Se l’obiettivo di Alessandro
Baricco era quello di disorientare il lettore complicandogli la vita, ebbene io
credo che con il suo ultimo romanzo “La sposa giovane” (pubblicato da
Feltrinelli nel 2015) abbia raggiunto appieno il suo scopo. “Alcuni scrivono
libri – sostiene l’autore – altri li leggono: sa dio chi è nella posizione
migliore per capirci qualcosa”.
Protagonista del romanzo è una
bizzarra e inquietante famiglia benestante i cui membri, il Padre, la Madre, il
Figlio, la Figlia, lo Zio (non ci è dato sapere i loro nomi) vivono arroccati
nella loro ricca dimora di campagna in un luogo non ben precisato. Ci troviamo,
forse, all’inizio dello scorso secolo, ma se la vicenda fosse ambientata ai
nostri giorni, nulla cambierebbe. La storia è tutta incentrata sull’attesa del
Figlio (che si trova in Inghilterra a curare gli affari della propria azienda
tessile) il quale dovrà convogliare a nozze con la Sposa giovane. In questa
lunga attesa (verrà…non verrà…sta arrivando…è un po’ come aspettare Godot o i nemici
nel “Deserto dei tartari”), la vita scorre monotona e abitudinaria orchestrata
abilmente, nei suoi ritmi quotidiani, dal maggiordomo Modesto - l’unico
personaggio ad avere un nome – (ci sarebbe da capire il perché ma non ne vale
la pena). Costui, come un sacerdote, officia e serve in quella casa da circa 60
anni, fedele ad un protocollo “la cui razionalità, ammesso che esistesse,
affondava le sue radici in un passato privo ormai di spiegazioni”. Le stranezze
in questa casa non mancano: innanzitutto non ci sono libri perché i nostri personaggi
“orfani di qualsiasi logica” hanno una grande fiducia nelle cose materiali e
non vedono la necessità di “ricorrere a palliativi”; hanno paura della notte
perché nel corso delle generazioni i vari antenati sono venuti a mancare proprio
nelle ore notturne; sono soliti ricevere i loro ospiti in pigiama, durante le torrenziali
colazioni senza fine e ignorano la successione dei giorni, perché mirano a
“viverne uno solo, perfetto, ripetuto all’infinito”. E nell’attesa del promesso
sposo, la Sposa giovane viene iniziata alla vita e al sesso dal Padre, dalla
Madre, dalla Figlia e dallo Zio. A loro immagine e somiglianza.
Insomma Baricco, con la sua
prosa brillante, con i suoi virtuosismi e le sue invenzioni si diverte a far
scorrere la penna “lontano dalla via maestra” ed a farla “rotolare giù da
improvvise scarpate”. Anche la voce narrante del libro segue le sue strane
logiche passando bruscamente dalla terza alla prima persona e viceversa “con
l’evidente risultato di complicare la vita al lettore”. E durante questi volteggi
lessicali si inserisce spesso anche l’autore – che diventa egli stesso
personaggio del libro - con le sue riflessioni che in qualche maniera toccano
anche la sua sfera privata. In una di queste incursioni il personaggio Baricco
scrive: “…non ho mai pensato che il mestiere di scrivere si possa risolvere nel
confezionare in modo letterario gli affari propri, col penoso stratagemma di
modificare i nomi e talvolta la sequenza dei fatti, quando invece il senso più
giusto di quello che possiamo fare mi è sempre parso mettere tra la nostra vita
e quel che scriviamo una distanza magnifica che, prima prodotta
dall’immaginazione poi colmata dal mestiere e dalla dedizione, ci porta in un
altrove dove risultano mondi, prima inesistenti, in cui quanto c’è di intimamente
nostro, inconfessabilmente nostro, torna ad esistere, ma a noi quasi ignoto, e
toccato dalla grazia di forme delicatissime, come di fossili o farfalle”.
