Il commento a un post ha una sua
importanza; è uno strumento prezioso che misura, come un termometro, il grado
di interesse e coinvolgimento dei lettori nei confronti di un blog. E poi fa sempre piacere
ricevere un commento perché rappresenta, comunque, una gratificazione,
soprattutto quando il post viene apprezzato. Certo, ci sono commenti e commenti
e non tutti sono utili. Un buon commento deve avere una sua valenza, non può
essere ridotto ad un semplice mi piace, perché il blog è uno strumento social di nicchia e non di
massa. Alcuni commenti possono addirittura essere dannosi per il blog, altri
ancora sono del tutto generici, soprattutto quando non vanno oltre le due
parole: che siano di apprezzamento o di biasimo. Per quanto mi riguarda, i
commenti più graditi sono quelli che vengono chiamati guest post : veri
articoli, a volte più interessanti del post commentato. Certo, per fare questo
ti devi impegnare molto e devi “perdere del tempo”, cosa che non è da tutti. E’
più facile e sbrigativo scrivere una cosa scontata e banale, tipo: bel post…
parole bellissime…mi piace, anziché argomentare quel giudizio
positivo con un pensiero che fa pensare. La scrittura – d’altronde come la
lettura - necessita di tempo e impegno, ma anche di fatica. E la fatica è una
brutta bestia. Sarebbe meglio non commentare quando non si hanno argomenti
convincenti e propositivi. Però poi sorge un problema: il do ut des dove
lo mettiamo? Se non ci sono commenti sembra quasi che il blog non venga seguito
da nessuno. E allora io ti dico che i tuoi versi sono meravigliosi a patto che
tu scriva che il mio post rimarrà nella storia della blogosfera. Massì: punto…due
punti…punto e virgola, facciamo vedere che abbondiamo, direbbe Totò.
E’ buona regola rispondere ai
commenti. Io lo faccio sempre, con quei 3/4 commenti che ricevo abitualmente. Altrimenti sarebbe come essere invitati a pranzo
e rimanere a parlare da soli, mentre il padrone di casa se ne sta tutto il
tempo a smanettare sul suo smartphone senza degnarti di uno sguardo (…ma forse
a questo ci siamo già arrivati). Meglio non essere saccenti, quando commentiamo,
senza dimenticare l’educazione e il rispetto per gli altri, condizioni
fondamentali per una corretta e civile comunicazione. Sono tanti i blogger che
decidono di moderare i commenti sul proprio blog perché non si fidano di quello
che potrebbero scrivere i lettori: io non l’ho mai fatto e devo dire che, in
tanti anni, non mi è mai capitato nulla di spiacevole. Forse perché non scrivo
mai di politica o di calcio o di pettegolezzi mediatici, argomenti questi che
urtano in maniera sensibile la suscettibilità di tante persone. Naturalmente ognuno
fa come meglio crede, ma io sono contrario ai filtri. Credo che i pensieri
divergenti siano il sale della comunicazione: è il pensiero unico che mi fa
paura. E ben venga chi non la pensa come me. Trovo, poi, alquanto divertenti
certi “accapigliamenti” che a volte si verificano
su un blog dove ciascuno vuol far prevalere la propria idea. Se la contesa
non va fuori le righe con offese e volgarità, è sempre interessante seguire il
dibattito, soprattutto quando i contendenti sanno cavarsela molto bene con la
scrittura. Devo dire che io commento poco, perché i blog che seguo si contano
sulle dita di una sola mano. Ma il motivo è molto semplice: ho un’autonomia
molto limitata e non riesco a stare su internet (con il PC di casa perché non ho
cellulari, come qualcuno già sa) più di 20/30 minuti al giorno. E non tutti i giorni. Per leggere ho
bisogno di sentire il fruscio delle pagine sfogliate, l’odore della carta. E
non c’è blog, per quanto interessante, che possa distogliermi da questo mio
modo di essere.
