Ad
ogni mio compleanno, mi ritorna in mente questa bella e struggente poesia di
Costantino Kavafis….
Candele
Stanno i
giorni futuri innanzi a noi
come una
fila di candele accese –dorate, calde e vivide.
Restano
indietro i giorni del passato,
penosa
riga di candele spente:le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.
Non le
voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la
memoria m’accora del loro antico lume.E guardo avanti le candele accese.
Non mi
voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come
s’allunga presto la tenebrosa riga,come crescono presto le mie candele spente.
Costantino Kavafis
già, "come crescono presto le mie candele spente".
RispondiEliminaTroppo presto.
massimolegnani
(auguri, comunque)
Crescono troppo presto, per tutti.
EliminaTante grazie.
Buon compleanno...festa doppia!
RispondiEliminaSi, festa doppia. Grazie di cuore Sara.
EliminaBella e malinconica, la poesia. Auguri per il tuo compleanno. Sandro.
RispondiEliminaGrazie, Sandro :-)
EliminaKavafis. Immensa poesia.
RispondiEliminaPienamente d'accordo!
Eliminabeh, mille e più auguri
RispondiEliminaGrazie mille, Patalice. Molto gentile :-)
EliminaIl brutto è quando il futuro ha l'aspetto di una fila di candele che non hai nessuna voglia di accendere!
RispondiEliminaE' proprio vero!
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