Di tutti i piaceri che piano
piano ti lasciano – forse a causa dell’età che avanza inesorabilmente - uno dei
più preziosi e graditi è certamente quello del sonno. E’ un dono della natura
che ti guarisce dalla stanchezza; è un compagno sincero e un rifugio sicuro; ma
è anche una sorta di oscuro viaggio che si intraprende da soli ogni sera, un viaggio
nell’ignoto, nel mistero, nel nulla; qualcuno addirittura ha detto che il sonno
è un incontro ravvicinato con la morte, da cui se ne esce ogni volta al
risveglio. Ma c’è forse qualcuno che non ha mai conosciuto una notte insonne!?
Può succedere alla vigilia di un esame importante; può capitare in occasione di
un grande dolore, come la morte di un genitore, o magari quando ci si trova in
un letto d’ospedale o quando si è afflitti da profonde preoccupazioni. Ma può
accadere anche senza motivi apparenti…
E’ notte fonda, ormai, e non
riesci ancora a prendere sonno. Provi a contare le pecore, ma è una tecnica che
non funziona. La mente va, con nostalgia, a quelle belle e lunghe dormite
legate al tempo spensierato della tua infanzia e della tua giovinezza. Non torneranno
più. La stanza da letto in cui ti trovi è avvolta nel silenzio più completo,
rotto solo dal lieve respiro della persona che - beata lei - dorme accanto a te,
ignara delle tue pene. In attesa che Morfeo si faccia vivo, ascolti i rumori
che ti giungono nitidi dall’esterno, amplificati dal silenzio della notte. Come
il passaggio di qualche macchina che corre a velocità sostenuta, non essendo
ostacolata dal traffico caotico del giorno. Senti lontano il latrare di un
cane, forse relegato dal suo padrone sul balcone di casa. Ti giunge, poi, la
camminata spedita di un passante, che risuona in maniera insolita e inquietante
sulla strada deserta: difficilmente potresti sentirla in altre ore della
giornata, soffocata dai consueti rumori diurni. Ti domandi dove possa andare
quel viandante frettoloso, da solo, a quell’ora di notte. Odi, in lontananza,
la sirena di un’ambulanza che velocemente si avvicina: sembra quasi squarciare la
quiete della città addormentata. Certamente sta correndo in soccorso di qualcuno
che sta male, o lo sta già trasportando nell’ospedale più vicino. E mentre la
segui con la mente - fino a quando il suo sibilo stridente non svanisce del
tutto - ti tranquillizza un pensiero: meglio stare svegli nel proprio letto,
che distesi su una barella all’interno di un’ambulanza.
Ma il sonno tarda ad arrivare,
mentre le ore trascorrono con snervante lentezza. Intanto il vento, fuori,
stormisce tra gli alberi di lecci lungo il viale, mentre il rumore di un oggetto
che cade sul balcone ti fa quasi sobbalzare dal letto. Nel silenzio di tomba
della tua stanza non ti sfugge nulla, ti aggrappi ad ogni alito di vita, a
qualsiasi fruscio tu possa percepire. Ed è strano come questi sentori di vita,
associati a dei rumori, possano apparire quasi angoscianti alle orecchie di un
insonne, nel cuore della notte. E’ un modo di sentire, questo, che non si avverte
mai con tanta attenzione e con tanta ansietà come durante queste ore
d’insonnia.
Ti giri e rigiri nel letto,
alla ricerca di una migliore posizione; accendi la luce sul comodino e guardi
sconsolato l’orologio; ti alzi, vai al bagno, per ricoricarti poi di nuovo. Ti
lasci prendere dalla frustrazione. Sono le ore in cui non puoi sfuggire a te
stesso, ai tuoi pensieri, alle tue paure, le ore in cui non puoi parlare con
nessuno se non con te stesso…poi senti suonare una sveglia: è la tua. Che
beffa: ti eri appena addormentato.
dev'essere una condizione assai spiacevole, frustrante, ma personalmente non l'ho mai provata. Anzi più invecchio più prendo sonno facilmente, sarà che vado a dormire molto tardi
RispondiEliminamassimolegnani
Io invece vado a letto molto presto...dovrei cambiare abitudini. Però devo dire che non soffro d'insonnia in maniera cronica: mi capita solo qualche volta. Ed è, comunque, sempre spiacevole...
Eliminadevo dire che in passato mi capitavano di più le notti insonni
RispondiEliminaoggi al massimo dormo di meno, cioè mi sveglio prima
insomma, sono vecchio
Ho visto il tuo blog: sei uno che corre. E chi corre non è mai vecchio :-)
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