Le
penne della scrivania,
gli
inchiostri neri e la mano
mancina
che si macchia
della
sostanza che realizza
il
pensiero.
E
tutto il resto è il mondo.
Le
porcellane dipinte a mano,
i
piatti del servizio buono
con
il filo d’oro, le posate
d’argento
tediate dall’attesa
dell’ospite
importante
che
non è ancora arrivato.
Le
bottiglie di liquore denso
scambiate
sempre a Natale,
i
quadretti con scritto “vi penso”
del
padre emigrato in Germania,
le
torri di Pisa illuminate
al
neon, i busti degli imperatori
in
bronzo, San Pietro
di
plastica sopra la mensola.
Il
pianoforte coperto di polvere
bloccato
alle sette note,
i
tasti neri sfiorati da dita
lontane,
il violino del nonno
con
le corde spezzate
e
i manichini di burro contorti
ad
appassire alla finestra,
i
fiori, le bollette e i dischi
dei
cantautori morti.
E
la foto di una donna
bella
come non è mai stata.
Le
statuette in gesso dei santi
e
le preghiere che si sgranano
sui
fili del rosario
e
lo stanco orologio a pendolo
che
macina le ore
sul
filo del rasoio.
E
tutte le giacche a doppiopetto,
le
sciarpe profumate d’incenso
dell’India
sognata.
Ancora
i biglietti del treno,
banchina
di Santa Maria Novella
ventuno
aprile o ventidue.
E
le perle della tua corona.
Le
bamboline di ceramica
ghignano
invece di sorridere,
escono
coi soldatini di piombo
la
notte sulle macchinine di latta.
I
libri censurati sopra gli scaffali
coi
fiori sbiaditi come segnalibri,
i
giornali e gli animali impagliati.
Il
poster col ragazzo che spara
inginocchiato
col viso coperto
e
le mani tese in avanti,
la
disperazione di due madri
che
macchia il foglio.
I
segni delle dita impressi
nel
mazzo di carte appoggiato
sulla
stufa spenta.
Non
ci sono tutte:
mancano
un re e un cavaliere.
Non
me ne dispiace affatto.
E
tutto il resto è il mondo.
A. C.
Nessun commento:
Posta un commento