Per nostra fortuna c’è ancora
qualcuno che sa parlare alla luna, che guarda con stupore le nuvole, sa
cogliere la malinconia, sa ascoltare il vento, si commuove aspettando l’alba: è
il poeta. Che sia un premio Nobel o il vicino di casa o di blog, non ha
importanza.
“Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento” ci
ricorda uno dei poeti più amati dei nostri tempi: Franco Arminio. Abbiamo
bisogno di qualcuno che faccia parlare – attraverso la sua poesia - le emozioni,
il silenzio, i profumi, i ricordi, i lievi tormenti dell’anima, le metafore, la
buona solitudine. Qualcuno che sappia guardare con occhi incantati il mondo,
che sappia osservare un gabbiano in volo come fa il poeta Vincenzo Cardarelli
"Non so
dove i gabbiani abbiano il nido,
ove
trovino pace.
Io son
come loro,
in
perpetuo volo.
La vita
la sfioro
com’essi
l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come
forse anch’essi amo la quiete,
la gran
quiete marina,
ma il
mio destino è vivere
balenando
in burrasca"
Ed è per questo che – ogni tanto – è bene fermarsi e non lasciarsi condizionare dalla fretta e dalla velocità, buttare via lo smartphone (o spegnerlo momentaneamente, per evitare crisi di astinenza) e prendere in mano un libro di poesie e leggerne una e poi rileggerla ancora magari ad alta voce, come si faceva a scuola: è un gesto salvifico che costa poco e fa bene allo spirito. “Un tempo di notte cantavo a voce alta per farmi coraggio – scrive Franco Marcoaldi in una sua poesia – abitudine persa da quando mi è chiaro che sono qui di passaggio”.
Nei versi di una poesia trovi tutto
ciò che hai smarrito. Rincorrere sempre la moda del momento, seguire
comportamenti codificati o modelli imposti dal mercato, percorrere la strada che
non è la tua, stare sempre connessi, significa insoddisfazione perenne. E
allora, quando ti senti assediato e schiacciato e circondato e deluso dal
presente, abbraccia pure un poeta e lasciati cullare dai suoi versi, perché la
felicità – come ci ricorda Trilussa – risiede nelle piccole cose:
“C’è
un’ape che se posa
su un
bottone de rosa:
lo
succhia e se ne va…
tutto
sommato, la felicità
è una
piccola cosa”.
hai ragione, la bravura insostituibile di un poeta non è nei versi ma nello sguardo che li precede.
RispondiEliminaml
Ciao Carlo. E' proprio così: il poeta vede ciò che non riusciamo a cogliere e con la sua poesia indirizza anche il nostro sguardo. Un saluto
EliminaMi piace pensare al poeta che forgia grimaldelli, e la sua poesia a scardinare cuori. Piccole cose, sì, quelle che non ci distraggono, non ci attirano, non chiedono attenzione ad alta voce, perché dobbiamo trovarlo dentro di noi quell'attimo di non frenesia, di resa, di quiete.
RispondiEliminaNe abbiamo bisogno tutti.
Troppe distrazioni remano contro e trovare "quell'attimo di non frenesia" è un'impresa davvero ardua. Ma non dobbiamo disperare...
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