Lo ammetto: Baricco non rientra
tra i miei autori preferiti. Sono troppo
legato alla produzione letteraria del passato e non riesco a leggere il tanto
reclamizzato “successo del momento”, il “bestseller” con i suoi serial killer,
i suoi detective, i suoi commissari, i suoi chef. Tuttavia non posso non
riconoscere la sua grande abilità nella scrittura. Baricco non è un personaggio
dello spettacolo prestato alla letteratura (ce ne sono tanti in giro e grazie
alla loro notorietà gli editori sono disposti a pubblicare qualsiasi inezia
essi scrivano). No. Lui è un vero scrittore che conosce molto bene il mestiere
dello scrittore anche se ci tiene ad essere personaggio televisivo facendo
spettacolo con la letteratura.
Grande orova!!!...e anche tu non hai fatto caso alle quattro parentesi...😁
RispondiElimina??...di parentesi metaforiche Baricco ne apre molte nel libro: è un maestro. Non so tu a quali ti riferisci. Aggiungo una cosa: oltre che scrittore e personaggio televisivo, Baricco, secondo me, è anche bravo come attore: sa recitare se stesso. E poi è Renziano...la cosa più grave! :-)
EliminaPag 140 comunque...puoi curiosare...e risalire..😉
EliminaAhi ahi.. però ho visto che anche molti baricchiani doc non hanno fatto caso al giochino: ad un certo punto Baricco termina un capitolo chiudendolo non con una, ma con quattro parentesi. Il giochino non annunciato è: dove le avrà aperte senza chiuderle e noi non ce ne siamo accorti? Quindi si va a ritroso alla scoperta, e chi è bravo le trova, tanti altri, invece.. neanche si sono accorti della chiusura.. ;)
RispondiEliminaLo ammetto: non sono mai stato bravo a risolvere questi giochini da settimana enigmistica. Visto che tu sei un baricchiano super doc, l'unico a cui non è sfuggita questa performance letteraria, sei pregato di spiegare a noi poveri lettori poco attenti alle acrobazie baricchiane, qual è il fine ultimo dell'aprire e chiudere ste parentesi. :-)).
EliminaConfesso che questo romanzo mi ha affascinato. Non risponde alla logica ne' alla morale, non pretende di spiegare alcunche' dei misteri della vita, ma ti accompagna in una dimensione sognante con una scrittura seducente. Mi hanno solo disturbato solo gli interventi dell'autore, come vedere le mani del burattinaio giusto quando cominciavi a credere che i burattini fossero autonomi.
RispondiEliminamassimolegnani
Eppure c'è chi apprezza gli interventi, o meglio i giochini dell'autore - il "burattinaio" - nel fare autocritica, come se fosse un personaggio del libro (vedi Franco...). A proposito, Carlo, ma tu ti sei accorto di quelle famose parentesi?
Eliminaassolutamente no!ma non sono un baricchiano del livello di Franco :)
EliminaAllora sono in buona compagnia :)
EliminaIl fine di Baricco è stuzzicare curiosità ma anche far in modo che un discorso fili e tenga accesa l'attenzione; se trovo quattro parentesi chiuse consecutivamente posso pensare dapprima ad un errore tipografico (escluso perché Baricco spesso sottolinea la repentina chiusura di quattro parentesi) e poi capire in quale occasione e con quale tecnica siamo sopravvissuti all'apertura di una parentesi senza la relativa, tipo partire in macchina senza aver prima chiuso lo sportello, o cuocere un pollo allo spiedo col forno spalancato.
RispondiEliminaOppure continuare a leggere come se avessimo sotto mano un'anonima Ferrante...
Non ho ancora letto un libro della Ferrante...di Baricco invece ne ho letto più di uno. Parentesi a parte, ci sarà pure un motivo. Comunque grazie per la discussione
EliminaAmmetto di non essere un fan accanito di Baricco e quindi di non aver letto questo suo libro anche se sembra interessante
RispondiEliminaE' un libro certamente originale, spiazzante, di difficile collocazione quanto a genere letterario, che si allontana dalla struttura narrativa tradizionale
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