martedì 12 luglio 2022

Il fantasma della democrazia

 


Sarebbe veramente una bella cosa se i cittadini, in democrazia, vedessero riconosciuti i propri diritti e potessero definire il proprio destino. Purtroppo questi obiettivi non vengono mai realizzati sebbene la parola che li celebra – la democrazia, appunto - venga perennemente evocata dai politici nei comizi elettorali e nei discorsi parlamentari, nelle chiacchiere televisive e negli articoli dei giornali. Lo sostiene il prof. Piergiorgio Odifreddi nel suo libro “La democrazia non esiste” con sottotitolo “critica matematica della ragione politica” (Rizzoli editore). Un libro molto interessante, scritto in maniera chiara e incisiva per stimolare l’attenzione del lettore e dell’elettore.

Democrazia significa letteralmente “governo del popolo”, ma quando il popolo da soggetto che dovrebbe governare diventa l’oggetto da governare e da gabellare, allora non c’è più democrazia. Non c’è democrazia quando gli elettori non possono più scegliere i propri candidati, imposti invece dai segretari di partito. Non c’è democrazia quando governa una maggioranza espressione di una minoranza di votanti. Non c’è democrazia quando vengono elette persone incompetenti e disoneste. Non c’è democrazia nei cambi di casacca dei voltagabbana, che costituiscono la vera maggioranza del parlamento. Non c’è democrazia quando è il Governo a legiferare e il Parlamento a eseguire sotto il ricatto del voto di fiducia. Non c’è democrazia quando il potere legislativo e il potere esecutivo sono influenzati dal potere della finanza. Non c’è democrazia quando il politico cattivo scaccia quello buono. Non c’è democrazia nella degenerazione del linguaggio usato dai politici. E allora uno si chiede: ma ha un senso andare ancora a votare?


8 commenti:

  1. La democrazia si apprezza solo confrontandola con una dittatura.
    La democrazia, in fondo, è solo il potere di una maggioranza di guidare un Paese, mentre l'opposizione dovrebbe proporsi, offrendo programmi diversi, come alternativa.
    Nella dittatura, tipo Russia, chi vince le elezioni rappresenta in modo esclusivo la verità e chi ha perso le elezioni non ha il diritto di contestare, pena il carcere.
    Sembra chiaro che tra Russia e Ucraina è in atto una guerra. Se provi a dirlo commetti un reato divulgando notizie false, infatti Putin ha più volte affermato che la Russia sta svolgendo un'operazione militare speciale e non esiste una guerra. Chi insiste con la guerra commette un reato punibile con sette anni di carcere.

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    1. E' vero, tra la Russia e l'Ucraina è in atto una guerra e non "un'operazione militare speciale", così come era una guerra l'invasione dell'Afghanistan da parte degli Stati Uniti d'America e non "un'operazione di pace" per portare in quel paese "la democrazia". Ma questo non si può dire, oggi, altrimenti vieni considerato un putiniano e inserito in una lista di proscrizione. A volte ho l'impressione che nelle cosiddette democrazie occidentali esistano molte contraddizioni e distorsioni nascoste, che le fanno apparire come delle vere dittature. E il prof. Odifreddi, con il suo libro, cerca di svelare proprio questi aspetti paradossali. Un esempio: può considerarsi politicamente corretta e rilevante un'elezione in cui l'affluenza alle urne è numericamente irrilevante? Dice Odifreddi che non ci può essere democrazia quando in teoria l'unica forma di democrazia possibile è la dittatura.

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  2. Non conoscevo questo professore lo ammetto,e leggendo il tuo post mi sono avvicinata un po attraverso i
    suoi video.Effettivamente ci mette anche in guardia da sfumature che non vediamo dietro il posizionamento bianco e il nero,conseguenze anche delle tanto amate fazioni e di cui in modo arguto hai sottolineato nel commento su:)


    "Non c’è democrazia nella degenerazione del linguaggio usato dai politici. E allora uno si chiede: ma ha un senso andare ancora a votare?

