Chesil Beach è un romanzo di Ian McEwan, uno scrittore inglese che gode
di molta popolarità anche in Italia. Lo regalai, tempo fa, ad una mia collega
che lo apprezzò moltissimo. Devo dire che, per evitare brutte sorprese, difficilmente
regalo un libro che io non abbia già letto. Ho la presunzione di pensare che se
quel tale romanzo mi è piaciuto, possa interessare anche alla persona cui è
diretto, conoscendo un po’ le curiosità culturali della stessa. D’altra parte,
sarebbe come consigliare ad un amico la visione di un film, senza averlo visto,
o elogiare la prelibatezza di un piatto culinario, senza prima averlo
assaggiato. Chesil Beach è un piccolo gioiello della letteratura dei nostri
tempi (anche se il titolo lo trovo brutto), perché attraverso una prosa leggera
e piacevole - nonostante un finale alquanto triste - sa coinvolgere
emotivamente il lettore, con descrizioni acute e dettagliate dell’animo dei suoi
personaggi.
Non tutti gli scrittori sono capaci di descrivere l’amore e il dramma di
una vicenda sentimentale che vede protagonisti - nell’arco di tempo di poche
ore, in un antiquato hotel vicino alla spiaggia di ciottoli di Chesil Beach -
due giovani sposi digiuni di esperienze sessuali, nell’Inghilterra degli anni
sessanta. Ebbene McEwan, con uno stile personalissimo, è riuscito perfettamente
a raccontare questa storia che è insieme un contenitore di tensioni emotive e
di aspettative erotiche. Ma è anche la vicenda di una breve e fallimentare
esperienza amorosa, vissuta con apprensione dai due giovani protagonisti, prima
di coricarsi sul letto a baldacchino e consumare la loro prima notte di
matrimonio.
Un libro godibile che affronta il tema, sempre molto attuale, dell’incomunicabilità
di coppia, dove l’amore tra gli sposi non riesce a superare le convenzioni
sociali e le aspettative deluse, dove i veri protagonisti sono le parole non
dette e le situazioni non affrontate. E allora dopo il “pasticcio” di quella
prima notte, come lo chiamano entrambi, avvertiamo immediatamente il
precipitare della situazione e ci chiediamo come sia possibile che due
innamorati come Florence ed Edward, legati da un sentimento di amore
fortissimo, possano fermarsi e bloccarsi dinanzi a un banale e spesso
ricorrente “incidente” di percorso.
Ho letto un solo libro di Ian McEwan, "Bambini nel tempo", e sinceramente non mi è piaciuto granché. Al tempo scrissi: McEwan si muove sfiorando sempre le stesse tematiche che si ripetono in vortici perenni: gli adulti che percepiscono il tempo della loro infanzia, il tempo percepito con gli occhi di chi non è più bambino, l’età infantile prolungata e confusa con l’età adulta, il tempo dilatato fino all’infinito per descrivere un incidente d’auto e il tempo-baratro in cui è stata risucchiata la piccola Kate. Le mescolanze possibili sono davvero molte e lo scrittore inglese sembra volerle esplorare tutte. Ci riesce anche se, spesso, diventa prolisso e quasi monotono.
RispondiEliminaI giudizi, su quello che leggiamo, sono sempre soggettivi. Considero interessante quello che hai scritto su McEwan, anche se il libro dello scrittore inglese che tu hai letto io non lo conosco. Ripeto, Chesil Beach l'ho trovato piacevole, ma non è detto che in seguito leggerò altri libri di questo autore che fa spesso passerella da Fabio Fazio a Che tempo che fa
RispondiEliminada qualche tempo (e Chesil beach forse è stato il primo in questo senso) McEwan mi dà l'idea di essere artificioso, poco spontaneo, come non fosse spinto dal desiderio di essere comunicativo quanto stupefacente, ma con uno stupore studiato a tavolino. Recentemente ho letto "sabato" un suo romanzo sicuramente valido nella trama e nella scrittura, ma rovinato, a mio parere, dallo sfoggio di cultura: è evidente che per scriverlo si è studiato interi tomi di neurochirurgia, quando nessuno pretendeva da lui descrizioni così accurate degli interventi e del post-operatorio.
RispondiEliminaml
Tengo a precisare che McEwan non è certamente il mio scrittore contemporaneo preferito. Ho letto solo questo suo libro il cui valore letterario - vista la roba che c'è in giro – non mi sembra irrilevante. Tuttavia, non so se leggerò in futuro altri suoi libri. Mi è capitato anche di ascoltarlo in una trasmissione televisiva, prima ancora di leggerlo, e mi ha dato l'impressione che lui si senta più intelligente di chi gli sta di fronte in quel momento. Evidentemente questo suo modo di essere lo rimanda nei suoi libri, dove, come mi confermi, fa sfoggio della sua cultura. Grazie per il tuo commento.
EliminaIl suo miglior libro a mio parere rimane espiazione
RispondiEliminaNon l'ho letto e quindi non posso dare alcun giudizio al riguardo.
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