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sabato 15 giugno 2019

Notte insonne



Di tutti i piaceri che piano piano ti lasciano – forse a causa dell’età che avanza inesorabilmente - uno dei più preziosi e graditi è certamente quello del sonno. E’ un dono della natura che ti guarisce dalla stanchezza; è un compagno sincero e un rifugio sicuro; ma è anche una sorta di oscuro viaggio che si intraprende da soli ogni sera, un viaggio nell’ignoto, nel mistero, nel nulla; qualcuno addirittura ha detto che il sonno è un incontro ravvicinato con la morte, da cui se ne esce ogni volta al risveglio. Ma c’è forse qualcuno che non ha mai conosciuto una notte insonne!? Può succedere alla vigilia di un esame importante; può capitare in occasione di un grande dolore, come la morte di un genitore, o magari quando ci si trova in un letto d’ospedale o quando si è afflitti da profonde preoccupazioni. Ma può accadere anche senza motivi apparenti…

E’ notte fonda, ormai, e non riesci ancora a prendere sonno. Provi a contare le pecore, ma è una tecnica che non funziona. La mente va, con nostalgia, a quelle belle e lunghe dormite legate al tempo spensierato della tua infanzia e della tua giovinezza. Non torneranno più. La stanza da letto in cui ti trovi è avvolta nel silenzio più completo, rotto solo dal lieve respiro della persona che - beata lei - dorme accanto a te, ignara delle tue pene. In attesa che Morfeo si faccia vivo, ascolti i rumori che ti giungono nitidi dall’esterno, amplificati dal silenzio della notte. Come il passaggio di qualche macchina che corre a velocità sostenuta, non essendo ostacolata dal traffico caotico del giorno. Senti lontano il latrare di un cane, forse relegato dal suo padrone sul balcone di casa. Ti giunge, poi, la camminata spedita di un passante, che risuona in maniera insolita e inquietante sulla strada deserta: difficilmente potresti sentirla in altre ore della giornata, soffocata dai consueti rumori diurni. Ti domandi dove possa andare quel viandante frettoloso, da solo, a quell’ora di notte. Odi, in lontananza, la sirena di un’ambulanza che velocemente si avvicina: sembra quasi squarciare la quiete della città addormentata. Certamente sta correndo in soccorso di qualcuno che sta male, o lo sta già trasportando nell’ospedale più vicino. E mentre la segui con la mente - fino a quando il suo sibilo stridente non svanisce del tutto - ti tranquillizza un pensiero: meglio stare svegli nel proprio letto, che distesi su una barella all’interno di un’ambulanza.

Ma il sonno tarda ad arrivare, mentre le ore trascorrono con snervante lentezza. Intanto il vento, fuori, stormisce tra gli alberi di lecci lungo il viale, mentre il rumore di un oggetto che cade sul balcone ti fa quasi sobbalzare dal letto. Nel silenzio di tomba della tua stanza non ti sfugge nulla, ti aggrappi ad ogni alito di vita, a qualsiasi fruscio tu possa percepire. Ed è strano come questi sentori di vita, associati a dei rumori, possano apparire quasi angoscianti alle orecchie di un insonne, nel cuore della notte. E’ un modo di sentire, questo, che non si avverte mai con tanta attenzione e con tanta ansietà come durante queste ore d’insonnia.

Ti giri e rigiri nel letto, alla ricerca di una migliore posizione; accendi la luce sul comodino e guardi sconsolato l’orologio; ti alzi, vai al bagno, per ricoricarti poi di nuovo. Ti lasci prendere dalla frustrazione. Sono le ore in cui non puoi sfuggire a te stesso, ai tuoi pensieri, alle tue paure, le ore in cui non puoi parlare con nessuno se non con te stesso…poi senti suonare una sveglia: è la tua. Che beffa: ti eri appena addormentato.

4 commenti:

  1. dev'essere una condizione assai spiacevole, frustrante, ma personalmente non l'ho mai provata. Anzi più invecchio più prendo sonno facilmente, sarà che vado a dormire molto tardi
    massimolegnani

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    1. Io invece vado a letto molto presto...dovrei cambiare abitudini. Però devo dire che non soffro d'insonnia in maniera cronica: mi capita solo qualche volta. Ed è, comunque, sempre spiacevole...

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  2. devo dire che in passato mi capitavano di più le notti insonni

    oggi al massimo dormo di meno, cioè mi sveglio prima

    insomma, sono vecchio

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    1. Ho visto il tuo blog: sei uno che corre. E chi corre non è mai vecchio :-)

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