Italo Svevo è di sicuro uno
degli scrittori del Novecento che più amo. I suoi personaggi, dietro ai quali
l’autore si nasconde quasi sempre – da Alfonso Nitti il protagonista di “Una
vita” a Zeno Cosini de “La coscienza di Zeno” fino ad Emilio Brentani di
“Senilità”, tanto per ricordare i suoi tre romanzi più famosi – sono degli
antieroi che ormai sono entrati nell’immaginario collettivo, rappresentativi di
un modo di essere e di agire. Sono i tipici personaggi sveviani, sfigati e
inetti, appartenenti al mondo degli uffici finanziari e delle assicurazioni,
mondo di cui faceva parte anche l’autore triestino. Non conoscevo “Una burla riuscita”, questo suo libriccino
di poco più di novanta pagine che ho appena finito di leggere, scovato tra i
banchetti di un mercatino dell’usato al modico prezzo di 1 euro. E’ un’edizione
del 2011 (la biblioteca di Repubblica) con una bella un’introduzione di Paolo
Rumiz e da come si presenta (praticamente nuovo) mi fa pensare che non sia mai
stato sfogliato.
Mario Samigli, questo il nome
del protagonista del libro - l’ennesimo travestimento di Italo Svevo, nato
Ettore Schmitz – è un impiegato sessantenne con velleità letterarie che nonostante
l’età avanzata “continuava a considerarsi
destinato alla gloria”. Egli ha scritto un solo romanzo, quarant’anni prima,
e ancora aspetta fiducioso che un editore si faccia vivo per pubblicare quello
che lui considera un autentico capolavoro della letteratura. Si direbbe che non
gli manca la stima di se stesso, così come “
anche un po’ quella degli altri, dai quali certo la gloria dipende”.
Intanto continua a vivere la sua vita “lemme
lemme” con il suo piccolissimo reddito e con i suoi sogni letterari duri a
morire. Fino a quando un suo amico commesso viaggiatore - che si rivelerà, poi,
il suo peggiore nemico – gli fa credere che un importante editore viennese è
interessato al suo romanzo ed è anche disposto a pagare una cifra altissima per
la pubblicazione. Il nostro personaggio, che è di una ingenuità allarmante ed è
estraneo alle cattiverie del mondo, non rendendosi conto della burla feroce ideata
su di lui, finisce per assecondare tutti i passaggi architettati dal suo
amico-nemico. Quando finalmente capirà di essere stato ingannato, avrà tuttavia
la forza e l’intelligenza di vendicarsi. Riscattandosi alla grande.
La storia è ambientata nella
Trieste austriaca del 1918 e chi conosce un pò le vicissitudini artistiche di
Italo Svevo non può non considerare che lo scrittore triestino, anche attraverso
Mario Samigli, in realtà racconta se stesso, le delusioni dei suoi primi tempi,
quando nessuno scommetteva su di lui né credeva nei suoi meriti letterari. Devo
dire che leggendo questa storia, velata di amarezza ed ironia, mi sono venuti in
mente i tanti “scrittori” che imperversano nel nostro mondo letterario, anch’essi
alle prese – come Samigli – con quell’inconscio desiderio di essere letti e di
poter pubblicare il proprio libro con un grande editore. E diventare famosi. Come
scrive nell’introduzione Paolo Rumiz “la Burla è una trasposizione allegorica e
autoironica del caso Svevo, quello di un autore dimenticato che fino alla metà
degli anni Venti non sperava nel successo se non in termini burleschi”.
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RispondiEliminaTra quelli che credono di avere talento ci sono anche altri che nonostante non trovino l'occasione il talento ce l'hanno. Oggi poi il problema è che su pubblica di più spazzatura e meno letteratura moderna di talento. Trama drammatica quella di questo libro, scritto da un autore che non amo particolarmente o almeno non ho amato molto per "La coscienza di Zeno" forse perché non ho amato l'ignavia del personaggio ed il suo rimandare sempre a domani per poi non concludere, anzi, iniziare mai niente. Per esempio lo smettere di fumare.
RispondiEliminaItalo Svevo è uno scrittore che non piace a tutti. All'inizio della sua carriera artistica era poco considerato sia dalla critica che dagli editori. Sono d'accordo con te: oggi si pubblicano molti libri (basta entrare in una libreria per rendersene conto), ma la maggior parte di questi non hanno nulla a che fare con la letteratura. Sono prodotti spazzatura usa e getta.
EliminaSvevo è una mia imperdonabile lacuna.
RispondiEliminami piacerebbe leggere altre tue recensioni di suoi romanzi che mi diano la spinta a leggerlo.
:)
massimolegnani
La tematica dei libri di Italo Svevo è legata indissolubilmente al monologo interiore o, per dirla con Rumiz, è imprigionata "negli spazi claustrofobici dell'introspezione". Se non ami questo tipo di narrazione - caro Carlo - le mie recensioni (che tu invochi affinché possano darti una "spinta a leggerlo")non bastano per farti accostare al grande (per me) scrittore triestino. Comunque ti ringrazio di cuore per la fiducia che mi concedi. :-) Un caro saluto.
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