“La mia gatta, entrata con me
di soppiatto dal corridoio nella stanza, era saltata su una sedia. Rimase un
poco a fissarmi con le pupille splendenti e turchine, si raggomitolò fremendo a
scatti interni per tutte le membra e, con un nuovo salto silenzioso e felice,
mi raggiunse sul letto.
Fui contento, la tenni
accanto, le parlai, la ringraziai della sua grata compagnia, mentre mi urtava
dolcemente la fronte col capo, socchiudeva gli occhi lasciando sprigionare
dalla gola un rotolìo continuo e sonoro di piacere, pigiando mollemente le
coperte con le zampe, anch’essa contenta di stare con me.
Pareva che volesse consolarmi
di vivere.
Sentivo per lei una
gratitudine profonda, un’amicizia fedele, la accarezzavo, sempre le parlavo, mi
rianimavo; non ero più solo, esisteva un mondo che potevo amare, abitato dagli
agili, flessuosi felini, dai nobili cavalli, dalle libellule sopra i canali,
dalle rondini al tramonto; c’era una creatura gradevole da vedere, piacevole da
toccare, affettuosa, contenta di starmi accanto.
Ma a un tratto la gatta
ribalzò dal letto sulla sedia e stette ancora a fissarmi, serrando
misteriosamente le pupille in lineette nere che si allargavano all’improvviso
in nuovi cerchi brillanti e turchini. Quegli sguardi mi incantavano, ma cercavo
di capire, nuovamente avvilito, se la gatta pensasse qualcosa di me, se con
ironia osservasse la mia paura di esistere, o forse volesse disilludermi sulla
sua stessa amicizia: lei tanto più sdegnosa di me,solitaria, libera da ogni
divieto nel mondo”
tratto
da “La Memoria” di G. B. Angioletti
Ho sempre ammirato ed amato i gatti, per la loro indipendenza, il non lasciarsi "ammaestrare" da nessuno. E per quel non sapere mai esattamente a cosa pensano, mentre ti fissano. Creature meravigliose.
RispondiEliminaSi, è difficile immaginare cosa possano pensare i gatti quando ci osservano. Io qualche volta ho l’impressione che ci prendano in giro… ;-)
EliminaAdoro i gatti.
RispondiEliminaLa gatta della foto somiglia Mirtilla, la gatta di una mia collega.
Mirtilla...che bel nome.
EliminaIl gatto è un animale che ama la sua libertà, la sua indipendenza. Il grande poeta Trilussa lo descrive così:
RispondiEliminaADAMO E IL GATTO
Appena Adamo vide il primo Gatto
gli propose un contratto.
- Senti - gli disse - se m'ubbidirai
in tutto quello che mi pare e piace,
ti garantisco subito una pace
come nessuno l'ha goduta mai.
Però bisognerà che fin d'adesso
mi tratti con i debiti rispetti
e rimani fedele e sottomesso ...
Accetti o non accetti ? -
- Grazie, ne faccio senza:
la pace non si compra, - disse il Micio -
ma si guadagna con l'indipendenza
a costo di qualunque sacrificio.
E non m'imbrogli come il Cane
che, per un po' di pane,
s'accuccia e t'ubbidisce alla parola.
Voglio la pace mia senza controllo,
senza frustate, senza museruola,
senza catene al collo !
Dal modo come parli ho già capito
che in fondo hai l'istinto di un tedesco .. -
E nel dir questo il Gatto, insospettito,
alzò la coda e lo guardò in cagnesco.
Benvenuto qui e grazie per la poesia :-)
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