Tomba del tuffatore (Paestum) |
“Nascendo
moriamo e la fine comincia dall’inizio” (Michel de Montaigne)
Non possiamo nascondercelo, ma noi oggi viviamo in una società
che si rifiuta, con evidente ostinazione, di affrontare il tema della morte e
che addirittura ha strutturato la propria organizzazione immaginando che non
esista o che non abbia alcun legame con la vita. Forse
mai come adesso, il pensiero della morte ci terrorizza e facciamo di tutto per
allontanarlo dalle nostre fantasie mentali. Gli animali e le piante
dell’universo crescono e muoiono senza rendersene conto, noi che invece abbiamo
la consapevolezza di esistere, da sempre ci interroghiamo sulla vita, ma
abbiamo paura di interrogarci sul nostro trapasso.
Ma se da un lato c’è il maldestro tentativo di rimuovere il pensiero della morte dalle nostre
esistenze e dai nostri discorsi, dall’altro la morte irrompe quotidianamente sugli schermi televisivi, entra nelle nostre case
come un vero e proprio spettacolo e viene mostrata nelle sue varie ed
innumerevoli rappresentazioni. E’ la
spettacolarizzazione della morte degli altri. Una morte causata
– il più delle volte - da tragedie familiari o naturali, il cui drammatico
evento, pur generando sofferenza, ci sfiora ma non ci tocca, lo viviamo con
dolore ma ne usciamo affrancati perché la morte appartiene, appunto, agli
altri. E basta questo a tranquillizzarci.
Un antico filosofo greco,
Crizia (discepolo di Socrate) diceva che “niente
è certo per colui che è nato e vive, se non il morire perché è nato, e il
soffrire finché vive”. Sembrerebbe, quindi, che la morte sia l’unica
certezza che abbiamo. E allora, per alleviare le nostre antiche paure, per
rendere più sopportabile la vita, cerchiamo sempre di esorcizzare la morte: con
il disinteresse o con la serenità, con la fede o con la superstizione. E – da
un po’ di tempo a questa parte - anche con l’applauso al morto. Con lo
spettacolo televisivo della morte.
Tentiamo, inoltre, di tenerla
a bada attraverso gabbie difensive sempre più sofisticate: interventi di
chirurgia estetica, attività sportive, diete salutari e dimagranti, farmaci
appropriati, atteggiamenti giovanili. Nel
cercare di rallentare l’invecchiamento con questi rimedi fittizi, ci illudiamo di
poter sconfiggere anche la morte. Una immorale fantasia di onnipotenza su cui
dovremmo stendere un velo pietoso, perché la morte altro non è che l’inevitabile
conclusione della vita.
Non aspettarti molti commenti. Tutti stanno toccando ferro. :-)
RispondiEliminaMi hai fatto sorridere. No, io credo che chi mi legge non sia cosi superstizioso.
Eliminati confesso che da un po' di tempo mi ci sto allenando, nel senso che ci penso e la guardo spesso. ma non per questo mi fa meno paura :)
RispondiEliminaml
A chi lo dici!! :) Ciao Carlo
EliminaSulla morte anch'io ho scritto qualcosa nel mio blog cercando, per esorcizzarla, di scherzarci su. L'ho chiamata la Signora con la falce. Certo, tutti sappiamo che prima o poi dovremo lasciare questo mondo, però ognuno di noi spera che ciò avvenga il più tardi possibile e tiriamo un sospiro di sollievo o versiamo una lacrima quando capita agli altri. Ciò fa parte della natura umana, anche i patetici tentativi di darsi da fare con diete e ginnastica (parlo per me) per ritardare questo naturale momento.
RispondiEliminaCiao Remigio!
Nicola
Condivido le tue parole. Ciao Nicola
EliminaL'importante è vivere da vivi e da svegli...o no?
RispondiElimina:-)
Certo! Anche perche' quando ci siamo noi, lei non c'è :)
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