Tutto sacrosanto e condivisibile tranne che non esistano blog in grado di arricchirti - se non di più - almeno come un vecchio, familiare, tradizionale e rassicurante libro. Ovvio che il blog faccia parte di un nuova generazione di "reperimento dati", ma quando leggi di poesia, di ammirazione del territorio, di memorie e fragranza letteraria.. quasi non ti accorgi della differenza tra pixels e carta stampata.. e a tal proposito ti linko un post odierno di un blogger amico che sono sicuro emozionerà.. https://cosechedimentico.blogspot.com/2023/07/il-canto-delle-cicale.html?sc=1688725318111#c7454003499296673751
RispondiEliminaun abbraccio!
Caro Franco,
Eliminaevidentemente non mi sono spiegato bene, ma io non ho detto che non esistono blog in grado di arricchirmi come un vecchio libro: nel web ci sono ottimi blog, eccome ci sono! E quello che mi hai linkato (che io non conoscevo) già da una prima lettura mi sembra degno di nota. E ti ringrazio! Dicevo semplicemente che questa modalità di lettura mi affatica e mi sconcerta, e se certi post potessi leggerli tra le pagine di un libro, ebbene per me sarebbero molto più gustosi. E poi, un libro me lo posso portare appresso, il computer di casa proprio no. Tu mi dirai: ma comprati uno smartphone, un tablet. NO! Proprio non mi ci vedo mentre cammino per una strada di Roma leggendo il tuo ultimo post, che non ho commentato. Ricambio, con piacere, l’abbraccio
Non te lo dirò mai comprati un tablet o uno smartphone, ti invidio un pochino e basta.. ;)
EliminaBasta spegnerlo, quando proprio non se ne può più. E questo vale anche per chi lo usa con discernimento. A nessuno l'ha ordinato il medico. :)
Eliminacondivido le tue affermazioni, a partire da "il blog è uno strumento social di nicchia e non di massa". Proprio perchè di nicchia andrebbe preservato nelle sue peculiarità, tra cui, qualità degli scritti (almeno nelle intenzioni del blogger) e qualità dei commenti (il minimo sindacale è dimostrare con le parole di aver almeno letto il post in questione, ma non sempre capita)
RispondiEliminaciao Pino,
ml
Sono d'accordo con te. Ciao Carlo
EliminaNon ho un Blog e nemmeno un account Google. Mi piace però girare per Blog e non sempre posso lasciare un mio commento perché i blogger temono gli “Anonimi” come la peste. E’ un comportamento davvero ridicolo. Questi intelligentoni di blogger credono che se un lettore commenta come “luna calante” sia più affidabile del sottoscritto che si presenta, invece, come “Anonimo”. E’ come dire: ti impedisco di parlare perché il tuo nome non mi piace. Eppure in giro si vedono certi nomi, talmente strani e bizzarri, che Anonimo appare come l’espressione più alta dell’immaginazione. Però, non ricevendo la benedizione di Google, l’anonimo in questione è visto sotto un cattivo segno, come quello che dice le parolacce e di cui non ci si può fidare. Comunque, condivido la tua riflessione e grazie per lo spazio di libertà che concedi anche agli “Anonimi”. Potrei anche firmarmi Pietro, ma non cambierebbe niente. Ciao
RispondiEliminaCaro Anonimo, alias Pietro (o il contrario), non so come preferisci. Grazie per queste tue precisazioni che io condivido. Non ho mai impedito agli “Anonimi” di commentare sul mio Blog. Ti dirò di più. Il commento di un Anonimo, a volte, è più gradito perché disinteressato, rispetto a quello di “Luna calante” nei cui confronti esiste sempre il sospetto che sia il frutto di un famoso detto, che recita: se tu dai una cosa a me io do una cosa a te. Un caro saluto :)
EliminaHai ragione caro Anonimo, io sono uno di quelli (che senza credersi intelligentoni) richiede un account, e nonostante tutto mi becco haters, idioti e importuni vari.. finirò per ripristinare gli accessi.. la famosa "per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno" va messa in naftalina.. diciamo che alla fine, eventuali importuni puoi comunque cancellarli.. alla fine, se uno non vuole registrarsi, avrà pure i suoi motivi.. ;)
EliminaRegistrarsi è solo una formalità e, ai fini di un commento, non ha nessun senso. Posso dire le parolacce sia da "Anonimo" che da "Franco Battaglia": non è il nome che dà autorevolezza e affidabilità al commento. E poi io posso sempre registrami con un nome di fantasia, che non è certamente più sicuro di uno che ti dice che sia chiama Pietro, però il sistema lo identifica come Anonimo. Se qualcuno ti importuna e fa il cretino (e la rete è piena di questi soggetti...) lo puoi sempre cancellare dopo. Se invece gli impedisci di commentare a prescindere, potresti rinunciare a un delizioso commento, scritto magari da un novello Proust... E poi, caro Franco, se tu me lo avessi permesso, questa discussione avremmo potuta farla sul tuo blog anzichè occupare lo spazio che mi ha messo a disposizione Pino.
