A
proposito di felicità il grande Totò scriveva:
Vurria sapè ched’è chesta parola,
vurria sapè che vvò significa.Sarrà gnuranza ‘a mia, mancanza ‘e scola,
ma chi ll’ha ‘ntiso maje annummenà.
C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
Ma che cos’è
davvero la felicità? Cosa ci rende felici?
Ognuno
di noi potrebbe dare una risposta, spesso legata alle sensazioni di quel
momento, ad un particolare avvenimento che noi consideriamo importante, ad un
nostro stato d’animo, ad un ricordo piacevole, alle emozioni che sa
trasmetterci una persona.
Eppure,
oggi noi rincorriamo spasmodicamente solo quella felicità opaca e passiva fatta
di cose, di oggetti, che ci rendono sempre più spaesati e insoddisfatti.
Consumiamo tutto in fretta: oggetti nuovissimi diventano obsoleti prima del
tempo. Non riusciamo più ad affezionarci alle cose; consumiamo in fretta anche
i sentimenti, le relazioni umane. E ciò riguarda non solo i rapporti di coppia,
ma anche quelli tra genitori e figli. La dinamica dell’usa e getta, propria di
una società consumistica e globalizzata, ormai si è impadronita di tutti noi.
Siamo
sempre alla ricerca di un piacere spesso irrealizzabile, di un qualcosa che ci
faccia uscire da quell’inquietudine grigia che si prova nella ripetitività del
quotidiano, siamo sempre portati a cercare quella felicità nella realtà che ci
circonda e soprattutto negli altri. Crediamo che gli altri (la moglie, il
marito, l’amico, l’amante...ma anche l’ultimo modello di telefonino, internet,
ecc.) possano renderci felici, possano liberarci da quelle pene che teniamo
nascoste nel nostro animo. Non pensiamo che spesso la felicità sta in noi
stessi e che dentro di noi dobbiamo cercarla.
E
allora affidiamoci qualche volta alle parole dei filosofi. Diceva Michel de
Montagne che “..bisogna avere donne, figli, beni e soprattutto salute, se si
può; ma non bisogna attaccarvisi in modo che la nostra felicità ne dipenda;
bisogna riservarsi un retrobottega tutto proprio, tutto indipendente, in cui
possa riporsi la nostra vera libertà e il nostro principale e solitario
rifugio”.
Nessun commento:
Posta un commento