sabato 2 marzo 2024

Il realismo magico di Antonio Donghi

 


Qualcuno ha detto che è impossibile, se non irriverente, commentare e descrivere un’opera d’arte. Davanti a un dipinto o ad una scultura possiamo solo guardare e lasciarci guidare, prima ancora che dal nostro stato d’animo, dalle emozioni che proviamo. E le emozioni non si possono raccontare, vanno semplicemente vissute. La parola scritta appare incompleta, insufficiente, e rischia di sovrapporsi a quanto il dipinto o la scultura vogliono trasmetterci. A questo pensavo mentre mi aggiravo per le sale di Palazzo Merulana a Roma, dove è stata allestita una mostra dedicata ad Antonio Donghi, uno dei maggiori esponenti del cosiddetto “realismo magico”, uno stile pittorico tra fantasia e realtà.



Questo artista mi affascina molto per le sue immagini inafferrabili e a volte indecifrabili, per le sue figure avvolte nel silenzio, sospese nell’attesa e nel mistero che sembrano inseguire una sorta di “incanto esistenziale”, per dirla con le parole dello storico dell’arte Bernard Berenson. Icone morbide e aggraziate, comunicano con la loro postura quasi ieratica, una bellezza taciturna e solenne. E ci osservano, chiuse nel loro mondo fuori dal tempo.

Il realismo magico di Antonio Donghi – scrive il curatore della mostra Fabio Benzi – è “intriso di una dimensione tutta romana, per la luce immobile di pomeriggi tiepidi, per la rilassatezza di pose e scene, per l’aria scanzonata di alcuni personaggi, che non sai se ti fissano severi o stanno scherzando, per l’ambiguità di fondo”.



2 commenti:

  1. Sarà sicuramente oggetto di visita, fino a maggio troveremo tempi e modi. Un pittore che lascia spazio intepretativo a chi osserva e si compenetra in quel "realismo" che lascia presupporre altri mondi, lasciando rapiti per eleganza e disegno. Grazie per la segnalazione!

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    1. E' un pittore che lascia il segno...poi ci farai sapere.

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