Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
« follìa ».
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
« malinconìa ».
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
« nostalgìa ».
Son dunque… che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia.
Aldo Palazzeschi
Come lo sento vicino, contagioso, di intrigante comunicatività, di maschera frizzante, a confondere tutta l'irrequietudine, i pensieri bui, l'uggia in una giornata serena.. siamo qua, imperterriti, a descrivere sguardi stralunati, a leggere righe sghembe, e riscriverle; a riordinare fogli e pensieri sparsi tutt'attorno, anche noi sotto una lente deformante, che vira dal sorriso alla malinconia, senza fine mai.
RispondiEliminaGrazie Pino!
Follia, malinconia e nostalgia, oltre che essere sentimenti crepuscolari, credo che appartengano a tutte le anime sensibili ed in primis agli artisti. Davvero significativa l'immagine del poeta come saltimbanco dell'anima che cerca di catturare l'attenzione dei lettori attraverso i virtuosismi della parola. Forse anche noi siamo un pò saltimbanchi, quando ci avventuriamo in certe acrobazie letterarie per mascherare i nostri sentimenti, la nostra anima.
EliminaGrazie a te, Franco
... alla fine, siamo tutti saltimbanchi dell’anima, solo che la maggior parte non se ne rende conto!
RispondiEliminaBuona serata.
Ben arrivato qui, Mr. Loto.
EliminaUn saluto
limpida e toccante questa poesia di Palazzeschi che ero abituato a vedere in una veste più leggera.
RispondiEliminae credo che tu non l'abbia scelta a caso :)
ml
Esatto! C'è sempre un filo sottile e invisibile che ci lega alle cose che scriviamo. :)
EliminaStammi bene!