EliminaDi nuovo ti do' ragione, e Pino perdonerà, perché mi ha dischiuso nuove opportunità..
EliminaTi perdono...ti perdono (sorrido). Però non ti aspettare un "novello Proust" che commenta da "Anonimo" un tuo post, come immagina il nostro Anonimo di sopra, a cui dai ragione. Accontentati dei validi commentatori che già hai! :)
EliminaMi sento spaesato oggi, eppure questo è un argomento che negli anni ho affrontato innumerevoli volte, forse troppe. Sulla questione parolacce e insulti la mai opinione è risaputa: è una stupida barbarie degna solo del livello infimo che spesso i social ( tutti ) hanno raggiunto; se scrivo con amore e attenzione perchè ho fede nella intelligenza e civiltà dei possibili interlocutori e poi mi vedo sporcare la pagina dall'idiota di turno...preferisco prevenire e moderare. Io ho scritto anche di società , morale, politica a volte, esistenza, nessuno di questi argomenti è senza rischi in rete.
RispondiEliminaLeggo molto, anche i blog ma qualcosa deve essersi rotto nel meccanismo interlocutorio mio personale, spesso non ho nulla da aggiungere a quanto leggo e così il commento diventa solo un mero atto di presenza. Non è qualcosa che mi soddisfa e lo evito. Non condivido l'idea dell'ultimo anonimo secondo la quale moderare potrebbe farti perdere " un delizioso commento di un novello Proust"; in quasi 15 anni di rete avrò incontrato non più di una decina di pagine degne di essere considerate letteratura...Proust et similia sono lontani anni luce. Non è qui una questione di anonimi ma della qualità e del tono di un commento: io non ho nessun timore degli anonimi ma la mia esperienza dice che sono più numerosi gli sciocchi con un nick- Ciao Pino
Ciao Enzo, ogni tanto ci si legge. Ed è sempre un piacere, almeno per me. Mi viene da pensare che si torna sempre, per un motivo o per un altro, sul luogo del delitto, che per noi che ci dilettiamo a scrivere è la blogosfera. Una volta, questi nostri pensieri li tenevamo nascosti in qualche baule a cui nessuno poteva accedere. Da quando esiste Internet, abbiamo preso la buona o cattiva abitudine di renderli pubblici e questo, se da una parte determina gioia – allorquando abbiamo la fortuna di incontrare lettori sensibili e intelligenti – dall’altra può causare anche qualche fastidio che ci irrita non poco. Ho letto molti tuoi post sull’argomento “commenti” e conosco, quindi, il tuo pensiero. Però io credo che arrabbiarsi per uno sciocco che, non sapendo cosa dire, se ne va in giro per blog ad offendere la gente, non vale proprio la pena. Credimi! Il Web – come tu ben sai - è pieno di questi soggetti molto aggressivi il cui principale obiettivo è quello di provocare la tua reazione emotiva e verbale. E allora, meglio non rispondergli perché il silenzio, per loro, è molto più frustrante. Bisogna farli cuocere nel loro brodo. Il provocatore digitale è come quell’automobilista che ti si affianca minaccioso, perché ritiene che hai commesso qualche scorrettezza nei suoi confronti e allora, comincia a suonarti perché te le vuole cantare di santa ragione, e tu nemmeno ti giri dalla sua parte per riceve le sue parolacce. Ecco, non c’è nulla che lo faccia andare in bestia più della tua indifferenza. Una cosa diversa è quando il commentatore non la pensa come te su un determinato argomento, esprimendo una sua personale opinione al riguardo. Ebbene, per me, ben venga il confronto, sempreché ci si comporti entro i limiti della reciproca correttezza civile. Certo, se poi questa diatriba ci dovesse stancare, la possiamo sempre interrompere con quell’eleganza di parole che a te certamente non manca.
