Chi ha un po’ di dimestichezza
con i libri non può non conoscere Hermann Hesse, lo scrittore tedesco
naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946.
E’ certamente uno dei “mostri sacri” della letteratura mondiale al cui
confronto ci si sente davvero piccoli. Ho letto diversi libri della sua
vastissima produzione; mi piace portare all’attenzione di chi mi legge queste
interessanti riflessioni raggruppate sotto il titolo “La nevrosi si può
vincere” e – considerati i tempi che viviamo - penso che la tematica trattata sia
di stretta attualità.
Scrive Hesse nel suo primo
capitolo: “la fretta, vista come ragione fondamentale della nostra vita, è
indubbiamente il nemico più pericoloso della gioia......la frenesia della vita
moderna si è ormai impossessata anche dei nostri momenti di tempo libero;
godiamo delle cose in maniera nervosa e logorante come durante la nostra
attività lavorativa”. Sembrerebbe, quindi, che non sappiamo più vivere in
maniera pacata e serena neanche i momenti in cui non siamo impegnanti nel
lavoro; portiamo il nostro stress, la nostra nevrosi sempre con noi, anche in
vacanza, nei luoghi del divertimento.
Lo scrittore ci invita, pertanto,
a fermarci, a coltivare l’arte dell’ozio...”bisognerebbe vivere di più sotto il
cielo e sotto gli alberi, da soli, più vicini ai segreti della bellezza e della
grandezza....non vi è nulla di più bello, in tempi difficili, che abbandonarsi
alla natura, non per goderne in modo passivo, bensì creativo”.
Parlando degli artisti, lui dice
che il loro compito primario è quello di descrivere le sofferenze dell’uomo
d’oggi; e lo possono fare non per sentito dire ma solo soffrendo a loro volta.
La sofferenza deve essere tradotta in parole affinché si possa superare. Può
darsi che il poeta - che con i suoi versi incantatori esalta l’orrore della
vita - sia un uomo triste e solitario; può darsi che il musicista con la sua
musica canta la sua sofferenza, la sua tristezza. Tuttavia le opere di questi
maestri di vita contribuiscono ad aumentare la nostra serenità, la nostra gioia
di vivere. Ciò che ci regalano non è più la loro oscurità, le loro angosce, bensì gocce di luce pura, di eterna serenità. Lo scrittore tedesco, con questo
suo libro, ci invita anche a diffidare
della eccessiva tecnologia, dell’idea di progresso così come ci viene oggi
presentata, della magnificenza e grandezza della nostra epoca. Dietro la
facciata della civilizzazione, la terra è piena di montagne di scorie e di
mucchi di rifiuti. Non è possibile alcuna civilizzazione senza violenza contro
la natura.
Questo Hesse mi giunge nuovo.
RispondiEliminaE mi pare pure assai interessante.
Si, uno scrittore praticamente sconosciuto, ma interessante...;-)
Eliminaletto in età adolescenziale, libro preferito narciso e boccadoro.
RispondiEliminaricordo che anche le poesie mi piacevano molto!
Hesse è uno di quegli autori che veniva letto durante il periodo scolastico. Ritornare sui suoi libri è sempre un piacere.
Eliminano, per me non è stato un libro "scolastico", visto che in letteratura non andammo oltre l'ottocento :)
EliminaEvidentemente mi sono espresso male; intendevo dire che Hesse veniva letto negli scolastici come reazione alla letteratura imposta dalla scuola
EliminaAh okay!
Eliminaroba spesso caro Remigio,
RispondiEliminalo conosco benissimo
Ho amato molto Hermann Hess e ho letto molti dei suoi libri tra cui anche questo che mi attrasse anche perchè ho sempre cercato di conoscere me stessa comprese le mie nevrosi. Credo che lo rileggerò, fa sempre bene riprendere in mano un libro importante potrà insegnarci qualcosa di nuovo
EliminaUn saluto affettuoso
Isabella
Dici bene, Isabella, un libro importante - riletto in momenti diversi della nostra vita - insegna sempre qualcosa di nuovo. Ciao e grazie della visita :-)
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