venerdì 19 maggio 2017

Giovanni Boldini, il ritrattista della "Belle Epoque"

ritratto lady Colin Campbell


Io credo che nessun artista,  meglio del pittore ferrarese Giovanni Boldini, abbia saputo interpretare i gusti e i desideri dell’aristocrazia europea, durante quel particolare periodo storico ed artistico che va sotto il nome di “Belle Epoque”, negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Un periodo caratterizzato da prosperità e rinnovamento culturale, condizioni queste che trasparivano soprattutto nelle grandi capitali europee, ed in particolar modo nella capitale francese dove, appunto, era stata coniata la felice espressione di “epoca bella”. Era la Parigi di fine Ottocento - crocevia di artisti e letterati, (spesso squattrinati) in cerca di successo - con i suoi boulevards, con i suoi ricchi caffè all’aperto, dove era possibile incontrare le celebrità del tempo, con i suoi musei, con i suoi ristoranti e salotti eleganti; una città frizzante, piena di vita e di arte che non poteva non attrarre l’irrequieto e cosmopolita artista italiano.
Boldini giunse a Parigi nel 1871, per rimanervi fino alla sua morte avvenuta nel 1931. Egli - in breve tempo – sfruttando le sue indiscusse qualità artistiche ed inserendosi abilmente negli ambienti più esclusivi di Parigi, riuscì a legittimare il proprio successo professionale diventando l’indiscusso cantore di quella società blasonata e opulenta, i cui degni rappresentanti facevano a gara per farsi ritrarre da lui. E lui – il piccolo uomo (era alto solo 1 metro e 54 cm.) ma grande artista, esaudiva ogni loro richiesta, con maestria e con eleganza, dipingendo ogni aspetto della vita parigina, pur prediligendo i ritratti.

Il risultato è testimoniato dalla bellissima mostra allestita presso il Vittoriano di Roma, dove sono esposti oltre 150 dipinti - rappresentativi dell’arte pittorica di Boldini e di alcuni rilevanti artisti, suoi contemporanei, come Corcos, De Nittis, Signorini, Zandomeneghi ed altri - provenienti dai più importanti musei europei e da numerose collezioni private. Io credo che siano soprattutto le donne, affascinanti e sensuali, nude in pose provocanti o avvolte in abiti lussuosi, il soggetto prediletto dei quadri di Boldini e la maggiore attrattiva della mostra. Se dovessi scegliere i tre ritratti che più hanno colpito la mia immaginazione - per la sensualità e l’eleganza che esprimono oltre che per la capacità di introspezione psicologica impressa da Boldini  sulla tela - non avrei dubbi: il primo è il ritratto della statuaria e bellissima lady Colin Campbell, giornalista e scrittrice irlandese: meravigliosamente seducente; il secondo, la grande tela dedicata a “Donna Franca” - così chiamata da Gabriele D’annunzio (mentre per i siciliani era semplicemente la regina) – una giovane signora dal fascino straripante, moglie dell’industriale siciliano Ignazio Florio, che commissionò il ritratto. Si racconta che, a lavoro ultimato, Don Ignazio rifiutò sdegnosamente il quadro perché la moglie vi appariva troppo sensuale, intimando a Boldini di modificarlo.
ritratto Donna Franca Florio
Come dire che a volte la pittura – come d’altronde la parola - può colpire e ferire più della spada. E poi c’è il celeberrimo ritratto di Giuseppe Verdi, vera icona dell’immaginario collettivo. Tu lo guardi, incantato, e ti sembra di sentire, in lontananza, un coro sommesso ed elegiaco: “va, pensiero, sull’ali dorate…”. La potenza dell’arte!
ritratto Giuseppe Verdi
 

10 commenti:

  1. Non ho visto la mostra perché lontano dai gusti della Belle Epoque e da quella pittura, anche se poi amo l'Impressionismo che in qualche modo è figlio del periodo e dei suoi fasti.

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    1. Se ami l'impressionismo, la mostra va vista: hai tempo fino ai primi di luglio. Non perdertela!! :-)

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  2. Una mostra molto interessante. Mi è piaciuta tantissimo. Boldini è un grande.
    S.

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  3. ...belle, le opere di Boldini...
    perfino per una barocca come me:lo scorso millennio girai Ferrara a piedi (brontolando sul terribile acciottolato di certe viuzze!) e vidi quei quadri, mi pare a Palazzo dei Diamanti; ricordo ancora la sensazione di meraviglia e ammirazione.

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    1. ...la stessa "meraviglia e ammirazione" che ha provato il sottoscritto dinanzi alle tele del Boldini esposte al Vittoriano di Roma.

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  4. Amo meno questo periodo ma vedo che la mostra sembra essere curata bene e apprezzo il tuo post fatto con perizia e passione.

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  5. Quel che più mi piace di Boldini è la sua capacità di trasmettere il carattere della persona ritratta attraverso lo sguardo, a dispetto e nonostante la sua fama di ritrattista della buona società.

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    1. E' vero, Boldini era molto abile nell'introspezione psicologica del volto dei suoi personaggi.

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