EliminaUn caro saluto
RispondiElimina"Ad gni lettura colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra" scriveva Cesare Pavese, ed è un po quello che accade a me quando entro in certi blog ed è magari quello che accade a te quando traduci frasi attraverso un linguaggio già tuo.Tra l'altro proprio grazie a chi sta dietro a questo blog sono riuscita ad approfondire meglio lo stesso scrittore:)
Ma a pensarci mica facile "tradurre" da certi libri quel senso di inquietudine,di solitudine,di malinconia che ha sempre attraversato l'animo umano venendo a sua volta in qualche modo riesumato:).Sembra che Proust venendo citato si autocita nel dire che "il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore".
Beh da questo ho dedotto che dietro molti blog sono riuscita a scorgere buoni "traduttori" :)costoro adempiono al dovere e al compito di scrittori . Non avendo nessun blog, al termine moderare non posso non collocare un significato meno tecnico e per me vuol dire semplicemente prendere atto dei miei comportamenti verso gli altri e non che siano gli altri a prenderne atto al posto mio,penalizzando oltretutto chi sa moderarsi di suo.La rete in fondo non è altro che il riflesso della realtà,anzi a volte la rete è spaventosamente realtà stessa poiché riesce a tirare fuori i lati luminosi e quelli oscuri che caratterizzano l'essere umano, e la difficoltà secondo la mia umile riflessione sta nel prenderne atto ,questo vale sia per l' anonimo che per chi ci mette la faccia...siamo esattamente ciò che in bene e in male imprimiamo anche attraverso la parola scritta e lo scritto stesso è una testimonianza .Certo poi sarebbe interessante anche sfogliare il nostro di libro ,fare autoanalisi con dei passi indietro nel passato anche solo per capire se , come e /o dove siamo cambiati ,magari migliorati pure sotto alcuni aspetti.Diciamo che la vita ce ne offre di possibilità per evolverci,poi spetta a noi saperci orientare e qualche volta anche moderare :)
Molto bello questo tuo senso di saggezza ,un esempio molto positivo che un po ti caratterizza e che viene fuori anche dalle risposte ai nostri commenti.Vedi anche volendo impegnarmi non mi riesce proprio scrivere - bel post:))
Buona giornata e grazie
L.
