Sappiamo bene che l’uomo è un
animale sociale che tende, per sua natura, ad associarsi e relazionarsi con
altri individui. Egli ha estremamente bisogno di legami affettivi e rapporti interpersonali
e quando non ha la possibilità di realizzarli con un altro uomo/donna, è capace
di umanizzare anche un cane, un gatto, un canarino. Oggi è sempre più facile
incontrare per strada persone che portano a passeggio il proprio cane (o è il
cane che porta a spasso il padrone?) e si rivolgono a lui chiamandolo
amore…tesoro…bello di mamma (l’ho sentito da una signora). Ora – per carità -
io capisco che in determinate, estreme situazioni di solitudine e di mancanza
di affetti si senta il bisogno di manifestare a qualcuno i propri sentimenti; non
posso negare che a volte un cane sia migliore e, forse, più disponibile e
fedele di un qualsiasi essere umano; e che spesso si cerchi la sua compagnia
proprio per alleviare la morsa della solitudine, soprattutto per chi vive in
una grande città. Però io credo che la compagnia appagante che ti può dare un
animale non debba intaccare la capacità di poter avere un vero rapporto
egualitario con un altro essere umano.
Chi oggi passeggia per strada
con il proprio cane ha la certezza di essere fermato, prima o poi, da qualcuno
che – fregandosene del padrone che magari avrebbe bisogno di una parola di
conforto e di amicizia – stravede solo per il suo amico a quattro zampe ed ha
parole di affetto e di apprezzamento soltanto per lui. Gli si domanda come si
chiama… come si comporta in casa… quante volte fa la cacca. Si ha quasi la
sensazione che l’uomo conti meno del suo cane che porta al guinzaglio. E se non
hai un cane nessuno ti guarda, anche se stai male; e se chiedi l’elemosina
senza un cane, nessuno te la fa. Se, poi, ad incontrarsi sono due cani al
guinzaglio dei rispettivi padroni, si assiste ad un curioso e divertente
siparietto: i primi si annusano i genitali (gli animali fanno così), mentre i
secondi si limitano ad osservarli estasiati, senza parlare. E se comunicano
qualcosa, lo fanno non per discutere brevemente dei loro problemi esistenziali
ma delle apprensioni che nutrono nei confronti dei loro amici a quattro zampe. Insomma,
ci si preoccupa più del cane che del padrone.
Dobbiamo capire che un cane
deve rimanere tale: un animale straordinario e intelligente che non può essere
trattato alla stregua di un oggetto, di un bambolotto o addirittura di un
figlio, ma necessita della sua libertà e della sua dignità. Non puoi fargli
indossare il cappottino; non puoi dargli i bacetti sulla bocca; non puoi
chiamarlo bello di mamma come se fosse un figlio, o tesoro come se fosse un
fidanzato o un amante; non puoi portarlo in braccio come un bambino appena nato,
avvolto nello scialle. Sarebbe, questo, un rapporto snaturato, poco
equilibrato. Gli animali vanno rispettati e amati per la compagnia che ci
donano, però il sentimento dell’amore nei loro confronti non deve essere esaltato
fino a sfociare in un legame quasi morboso, capace di rimpiazzare anche
l’amicizia di un essere umano. E’ bello avere un cane, l’importante è che non
gli si dia l’incombenza di sostituire l’uomo.
Sono d'accordo che certi atteggiamenti sono eccessivi e anche fastidiosi quando sono manifestazioni pubbliche (direi che e' una questione di pudore, e' la mancanza di risevatezza che mi irrita). Devo pero' aggiungere che secondo i tuoi parametri ho un legame morboso col mio gatto: abbiamo un carattere simile che se da una parte ci fa sentire in sintonia dall'altra ci porta spesso a scontrarci su determinate questioni, il cibo per esempio: io pretendo che vuoti la ciotola, lui vorrebbe sempre cibo nuovo, non per fame ma perche trova gratificante il gesto del padrone che gli offre da mangiare.
RispondiEliminaUn sorriso
massimolegnani
Io non ho né cani né gatti e quindi non ho un'esperienza personale da poter raccontare. Se vivessi in campagna anziché in un piccolo appartamento di città, probabilmente anch'io sarei circondato da questi animali domestici, che danno molta compagnia. Credo comunque che un cane, ma anche un gatto, a furia di stare con noi, finiscano per assorbire tutti i nostri difetti. A volte gli animali sono stressati quanto i padroni: lasciamoli stare in pace senza tormentarli e trattiamoli come sono non come vorremmo che fossero. Lo scrivo con un sorriso.
