martedì 22 aprile 2014

Dissipatio H. G. di Guido Morselli (1912-1973)


 


Scritto da Guido Morselli pochi mesi prima della sua tragica scomparsa (si suicidò nel luglio del 1973 a seguito dell’ennesimo rifiuto editoriale), Dissipatio H.G. - dove HG sta per humanis generis – rappresenta, forse, il libro che meglio dipinge la contraddittoria figura dello scrittore bolognese. Va detto che è un libro di difficile collocazione, che si presta a diverse interpretazioni e che presenta una trama scarna e debole, non sempre sorretta da una prosa lucida e lineare.

Scritto sotto forma di monologo interiore, la vicenda ruota intorno ad uno strano e complicato personaggio il quale, così come il suo autore, ha deciso di porre fine alla sua esistenza. Sennonché, mentre sta per compiere l’insano gesto all’interno di una caverna, il suo istinto di conservazione gli fa cambiare idea. Esce dal luogo che doveva essere la sua tomba e scopre che è successo qualcosa di misterioso: tutto il genere umano sembra sparito, volatilizzato, non c’è più alcuna traccia di uomini sulla terra. Solo le macchine, le case e tutte le altre cose materiali sono al loro posto, intatte, che continuano a funzionare e di cui lui può servirsi a suo piacimento. Comincia a girovagare in lungo e in largo, ossessionato dai suoi dubbi e dalle sue angosce. Ma ossessionato soprattutto dal silenzio dovuto all’ assenza umana, che è un “silenzio che non scorre. Si accumula”.

L’anonimo protagonista, l’aspirante suicida, che da sempre coltivava il vizio del solipsismo, si ritrova così ad essere l’unico superstite in un mondo senza uomini, padrone assoluto dell’universo in cui monarchia e anarchia sembrano coincidere e coesistere nella stessa persona. Proprio lui, che aveva deciso di sparire da quel mondo che avversava e disprezzava e di allontanarsi per sempre dall’umanità intera attraverso il suicidio, si ritrovava, per uno strano ed inspiegabile gioco del destino, catapultato in un mondo surreale, abitato solo dagli animali e dalle cose, senza via di scampo.

Un eletto o un dannato? Alla luce di quanto era successo, doveva considerarsi un prescelto o piuttosto un escluso? Questo nella finzione letteraria. Nella realtà il Morselli/sopravvissuto non aveva avuto dubbi: si considerava inevitabilmente un escluso, che doveva pagare con la vita.

(febbraio 2013)

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