sabato 12 marzo 2016

Aspettando i barbari



Che aspettiamo, raccolti nella piazza?

Oggi arrivano i barbari.
Perché mai tanta inerzia nel Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l'imperatore s' è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?
Oggi arrivano i barbari
L'imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d'una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.
Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti doro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d'un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti seri)
Perché rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S' è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

(Costantino Kavafis)

Ma cosa vorrà mai dirci questa poesia di Costantino Kavafis, con la sua straordinaria potenza metaforica?
Che fuggiamo sempre dai nostri obblighi sociali, grandi o piccoli che siano? Che non c’è mai un responsabile, qualsiasi cosa accada? Che non sappiamo prenderci le nostre responsabilità e aspettiamo sempre un salvatore che possa risolvere i nostri problemi?

“I barbari non sono più venuti”: vuoi vedere che hanno paura di noi !

8 commenti:

  1. Kavafis!
    Lo amo molto. Itaca la mia preferita.

    I Barbari?
    Sono tutti i terrori che ci inventiamo sperando che siano reali.

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    1. Un grande poeta, Kavafis. La mia preferita, invece, è Candele

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  2. il timore del peggio ci paralizza e diventa alibi a non fare nemmeno il poco che possiamo.
    ml

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    1. "Il timore del peggio"...e forse la paura del nuovo

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  3. Se guardiamo al nostro passato e lo confrontiamo col presente pare che gli italiani siano sempre alla ricerca di un salvatore della patria che risolva i nostri problemi. Salvo poi, se non ci riesce, farlo fuori in quattro e quattr'otto. Forse i barbari siamo noi.
    Nicola

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  4. Non bisognerebbe aver bisogno dei barbari per "esserci", allo stesso modo in cui non bisognerebbe aver bisogno di eroi...o no?
    Bellissima poesia.

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    1. Guai a quel paese che ha bisogno di eroi, diceva Brecht. E mi sembra, invece, che da noi ci si affidi troppo spesso a questa categoria, fuggendo dalle nostre responsabilità. E aspettiamo...

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