EliminaCiao Massimo e buona giornata.
ricambio con piacere il sorriso
Elimina:-)
EliminaIn effetti ci sono persone come quelle che hai descritto e sono comportamenti eccessivi a volte dettati anche magari da delusioni con altre persone che hanno portato a maturare erroneamente questo tipo di comportamento.
RispondiEliminaE' vero, sono comportamenti eccessivi che denotano un rapporto poco equilibrato tra il cane e il suo proprietario, rapporto a volte distorto da delusioni interpersonali precedenti.
EliminaHo conosciuto molti animalisti ultrà , anche perché, ormai, ne trovi ad ogni angolo.
RispondiEliminaE' gente che ha smarrito il senso della realtà e che delega all'animale cui si accompagna il compito di rimpiazzare/sostituire il rapporto con i propri simili.
Anch'io, come te, amo gli animali e ne pretendo il rispetto, ma provo una certa insofferenza quando osservo essere umani falliti sul piano relazionale che si imbarcano nella relazione assoluta con altre specie animali...certo, è più semplice vedersela con un cane o un gatto o che so io, mica ti ci troverai mai a discutere di scelte di vita...basta imporre le proprie!
Condivido le tue parole: gli animali vanno rispettati per quello che sono e non devono diventare i nostri giocattoli. Ti racconto un episodio a cui ho assistito qualche tempo fa su una spiaggia sotto il solleone. Il padrone lanciava una pallina per il suo cane che correva a raccoglierla e restituirla; ha ripetuto quest'operazione, con suo grande divertimento, un'infinità di volte fino a quando la povera bestia è crollata nella sabbia, sfinita per la fatica. Evidentemente era convinto - il padrone - che il suo cane si divertisse. Mi sarebbe tanto piaciuto, in quella situazione, assistere alla stessa scena, ma a ruoli invertiti!
Eliminaciao Remigio...
RispondiEliminain parte condivido e in parte non condivido...
ho da sempre avuto animali, mio padre era cacciatore per cui abbiamo sempre avuto cani da caccia tenuti nel recinto, lontani dalla famiglia, per cui animali punto. Non mancava loro niente, ma erano esterni....
Poi è successo che abbiamo per "caso" avuto un Dalmata che è rimasto con noi 15 anni... quando tu porti l'animale in casa, il rapporto cambia completamente, diventa parte della "famiglia" non fare quella faccia, non rientro nella categoria degli amori morbosi, dei cappottini, ecc ecc, ma vezzeggio la mia cagnolina, che settimana scorsa ha avuto 6 cuccioli. Sono una donna che ti assicuro non soffre di solitudine, si rapporta abbastanza bene con il prossimo, ma si gratifica un sacco con il proprio animale domestico, vado molto in montagna e lei è sempre davanti a farci strada...
io vivo in montagna per cui è più facile avere un animale... ma ti garantisco che chi soffre di solitudine "non è capace" di riversare il proprio amore su un animale... e non è detto che chi ami un animale non ami o non rispetti i propri simili...
per esempio io non ho un buon rapporto con i gatti... ci teniamo a debita distanza...
scusa se mi sono dilungata ...e non pensare che sia polemica, ho solo espresso il punto di vista di una montanara.
un sorriso.
m.
Ciao Moni. Innanzitutto grazie per essere qui e grazie per le tue belle parole, che io condivido. I cani, come i gatti, fanno tanta compagnia, alleviano la solitudine e quando si trovano a vivere in un piccolo spazio come può essere un appartamento di città finiscono per diventare parte della famiglia. L'importante è saperli sempre rispettare per quello che sono, cioè animali e non "cristiani", con le loro esigenze che non sempre collimano con quelle dei padroni. Se io abitassi in montagna (come te) o in campagna, non potrei non avere un cane. E credo che un cane che ha la possibilità di vivere all'aria aperta e scorrazzare per i prati, insieme al suo padrone, sia molto più libero e felice del suo simile che vive in città costretto, invece, a passeggiare al guinzaglio su un marciapiede avvolto in un ridicolo cappottino. Noto la loro tristezza e un po' mi fanno pena. Un saluto
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