostalgia, i quali pur vivendo in ambienti ricchi e curati, non riescono ad
essere felici e vivere una vita normale. Quasi a voler significare che la
ricchezza non dona la felicità ai suoi possessori. Alcuni di essi, che si erano
allontanati dalla propria casa, dai propri familiari, dal proprio mondo, per
inseguire sogni e desideri, spezzando inconsapevolmente un legame sicuro,
ritornano alle origini cercando con difficoltà di ricucire gli antichi rapporti
con le persone e con le cose che avevano lasciato.
Sono storie
velate di leggera malinconia, inserite in un contesto urbano che la modernità
ha notevolmente cambiato, scritte con uno stile raffinato che appartiene –
senza ombra di dubbio - ad una maniera antica e colta di raccontare, non
riscontrabile tra i tanti scrittori alla moda dei nostri tempi.
RispondiElimina"Quasi a voler significare che la ricchezza non dona felicità ai suoi possessori.Alcuni di essi, che si erano allontanati dalla propria casa, dai propri familiari, dal proprio mondo, per inseguire sogni e desideri, spezzando inconsapevolmente un legame sicuro, ritornano alle origini cercando con difficoltà di ricucire gli antichi rapporti con le persone e con le cose che avevano lasciato."
Io credo che spesso i veri scrittori siano quelli che hanno la capacità di farci arrivare messaggi come questo che hai colto tu .Forse è attuale questo processo ...essendo ancora legati alla "ricchezza" in tutte le forme materialmente possibili in un certo senso e siamo tirati in causa dallo spirito che ci richiama a se ,in quelle origini un po dimenticate.
D'altronde la nostra civiltà ha in parte mirato al progresso anche sotto forma di ricchezza,una sorta di accumulo compulsivo dove i veri Valori sono stati sostituiti con altri valori illusori.Chissà che in giro non vi siano tantissimi "personaggi eredi"... degli stessi usciti dalla penna di questo scrittore da te ben descritto.
Buona serata
L.
Condivido le tue parole: nell'attuale orgia di pubblicazioni letterarie i veri scrittori sono quelli che fanno pensare a certe cose e altre ne fanno rivivere. Sono quelli che sanno inquietare senza parlare di omicidi, di serial killer e di detective. Ciao L. e buona giornata
EliminaCaro Signore / Signora,
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