Chi ha qualche anno sulle
spalle - come il sottoscritto - ricorderà certamente quel famoso spot
pubblicitario degli anni ’70, in cui un signore di mezza età si ritrovava improvvisamente
obeso e con una enorme pancia che gli impediva di conquistare una donna,
salvo poi scoprire che aveva fatto solo un brutto sogno. E allora, felice per
lo scampato pericolo, iniziava a saltare leggero come una piuma, urlando: “la
pancia non c’è più…la pancia non c’è più!”. Mi è venuta in mente quella
divertente scenetta televisiva leggendo il romanzo “Improvvisa la vita” di Ottiero Ottieri (ediz. Bompiani del 1987), dove anche il protagonista
del libro - un cinquantenne scapolo in sovrappeso - è dotato di una pancia
prominente “origine di tutti i suoi mali
morali”. E, purtroppo per lui, non si tratta di un sogno. Alberto, questo
il nome, è convinto che con quella ingombrante protuberanza che si porta avanti
e di cui si vergogna non può mai piacere alle donne: e lui ha proprio bisogno
di una moglie giovane e carina per riscattarsi non solo dal suo lavoro poco
gratificante (è impiegato presso una casa editrice di Milano), ma anche dalla sua
vita solitaria e dai suoi rapporti occasionali con le prostitute o con le rare amanti,
da cui viene immancabilmente abbandonato. Per mettere la parola fine al suo invalidante
problema esistenziale, decide di affrontare un percorso salutare che lo porterà,
inizialmente, nel sud della Spagna, a Marbella, in un centro di benessere per
ricchi chiamato “Casa della Respirazione". Lì scopre un posto davvero
prodigioso dove si esercitano quei riti alla moda appannaggio esclusivo dell’alta
società, finalizzati al raggiungimento di una perfetta forma fisica; il posto
giusto dove la sua pancia - tra saune, massaggi, digiuni ed esercizi fisici – “sarebbe rientrata in dentro come una
fisarmonica premuta”. E, per lui, finalmente sarebbe sbocciata improvvisa
la vita. Inoltre – prima di proseguire il suo viaggio alla volta dell’Africa (Casablanca,
Marrakech…) fa la corte, ma con scarsi e ridicoli risultati, prima ad una
marsigliese e poi ad una enigmatica olandese, di cui si innamora.
Ottieri, il “notissimo
sconosciuto” – come ebbe a scrivere di lui la critica letteraria Carla
Benedetti – era uno scrittore che apparteneva a quella corrente letteraria che
va sotto il nome di letteratura
industriale, di cui facevano parte autori come Bianciardi, Volponi, Primo
Levi, Parise ed altri. Infatti il romanzo “Donnarumma
all’assalto” è il libro più conosciuto di Ottieri ( nato a Roma nel 1924 da
genitori toscani e morto a Milano nel 2002), la cui storia ha origine proprio
dalla sua diretta esperienza lavorativa, negli anni ’60, come capo del
personale nella fabbrica Olivetti di Pozzuoli. Ma Ottieri è stato anche
“narratore della psiche” (peraltro lui stesso si sottoponeva a sedute di
psicoterapia), visto che con i suoi libri è riuscito ad indagare in profondità l’animo
umano in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, compresa quella ironica e
burlesca che ritroviamo nel romanzo “Improvvisa la vita”. Il suo antieroe, protagonista
del libro, appare come una contraddizione vivente perché è povero ma è andato a
curarsi in una Casa per miliardari, è comunista ma odia la lotta di classe ed
ha un padre missino, è un letterato
ma non scrive e viene pagato per leggere i libri degli altri, ama le donne ma le
teme e ne ha paura, cerca di vivere ma è ossessionato dalla morte. Credo che un
individuo così non avrebbe sfigurato in un romanzo di Italo Svevo perché
ricorda molto quella tipica figura sveviana che è l’inetto. Ed infatti, così come Zeno Cosini o Emilio Brentani risultano
affetti da quella evidente incapacità di vivere appieno la propria esistenza,
subendo gli eventi anziché dominarli, anche il personaggio che esce dalla penna
di Ottieri tende a vivere più con la fantasia che nella realtà. Oppresso dalla
sue frustrazioni, pieno di inibizioni e di insoddisfazioni, timido e impacciato
per natura, il nostro Alberto è portato ad isolarsi e a dare tutte le responsabilità
dei suoi fallimenti a quella sua maledetta pancia. Insomma, lui soggiace a quel
condizionamento fisico anche se il suo vero problema è che ha difficoltà ad intrattenere normali rapporti
con gli altri ed in particolare con il sesso femminile. Ama le donne, sente
forte il richiamo del loro fascino, vorrebbe intraprendere una giusta ed
appagante relazione sentimentale, tuttavia quando si ritrova a dover dare il
meglio di sé, si blocca in maniera imbarazzante. E l’autore, anziché soccorrerlo
ed assisterlo per questa sua evidente inadeguatezza, sembra invece volerlo
quasi canzonare e divertirsi beffardamente alle sue spalle. Ma per fortuna c’è
il lettore il quale non può che venire incontro a questo panciuto personaggio –
specchio emblematico dei suoi fallimenti - offrendogli la sua solidarietà e la
sua umana simpatia. Lo scrittore, con una prosa scorrevole, porta avanti un
racconto godibilissimo, dominato dal gioco sottile dell’ironia con scenari
narrativi che vanno dal malinconico al grottesco. E con un finale che nessuno
si aspetta.
era la pubblicità di un olio, credo l'olio Sasso!
RispondiEliminaAnche la pancia di Ottieri, se non sognata, è certo metaforica, simbolo di quegli impedimenti materiali che incontriamo nella vita e che è giusto trattare con ironia come fa lui
massimolegnani
Si, l'olio sasso in quel mitico Carosello dal titolo "sonno e risveglio". E già, la pancia...chissà quante volte noi maschietti ci guardiamo allo specchio, con quell'incubo che incombe!!! Ma tu, per fortuna, hai la tua bicicletta.....:-)
EliminaNon ho mai letto Ottieri e quindi non conosco la pancia del suo personaggio romanzesco. Invece conosco molto bene la mia, ma non ho mai pensato di ricorrere a quelle case di cura dove fanno sparire tutto, la pancia e i soldi. E poi, pare, che alle donne un po' di pancia piaccia. O no?
RispondiEliminaDiciamolo: la pancia è più croce che delizia, checché ne pensino le donne. Io poi ho la fortuna di non averne e devo dire che rinuncio, con vero piacere, a quelle donne che invece mi vorrebbero con un "po' di pancia". :) :)
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=P0wS78cgFK4
RispondiEliminaLa pubblicità di cui parli la trovi su you tube, io ho semplicemente inserito la frase da te riportata "la pancia non c'è più".
Interessante questo scrittore di cui non conosco nulla, interessanti questi personaggi che si nascondono dietro un pretesto per la paura di vivere.
La pubblicità dell'olio Sasso e la conosco molto bene: era il tempo di "Carosello". Si, l'autore è interessante, peccato che faccia ormai parte di quella lunga lista di scrittori dimenticati
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