Ho letto il libro di Vittorino Andreoli
“Fuga dal mondo”; questa lettura mi ha confermato che l'autore,
oltre ad essere un grande psichiatra è anche un ottimo scrittore, il quale probabilmente
porta anche nei suoi libri e, quindi, nella finzione letteraria, la sua esperienza
di lavoro, a contatto con la sofferenza e con il mondo della follia.
Io credo che le tematiche esistenziali
trattate da Andreoli in questo libro siano anche le sue ossessioni e, attraverso
questo suo originale romanzo, rappresenta la “sua” interpretazione della
condizione umana intessuta di solitudine….paura….follia…malattia. Le percezioni
che ne ricaviamo, leggendolo, a volte non sono piacevoli, ci fanno male,
in qualche maniera ci feriscono. Sono comunque dentro di noi e l’evocazione che
ne fa lo scrittore attraverso il suo racconto turba la nostra coscienza,
rattrista il nostro animo.
E’ pur vero che non possiamo
considerare un buon libro solo quello che riesce a farci ridere, che ci mette
di buon umore, che parla della bellezza e delle cose piacevoli della
vita…esistono purtroppo anche altri aspetti della nostra esistenza che fanno
riferimento alla tristezza, alla solitudine dell’uomo, alle sue ossessioni,
alle sue paure. E’ come se dicessimo che sono belli solo i quadri che
rappresentano un bel paesaggio, un bel ritratto e non quelli, invece, che
ricordano la vecchiaia, la paura, la solitudine.
Intanto credo che il libro, in
qualche maniera, può anche, “disturbare”, creare disagio, prima di tutto
perché in esso non c’è “amore” nella sua accezione nobile del termine. Non
contiene quell’ottimismo che rende più leggera la vita e più sopportabile il
dolore.
Può disturbare per esempio la nostra
sensibilità quel continuo richiamo alla morte e ai cimiteri e poi… quella casa
a forma di “Cubo” che il protagonista si fa costruire sull’orlo di un
precipizio, simbolo delle distanze che vuole mantenere con il mondo intero,
simbolo di solitudine e di incomunicabilità. Può disturbare quella sofferenza
che aleggia sul libro, condizione insanabile e immodificabile e quella lunga
disquisizione finale sulla vita e sulla morte.
letto nel dicembre 2009
No, Andreoli proprio non mi attrae.
RispondiEliminaSorrido....effettivamente si presenta un po' male....però scrive bene. Ciao :-)
RispondiEliminaIo, tempo fa, avevo comperato per bisogno di solidarietà, il libro di Andreoli "Lettera a un adolescente". Libro che ho molto apprezzato perchè illuminante, positivo e propositivo.Un Andreoli ricco di speranza che però ben capisce ed affronta il disagio esistenziale di quell'età. Lo consiglierei a chi ha figli adolescenti.
RispondiEliminaHo letto diversi altri libri di Andreoli. Lo considero uno dei grandi testimoni del nostro tempo. Grazie per il commento.
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