martedì 11 aprile 2017

Missile e coltello


di Guido Ceronetti


Il missile trasforma in vittima una città intera, il coltello un uomo per volta.

I missili non si sa mai dove vanno a finire, il coltello arriva al cuore.

Col prezzo di un solo missile, si compera un miliardo di bellissimi coltelli.

Un vero sicario si sentirebbe disonorato, messo a servire in una batteria missilistica.

Il terrore sparso facendo una quantità di rumore non produce gli effetti squisiti di un terrorismo silenzioso.

Abbiamo sperimentato ormai le limitate possibilità del missile, mentre restano intatte nell’ombra le sempre nuove applicazioni pratiche del coltello.

Un bunker blindatissimo imperforabile da qualsiasi missile, si fonde alla vista di un coltello.

Non s’impara nulla, o ben poco, dal manovrare missili, molto invece dall’esercitarsi con coltelli.

Il missile è tenuto nascosto anche agli amici, ma ai veri amici non può essere celato nessun coltello.

Per piantare il coltello ci vogliono volontà, forza e buona disposizione; intorno al missile non c’è che un mucchietto di diplomi di laurea con lode.

Dio conosce chi uccide di coltello, ma i tecnici di missili neppure per lui hanno un nome.

Dio non dimentica le vittime dei coltelli, ma le vittime di missile svaporano dalla sua memoria.

Dio si sente sfidato da chi alza il coltello su un altro uomo, ma nella partenza di un missile verso il bersaglio non indovina nessuna volontà di provocarlo.

Satana s’immischia sempre in affari di coltello, ma abbandona i missili al loro nulla.

In un mazzo di fiori si può occultare benissimo un coltello, ma un missile infiorato è inimmaginabile.

Una potenza mondiale veramente intelligente lascia arrugginire i suoi missili teleguidati ma terrà pronti sempre, bagliori nella notte, immensi, temutissimi, arsenali di coltelli.

Un uomo che cammina di notte si guarda dai coltelli, ma pensa ai missili con perfetta indifferenza.

Sempre si racconteranno storie di coltelli; i missili esistono ma nessuno ne narra storie.

Si è orgogliosi di essere sopravvissuti a ferite di coltello, ma nessuno mostra cicatrici da missile.

Chi s’inquieta del futuro, ha da temere, più che missili, i coltelli.

10 commenti:

  1. Ceronetti propone sempre visuali particolari e rifiuta il pensiero banale.
    non so quando l'abbia scritta ma credo che abbia anticipato di decenni la nuova "popolarità" del coltello.
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nell’odierno panorama di appiattimento ed omologazione socio-culturale, in cui sembra prevalere il pensiero unico, le parole a volte irriverenti e a volte trasversali del novantenne Ceronetti rappresentano davvero un vivo segnale di libertà e di autonomia di giudizio, a cui dovrebbero far riferimento anche le giovani generazioni. Questa sua poesia è tratta da un suo libro che si intitola “Cara incertezza”, pubblicato nel 1997

      Elimina
  2. Concordo con Carlo/Massimo, ottima idea questa di postare quel passo.

    RispondiElimina
  3. Una volta c'erano guerre da cent'anni a botta. A colpi di lama comunque. La prossima durerà un quarto d'ora. E su questo tendo a parteggiare per l'anonimo missile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho l'impressione, però, che dopo quel "quarto d'ora" di guerra nulla sarà come prima. Probabilmente ritorneremo alla clava...o ai coltelli.

      Elimina
  4. condivisibile osanna alla "lama", parole da leggere tra le righe, "radiografia" della società moderna in cui si evince la peggiore delle derive.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai detto bene, Tads, "la peggiore delle derive". Mala tempora currunt.
      Un grande saluto :)

      Elimina