di Guido Ceronetti
Il
missile trasforma in vittima una città intera, il coltello un uomo per volta.
I
missili non si sa mai dove vanno a finire, il coltello arriva al cuore.
Col
prezzo di un solo missile, si compera un miliardo di bellissimi coltelli.
Un
vero sicario si sentirebbe disonorato, messo a servire in una batteria
missilistica.
Il
terrore sparso facendo una quantità di rumore non produce gli effetti squisiti
di un terrorismo silenzioso.
Abbiamo
sperimentato ormai le limitate possibilità del missile, mentre restano intatte
nell’ombra le sempre nuove applicazioni pratiche del coltello.
Un
bunker blindatissimo imperforabile da qualsiasi missile, si fonde alla vista di
un coltello.
Non
s’impara nulla, o ben poco, dal manovrare missili, molto invece
dall’esercitarsi con coltelli.
Il
missile è tenuto nascosto anche agli amici, ma ai veri amici non può essere
celato nessun coltello.
Per
piantare il coltello ci vogliono volontà, forza e buona disposizione; intorno
al missile non c’è che un mucchietto di diplomi di laurea con lode.
Dio
conosce chi uccide di coltello, ma i tecnici di missili neppure per lui hanno
un nome.
Dio
non dimentica le vittime dei coltelli, ma le vittime di missile svaporano dalla
sua memoria.
Dio
si sente sfidato da chi alza il coltello su un altro uomo, ma nella partenza di
un missile verso il bersaglio non indovina nessuna volontà di provocarlo.
Satana
s’immischia sempre in affari di coltello, ma abbandona i missili al loro nulla.
In
un mazzo di fiori si può occultare benissimo un coltello, ma un missile
infiorato è inimmaginabile.
Una
potenza mondiale veramente intelligente lascia arrugginire i suoi missili
teleguidati ma terrà pronti sempre, bagliori nella notte, immensi, temutissimi,
arsenali di coltelli.
Un
uomo che cammina di notte si guarda dai coltelli, ma pensa ai missili con
perfetta indifferenza.
Sempre
si racconteranno storie di coltelli; i missili esistono ma nessuno ne narra
storie.
Si
è orgogliosi di essere sopravvissuti a ferite di coltello, ma nessuno mostra
cicatrici da missile.
Chi
s’inquieta del futuro, ha da temere, più che missili, i coltelli.
Ceronetti propone sempre visuali particolari e rifiuta il pensiero banale.
RispondiEliminanon so quando l'abbia scritta ma credo che abbia anticipato di decenni la nuova "popolarità" del coltello.
massimolegnani
Nell’odierno panorama di appiattimento ed omologazione socio-culturale, in cui sembra prevalere il pensiero unico, le parole a volte irriverenti e a volte trasversali del novantenne Ceronetti rappresentano davvero un vivo segnale di libertà e di autonomia di giudizio, a cui dovrebbero far riferimento anche le giovani generazioni. Questa sua poesia è tratta da un suo libro che si intitola “Cara incertezza”, pubblicato nel 1997
EliminaGrande Ceronetti...
RispondiEliminaS.
Si un grande osservatore dei nostri tempi
EliminaConcordo con Carlo/Massimo, ottima idea questa di postare quel passo.
RispondiEliminaE' di stringente attualità...
EliminaUna volta c'erano guerre da cent'anni a botta. A colpi di lama comunque. La prossima durerà un quarto d'ora. E su questo tendo a parteggiare per l'anonimo missile.
RispondiEliminaHo l'impressione, però, che dopo quel "quarto d'ora" di guerra nulla sarà come prima. Probabilmente ritorneremo alla clava...o ai coltelli.
Eliminacondivisibile osanna alla "lama", parole da leggere tra le righe, "radiografia" della società moderna in cui si evince la peggiore delle derive.
RispondiEliminaHai detto bene, Tads, "la peggiore delle derive". Mala tempora currunt.
EliminaUn grande saluto :)