    Per me personalmente questo senso lo ha perso da diversi anni,diciamo che mi sono allontanata gradualmente, a votare senza votare nessuno fino al

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  3. ...dicevo che dal voto mi sono allontanata gradualmente da diversi anni,in un primo momento andando a votare senza votare nessuno ,fino al raggiungimento di una consapevolezza dell infondatezza di un voto che ormai non avrebbe mai rappresentato la condivisione di una mia posizione,perché I risultati hanno portato sempre allo stesso epilogo,il contrario di ciò che ti facevano credere!

    Buona domenica


    L.

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    1. Non mi occupo di politica, né mi piace parlarne: la trovo noiosa, irritante e rivoltante. E poi basta vedere quanti post ho dedicato a questo problema. Tuttavia, sono andato sempre a votare, ho sempre fatto il mio dovere di cittadino, almeno fino a quando potevo scegliere - con il mio voto di preferenza - il candidato che doveva rappresentarmi (si fa per dire) nel Parlamento, all'interno di una lista proposta dai partiti. Ma, da un pò di tempo a questa parte, tutto ciò non è più possibile perchè ti costringono a scegliere solo il partito, che poi nomina i propri peones, così come Caligola nominò il suo cavallo. E quelli che vengono nominati, non sono certamente i migliori. E più che di una democrazia - come scrive giustamente Odifreddi - si dovrebbe parlare di una partitocrazia che degenera ulteriormente in una "oligarchia dei segretari di partito" dove le sorti della politica e quindi del paese stanno nelle mani di un manipolo di segretari che tendono sempre più ad aumentare con la frammentazione dei partiti : l'ultimo arrivato è Giggino a' pultrona (copyright di Travaglio). Allora, ha ancora un senso andare a votare? Per me no, almeno fino a quando le cose resteranno così e almeno fino a quando la classe politica sarà come questa che, purtroppo, ci governa.
      Buona domenica anche a te, L.

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    2. Ci ritorno ...concordo e capisco quanto scrivi ,nonostante non ti occupi di politica e tantomeno parlarne,credo però che la tua semplicità di linguaggio,autenticità e trasparenza arrivi ad ogni tipo di interlocutore,in quella che è la piaga della nostra politica.
      È evidente che è una qualità che non contraddistingue i politici,è anche evidente di come viene strumentalizzata la "democrazia"da chi invece dovrebbe per prima, con coerenza e trasparenza...

      Nemmeno a me piace parlare di politica e a tal riguardo ricordo un post scritto da Ferruccio Gianola nel maggio 2021 "del perché non parlo di politica",in modo esteso ne scrive e credo foste sulla stessa linea ,a parte questo comune spessore culturale.

      Mah,mi perdonerai se riesumo il primo articolo della nostra costituzione,cosí giusto per darci una rinfrescata di memoria:)

      Articolo 1
      L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

      La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

      Chissà cosa vorrà dire?

      Grazie a te.


      L.

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    3. Democrazia significa letteralmente governo del popolo, ma l'espressione si presta a due interpretazioni, o meglio ad una ambiguità politica. La prima - quella prevista appunto dalla costituzione - è che "la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" ed è quella più gettonata negli slogan elettorali, di cui si riempiono la bocca tutti i politici; la seconda, quella apocrifa, è che il popolo, da soggetto che governa, diventa l'oggetto da governare alla mercé di una classe politica incompetente, corrotta e inaffidabile. Scrive sempre Odifreddi nel suo libro: "la retorica instaura tra i politici e i cittadini un rapporto analogo a quello stabilito dalla pubblicità tra i venditori e i consumatori. I comizi o gli spot dicono, da un lato, ciò che il politico o il venditore vuole far credere, sempre sapendo di ingannare. E, dall'altro lato, offrono al cittadino o al consumatore ciò che egli è disposto a credere, a volte intuendo di essere ingannato". E' chiaro che fino a quando il popolo sarà disponibile a questo gioco perverso avrà sempre dei politici/venditori interessati solo al proprio tornaconto personale, e non ci sarà vera democrazia

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