Ci sono libri che restano scolpiti per sempre nella
memoria. Sono quei libri che non finiscono mai di sorprendere e ogni qual volta
vengono sfogliati, hanno sempre la capacità di attrarre l’attenzione come la
prima volta. Sono quelli destinati a durare nei pensieri, oltreché sugli
scaffali della libreria, rispetto ad altri che invece vengono consumati
velocemente e poi si dimenticano. Libri che vanno letti e riletti, a distanza
di tempo, per coglierne la vera essenza, per trovare in essi ciò che la prima volta
non abbiamo afferrato o ci è sfuggito.
E’ chiaro che ognuno di noi ha i suoi preferiti,
tra quelli letti fino ad ora, naturalmente. Escludendo volutamente alcuni
grandi libri scolastici (la scuola, a volte, te li fa odiare), se io dovessi
sceglierne solo 25 da portare, come si suol dire, su un’isola deserta, questi
sarebbero i miei eletti (l’ordine è puramente casuale):
Henry Thoreau - Wallden, la vita nei boschi - per abbracciare la natura e vivere
l’esperienza della solitudine gioiosa
Ernst Gombrich - La storia dell’arte - per
conoscere la bellezza
Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio - per
ritornare bambino
Miguel de Cervantes - Don Chisciotte della Mancia - per
viaggiare in un mondo fantastico e visionario
Michel de Montaigne - Saggi - per esplorare i recessi più reconditi
dell’animo umano
Federico de Roberto I
Vicerè - per toccare con mano l’avidità, la sete di potere, la meschinità e
gli odi che a volte si annidano tra i componenti di una famiglia
F. Dostoevskij - Delitto e castigo per poter immaginare
un delitto e vivere il tormento e l’angoscia
Sandor Marai - Le
braci - per tenere accesa una passione
E. da Rotterdam - Elogio della follia - per conoscere le
virtù della pazzia, a volte condizione essenziale per essere felici
Anna Frank - Diario - per piangere
W. Goethe - Viaggio in Italia - per viaggiare senza
partire
Ivan Goncarov – Oblomov - per non avere fretta e alimentare l’ozio
Antonio Gramsci - Lettere dal carcere - per onorare la
scrittura come forma di sopravvivenza e di libertà
Kazuo Ishiguro - Quel che resta del giorno - per non
avere rimpianti
Primo Levi - Se questo è un uomo - per non
dimenticare la cattiveria insita nell’uomo
Alberto Moravia - Gli indifferenti - per riflettere sulla
meschinità e l’ipocrisia delle persone
Fernando Pessoa - Il libro dell’inquietudine - per
cercare l’equilibrio perduto
Luigi Pirandello - Il fu Mattia Pascal - per quell’oscuro desiderio di
vivere due esistenze
J. D. Salinger - Il giovane Holden - per cavalcare le
ribellioni adolescenziali
Melville - Bartleby lo scrivano - per dire no
all’iperattivismo del mondo del lavoro
Seneca - Lettere a Lucilio - per allontanarmi dalle miserie umane
Italo Svevo - La coscienza di Zeno - per scrutare
quel senso di inadeguatezza che a volte mi assale
Alberto Vigevani - Estate al lago - per osservare
l’adolescenza, età in cui subentrano sentimenti mai sperimentati prima
Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira - per rafforzare la
libertà di pensiero
Tomasi di Lampedusa - Il
Gattopardo - per comprendere come in questa nostra società tutto cambia affinché
nulla cambi
Caro Pino,
RispondiEliminanel leggere questa tua riflessione sui libri da portare con sé su un’isola mi sono ricordata che ne avevamo parlato insieme lo scorso anno. Credo di aver conservato il mio elenco da qualche parte, in ogni caso leggendo il tuo elenco ho rilevato di aver letto anche più volte ben 14 dei 25 libri citati. Non pochi non ti sembra? Non sto qui a citarti quali ma magari potrei leggere quelli rimanenti!
Un caro saluto
Isabella
Sono libri importanti e chi ha un po' di familiarità con i libri, non può non averli letti.
EliminaUn saluto