Scritto da
Guido Morselli pochi mesi prima della sua tragica scomparsa (si
suicidò nel luglio del 1973 a seguito dell’ennesimo rifiuto
editoriale), Dissipatio H.G. - dove HG sta per humanis generis –
rappresenta, forse, il libro che meglio dipinge la contraddittoria
figura dello scrittore bolognese. Va detto che è un libro di
difficile collocazione, che si presta a diverse interpretazioni e che
presenta una trama scarna e debole, non sempre sorretta da una prosa
lucida e lineare.
Scritto
sotto forma di monologo interiore, la vicenda ruota intorno ad uno
strano e complicato personaggio il quale, così come il suo autore,
ha deciso di porre fine alla sua esistenza. Sennonché, mentre sta per
compiere l’insano gesto all’interno di una caverna, il suo
istinto di conservazione gli fa cambiare idea. Esce dal luogo che
doveva essere la sua tomba e scopre che è successo qualcosa di
misterioso: tutto il genere umano sembra sparito, volatilizzato, non
c’è più alcuna traccia di uomini sulla terra. Solo le macchine,
le case e tutte le altre cose materiali sono al loro posto, intatte,
che continuano a funzionare e di cui lui può servirsi a suo
piacimento. Comincia a girovagare in lungo e in largo, ossessionato
dai suoi dubbi e dalle sue angosce. Ma ossessionato soprattutto dal
silenzio dovuto all’ assenza umana, che è un “silenzio che non
scorre. Si accumula”.
L’anonimo
protagonista, l’aspirante suicida, che da sempre coltivava il vizio
del solipsismo, si ritrova così ad essere l’unico superstite in un
mondo senza uomini, padrone assoluto dell’universo in cui monarchia
e anarchia sembrano coincidere e coesistere nella stessa persona.
Proprio lui, che aveva deciso di sparire da quel mondo che avversava
e disprezzava e di allontanarsi per sempre dall’umanità intera
attraverso il suicidio, si ritrovava, per uno strano ed inspiegabile
gioco del destino, catapultato in un mondo surreale, abitato solo
dagli animali e dalle cose, senza via di scampo.
Un eletto o
un dannato? Alla luce di quanto era successo, doveva considerarsi un
prescelto o piuttosto un escluso? Questo nella finzione letteraria.
Nella realtà il Morselli/sopravvissuto non aveva avuto dubbi: si
considerava inevitabilmente un escluso, che doveva pagare con la
vita.
(febbraio 2013)
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