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domenica 4 maggio 2014

L'odore della cucina



“Un tempo anch’io ero schiava di alcuni luoghi comuni: l’odor di cucina che non doveva assolutamente varcare l’ambito dei fornelli; e questo spazio – sempre più ristretto – vietato alle persone di un certo rango, che mangiavano scrupolosamente nella sala da pranzo. Sarà perché ho rinunciato a tutti i “ranghi” ma la cosa ora mi sembra una ridicolaggine piccolo borghese.

Il luogo giusto per mangiare è la cucina: il più funzionale e ricco di poesia; dove il cibo non giunge, quasi sterilizzato e sradicato dalla sua preparazione, ma lo si prende direttamente dai forni, dai fornelli, dalla brace; e dove il profumo delle vivande cucinate è l’odore giusto, non vergognoso, ma appetitoso, vitale, pieno di umori e di significati.

E il mangiare, in quest’amalgama di odori e sapori e abilità culinaria, è un porsi in comunione con le cose: la carne dell’animale, passata al fuoco e aromatizzata col rosmarino dell’orto, l’uovo preso dal nido, il frutto colto dall’albero: è tutta materia e vita, al servizio della vita”
Tratto dal libro “Un eremo non è un guscio di lumaca”
di Adriana Zarri

2 commenti:

  1. condivido il brano che riporti.
    ho cucina grande e viva, qui cuciniamo e mangiamo. e se la stufa è accesa il suo borbottio è un accompagnamento.
    massimolegnani

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