mercoledì 10 dicembre 2025

"Il bell'Antonio" : quando l'apparenza inganna

 


" Gli amici brutti rispettavano Antonio, e lo avrebbero anche invidiato, e forse odiato, se, indotti e contagiati dalle donne che frequentavano, anch’essi, senza saperlo, non fossero stati innamorati di lui”

 

Io credo che certi fatti tragicomici possano accadere solo in Sicilia e che nessuno, meglio di uno scrittore siciliano, sappia raccontarli con ironia e leggerezza. E’ il caso della storia narrata da Vitaliano Brancati in uno dei suoi romanzi più noti: “Il bell’Antonio”.

Il protagonista del libro è un giovane rampollo della borghesia siciliana (Antonio Magnano), un giovane talmente bello e impossibile da penetrare nei desideri e nella fantasia erotica di tutte le donne che incontra lungo via Etnea, l’arteria principale di Catania. Costui ha fama di grande seduttore, al quale vengono attribuite conquiste femminili a ripetizione; è invidiato dagli uomini, che lo vedono inimitabile e irraggiungibile, e corteggiato dalle donne che se lo mangiano vivo con gli occhi. Naturalmente non può che essere il vanto di un padre  maschilista (don Alfio) che considera il “gallismo” un valore assoluto, la sua filosofia di vita, il suo “modo di essere siciliano”. Ad impalmare il “bell’Antonio” è una ricca e bellissimna ereditiera (Barbara), naturalmente scelta dal padre, figlia di un rispettabilissimo notaio “ritenuto l’uomo più serio ed equilibrato della città”. Tutto sembra filare liscio, come in una favola, ma il dramma è dietro l’angolo.

E allora provate ad immaginare cosa può succedere in un simile contesto socio-familiare - dominato dal mito del maschio siciliano – quando la famiglia e tutta la gente del contado viene a sapere che il “bell’Antonio”, il tombeur des femmes, è un impotente e che sua moglie, dopo tre anni di matrimonio è tale e quale come è uscita dalla sua casa paterna.

Comicità e tragedia, ironia e scherno, commedia e farsa si mescolano in questo romanzo incentrato sul malessere esistenziale di un uomo condizionato da convenzioni sociali e pregiudizi, metafora di una società che probabilmente non esiste più ma che Brancati, grazie alla sua straordinaria capacità affabulatoria, riesce a far vivere per sempre.


8 commenti:

  1. Non ho letto il libro, ma ho visto il film con Mastroianni e Claudia Cardinale, tratto dal romasnzo di Brancati. Il gallismo era il segno distintivo del maschio italiano. Credo che oggi sia completamente scomparso.
    Fra.

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    1. Io il film non l'ho visto. Più che scomparso, il "gallismo", nella realtà contemporanea, è sfumato in forme meno standardizzate e appariscenti. Tuttavia, l'eredità satirica che ci ha lasciato Brancati con la sua letteratura è fondamentale, per capire certi atteggiamenti esagerati e vanitosi dell'identità dei maschi siciliani

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  2. Mah...non so quanto e come sia del tutto scomparso il gallismo siculo. in certe sere smaltate di primavera o d'estate vedo ancora frotte di masculi più o meno giovani che stazionano davanti al bar Savia o Spinella al solo scopo di guardare i fimmini e a parlare di loro...magari inventandosi storie incredibili- Io stesso una trentina di anni fa mi feci a passo lento quasi tutta via Etnea dal Borgo all'Università dietro il sedere ipnotico di una giovane donna ma non ero solo, si era formata una certa fila. Cosa da non credere tutti dietro lento pede per potersi godere lo spettacolo. Seppi più tardi che lei era Rosa Fumetto la star del Crazy Horse parigino. Brancati ne avrebbe scritto e magari amaramente sorriso.

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    1. Mi hai fatto sorridere, Enzo. "Guardare i fimmini" non è vietato...e poi - diciamocelo - a una certa età ci riesce meglio leggere i libri di Brancati :)
      Stammi bene!

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  3. Gallismo è propriamente un termine coniato dallo stesso Brancati per descrivere l'uomo seduttore del contesto siculo di una certa epoca ,non lo sapevo .Ma forse lo stesso significato assume a Napoli o sciupafémmine ,per descrivere le stesse caratteristiche e sicuramente in altri posti soprattutto del sud ne esistevano altri di termini che hanno comune senso .

    Oggi purtroppo si è accentuata un'altra forma di malessere sociale che vede protagonisti "uomini",differente e nociva da quella ironica e satirica dello stesso autore.
    Buona giornata:)

    L.

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    1. Si, gallismo deriva da gallo, un termine coniato da Brancati che allude al comportamento vanitoso e arrogante dei maschi, paragonabile a quello dei galli nei pollai. E' la caratteristica dei suoi personaggi letterari. E, forse, le tematiche che troviamo nei suoi libri riflettono anche le sue ossessioni, le sue inquietudini, perchè in ogni opera letteraria c'è quasi sempre il suo autore.
      Ciao L. e buona serata-

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  4. Ho amato I piaceri di Brancati, quasi scuola di vita di una giovinezza curiosa e instancabile..

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    1. Ho scoperto Brancati durante gli anni scolastici...e continuo a leggerlo.

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