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sabato 15 settembre 2018

Baricco e "La sposa giovane"



Se l’obiettivo di Alessandro Baricco era quello di disorientare il lettore complicandogli la vita, ebbene io credo che con il suo ultimo romanzo “La sposa giovane” (pubblicato da Feltrinelli nel 2015) abbia raggiunto appieno il suo scopo. “Alcuni scrivono libri – sostiene l’autore – altri li leggono: sa dio chi è nella posizione migliore per capirci qualcosa”.
Protagonista del romanzo è una bizzarra e inquietante famiglia benestante i cui membri, il Padre, la Madre, il Figlio, la Figlia, lo Zio (non ci è dato sapere i loro nomi) vivono arroccati nella loro ricca dimora di campagna in un luogo non ben precisato. Ci troviamo, forse, all’inizio dello scorso secolo, ma se la vicenda fosse ambientata ai nostri giorni, nulla cambierebbe. La storia è tutta incentrata sull’attesa del Figlio (che si trova in Inghilterra a curare gli affari della propria azienda tessile) il quale dovrà convogliare a nozze con la Sposa giovane. In questa lunga attesa (verrà…non verrà…sta arrivando…è un po’ come aspettare Godot o i nemici nel “Deserto dei tartari”), la vita scorre monotona e abitudinaria orchestrata abilmente, nei suoi ritmi quotidiani, dal maggiordomo Modesto - l’unico personaggio ad avere un nome – (ci sarebbe da capire il perché ma non ne vale la pena). Costui, come un sacerdote, officia e serve in quella casa da circa 60 anni, fedele ad un protocollo “la cui razionalità, ammesso che esistesse, affondava le sue radici in un passato privo ormai di spiegazioni”. Le stranezze in questa casa non mancano: innanzitutto non ci sono libri perché i nostri personaggi “orfani di qualsiasi logica” hanno una grande fiducia nelle cose materiali e non vedono la necessità di “ricorrere a palliativi”; hanno paura della notte perché nel corso delle generazioni i vari antenati sono venuti a mancare proprio nelle ore notturne; sono soliti ricevere i loro ospiti in pigiama, durante le torrenziali colazioni senza fine e ignorano la successione dei giorni, perché mirano a “viverne uno solo, perfetto, ripetuto all’infinito”. E nell’attesa del promesso sposo, la Sposa giovane viene iniziata alla vita e al sesso dal Padre, dalla Madre, dalla Figlia e dallo Zio. A loro immagine e somiglianza.

Insomma Baricco, con la sua prosa brillante, con i suoi virtuosismi e le sue invenzioni si diverte a far scorrere la penna “lontano dalla via maestra” ed a farla “rotolare giù da improvvise scarpate”. Anche la voce narrante del libro segue le sue strane logiche passando bruscamente dalla terza alla prima persona e viceversa “con l’evidente risultato di complicare la vita al lettore”. E durante questi volteggi lessicali si inserisce spesso anche l’autore – che diventa egli stesso personaggio del libro - con le sue riflessioni che in qualche maniera toccano anche la sua sfera privata. In una di queste incursioni il personaggio Baricco scrive: “…non ho mai pensato che il mestiere di scrivere si possa risolvere nel confezionare in modo letterario gli affari propri, col penoso stratagemma di modificare i nomi e talvolta la sequenza dei fatti, quando invece il senso più giusto di quello che possiamo fare mi è sempre parso mettere tra la nostra vita e quel che scriviamo una distanza magnifica che, prima prodotta dall’immaginazione poi colmata dal mestiere e dalla dedizione, ci porta in un altrove dove risultano mondi, prima inesistenti, in cui quanto c’è di intimamente nostro, inconfessabilmente nostro, torna ad esistere, ma a noi quasi ignoto, e toccato dalla grazia di forme delicatissime, come di fossili o farfalle”.