Confesso – mia cara L. – che quando parlavo di "guest post" mi riferivo proprio ai tuoi commenti che sono dei veri articoli ospitati sul mio blog. E questo tuo commento di oggi (a cui rispondo con ritardo perché - come tu ben sai - io non sono un seguace del “sempre connesso”), ne è la conferma. E pensare che ci sono dei blogger che rifiutano i commenti degli Anonimi perché preferiscono il “mi piace” di chi ha un account. E’ pur vero, come scrive l’amico Enzo, che non tutti gli Anonimi sono dei novelli Proust: ci mancherebbe! Tuttavia, non bisogna mai avere paura delle parole non in linea con il nostro pensiero: basta che non siano offensive. La Rete è piena di persone che, pur non avendo un blog, leggono quelli degli altri e non si può impedire loro di esprimere la propria opinione. E dici bene, quando scrivi che “non avendo nessun blog, al termine moderare non posso non collocare un significato meno tecnico e per me vuol dire semplicemente prendere atto dei miei comportamenti verso gli altri e non che siano gli altri a prenderne atto al posto mio, penalizzando oltretutto chi sa moderarsi di suo”. Grazie, comunque, per le tue parole e per questo tuo modo di “tradurre” le parole degli altri, fossero anche quelle di Pavese o di Proust. E a proposito di quest’ultimo io credo che l’editore che si rifiutò di pubblicare la sua Recherche stia ancora rivoltandosi nella tomba quando firmò quel celebre verdetto dopo aver letto l’opera dello scrittore francese : “sarò forse uno sciocco ma davvero non riesco a capacitarmi del fatto che un tizio possa impiegare ben trenta pagine per descrivere come si giri e rigiri nel letto prima di addormentarsi”. Si, era proprio uno sciocco. Un caro saluto
RispondiEliminaGrazie di cuore per il "guest post",troppo buono...ma io ribadisco e credo che il merito vada soprattutto a te, a quella innata capacità di ascolto che sa andare oltre le parole,al grande senso spirituale che t'appartiene e che emerge in qualsiasi cosa tu scriva.Sei un ottimo "terapeuta dell'anima"...io dal mio posso tranquillamente dire di essermi sentita a casa in questo tuo prezioso spazio ,non saprei una percezione forse simile alla tua ,in riferimento anche al successivo post,quando scrivi di "ritornare nel natio borgo selvaggio da cui forse non ci si allontana mai".
EliminaSarà effettivamente una questione di "radici":)
Buone vacanze e grazie ancora...
L.
Ciao, Giuseppe. Ho cercato il tuo blog, come ti avevo promesso nel Cilento. Complimenti per quello che scrivi e per come lo scrivi.
EliminaTi mando un caro saluto, un affettuoso abbraccio e mi auguro di rivederti presto.
Antonio Polito
Ciao Tonino e grazie per le tue parole di apprezzamento. Ricambio l'abbraccio...e a presto.
EliminaPer L. e scusa per il ritardo - Io "terapeuta dell'anima"?...sorrido....non esageriamo! Lasciamo ai veri professionisti queste incombenze. Io mi diverto solo a scribacchiare, cercando di mantenere vive le mie capacità mentali che cominciano a scricchiolare
RispondiEliminaBeh è tipico di una persona saggia e modesta sorridere e sminuire quella forma di potere attribuitogli.Vale come ulteriore conferma al mio sguardo posatosi su quegli scaffali (post) di un antico speziale (blog).
EliminaCi vorrebbero a mio modesto parere ,meno "professionisti" che curano con un corrispettivo in denaro quei mali apparentemente fisici e più persone che insegnano il silenzio e la cura all'ascolto.E questo puoi apprezzarlo anche attraverso quelli come te che ne scrivono e il noto paesologo,cui sanno dare fiducia soprattutto a questi due gesti: guardare e camminare." Mi pare che possiamo accedere a una qualche forma di grazia fino a quando possiamo guardare e camminare" F.Arminio
"scaffali (post) di un antico speziale (blog)"...mi piace di più. Comunque, grazie davvero: sei troppo buona! :). Ha proprio ragione Arminio: "guardare e camminare" è la nostra salvezza. Un saluto
RispondiEliminaScusami ritorno su questo post perché più in tema con la questione "commenti",ho segnalato il tuo blog a Marina Guarneri de" il taccuino dello scrittore",avete qualcosa di bello in comune, tra cui Proust...sarebbe interessante la vostra interazione:)
EliminaGrazie .Buona serata
Grazie L. Ho cercato il blog da te suggerito, leggendo in particolare i post su Proust: devo dire che è molto interessante e cercherò di seguirlo. Pensa la coincidenza: nel mio prossimo post pubblicherò una lettera indirizzata al grande scrittore francese dal critico letterario Giovanni Macchia, tratta dal suo libro "L'angelo della notte".
EliminaCiao e buona giornata