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giovedì 13 settembre 2018

Addio a Guido Ceronetti



Dopo Gillo Dorfles, morto a 107 anni qualche mese fa, se n’è andato per sempre un altro “grande vecchio”  della nostra cultura: Guido Ceronetti, scrittore, poeta, saggista e tante altre cose. Aveva 91 anni e da tempo, ormai, viveva come un eremita in un piccolo borgo in provincia di Siena, Cetona.
Era un personaggio schivo, che non amava i riflettori, senza peli sulla lingua, sempre disorientante e catastrofico, raffinato e pungente. La sua libertà di pensiero, che a volte sfociava nell’ irriverenza, faceva storcere il naso a tante persone. Usava la penna come fosse una frusta, tanto da apparire razzista, provocatorio, antipatico. Scrisse in un suo famoso libro “Un viaggio in Italia” che il popolo italiano “dopo tanta storia, è più che mai rincretinito…non c’è un vero cittadino in queste città, come non c’è un vero spirituale in questo paese cristiano”.

4 commenti:

  1. non sapevo della sua morte.
    personaggio particolare nel panorama letterario italiano, meno apprezzato di quel che meritava.
    proprio tu mesi fa mi avevi indotto a leggere il suo viaggio in Italia. lettura non semplice ma ricca di riflessioni e provocazioni.
    massimolegnani

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    1. L'informazione è affaccendata in tutt'altre faccende...e poi Ceronetti non era un uomo televisivo... non faceva audience. Interessava poco da vivo, figuriamoci da morto. E poi: non era un cuoco...non era un personaggio alla Fabrizio Corona! Scriveva solo dei libri.

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  2. Un autore schivo come hai giustamente scritto tu ma anche graffiante, pungente e per questo per molti difficile da accettare prima ancora che capire.

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    1. Se non sei allineato e coperto, caro Daniele, in questo paese vieni subito emarginato.

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