Lo ammetto: Baricco non rientra tra i miei autori preferiti. Sono troppo legato alla produzione letteraria del passato e non riesco a leggere il tanto reclamizzato “successo del momento”, il “bestseller” con i suoi serial killer, i suoi detective, i suoi commissari, i suoi chef. Tuttavia non posso non riconoscere la sua grande abilità nella scrittura. Baricco non è un personaggio dello spettacolo prestato alla letteratura (ce ne sono tanti in giro e grazie alla loro notorietà gli editori sono disposti a pubblicare qualsiasi inezia essi scrivano). No. Lui è un vero scrittore che conosce molto bene il mestiere dello scrittore anche se ci tiene ad essere personaggio televisivo facendo spettacolo con la letteratura.

13 commenti:

  1. Grande orova!!!...e anche tu non hai fatto caso alle quattro parentesi...😁

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    1. ??...di parentesi metaforiche Baricco ne apre molte nel libro: è un maestro. Non so tu a quali ti riferisci. Aggiungo una cosa: oltre che scrittore e personaggio televisivo, Baricco, secondo me, è anche bravo come attore: sa recitare se stesso. E poi è Renziano...la cosa più grave! :-)

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    2. Pag 140 comunque...puoi curiosare...e risalire..😉

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  2. Ahi ahi.. però ho visto che anche molti baricchiani doc non hanno fatto caso al giochino: ad un certo punto Baricco termina un capitolo chiudendolo non con una, ma con quattro parentesi. Il giochino non annunciato è: dove le avrà aperte senza chiuderle e noi non ce ne siamo accorti? Quindi si va a ritroso alla scoperta, e chi è bravo le trova, tanti altri, invece.. neanche si sono accorti della chiusura.. ;)

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    1. Lo ammetto: non sono mai stato bravo a risolvere questi giochini da settimana enigmistica. Visto che tu sei un baricchiano super doc, l'unico a cui non è sfuggita questa performance letteraria, sei pregato di spiegare a noi poveri lettori poco attenti alle acrobazie baricchiane, qual è il fine ultimo dell'aprire e chiudere ste parentesi. :-)).

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  3. Confesso che questo romanzo mi ha affascinato. Non risponde alla logica ne' alla morale, non pretende di spiegare alcunche' dei misteri della vita, ma ti accompagna in una dimensione sognante con una scrittura seducente. Mi hanno solo disturbato solo gli interventi dell'autore, come vedere le mani del burattinaio giusto quando cominciavi a credere che i burattini fossero autonomi.
    massimolegnani

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    1. Eppure c'è chi apprezza gli interventi, o meglio i giochini dell'autore - il "burattinaio" - nel fare autocritica, come se fosse un personaggio del libro (vedi Franco...). A proposito, Carlo, ma tu ti sei accorto di quelle famose parentesi?

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    2. assolutamente no!ma non sono un baricchiano del livello di Franco :)

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    3. Allora sono in buona compagnia :)

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  4. Il fine di Baricco è stuzzicare curiosità ma anche far in modo che un discorso fili e tenga accesa l'attenzione; se trovo quattro parentesi chiuse consecutivamente posso pensare dapprima ad un errore tipografico (escluso perché Baricco spesso sottolinea la repentina chiusura di quattro parentesi) e poi capire in quale occasione e con quale tecnica siamo sopravvissuti all'apertura di una parentesi senza la relativa, tipo partire in macchina senza aver prima chiuso lo sportello, o cuocere un pollo allo spiedo col forno spalancato.
    Oppure continuare a leggere come se avessimo sotto mano un'anonima Ferrante...

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    1. Non ho ancora letto un libro della Ferrante...di Baricco invece ne ho letto più di uno. Parentesi a parte, ci sarà pure un motivo. Comunque grazie per la discussione

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  5. Ammetto di non essere un fan accanito di Baricco e quindi di non aver letto questo suo libro anche se sembra interessante

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    1. E' un libro certamente originale, spiazzante, di difficile collocazione quanto a genere letterario, che si allontana dalla struttura narrativa tradizionale

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