Cerca nel blog

venerdì 20 gennaio 2017

Moll Flanders: la si ama o la si detesta



Causa della mia rovina fu la mia vanità

La notorietà dello scrittore inglese Daniel Defoe (1660 – 1731) è legata essenzialmente al grande successo del suo primo romanzo: “Le avventure di Robinson Crusoe”, pubblicato nel 1718, tra i libri più amati e più letti di tutti i tempi. Intere generazioni sono cresciute con le avventure di questo straordinario personaggio naufragato su un’isola deserta, autentico eroe universale della letteratura che ha fatto sognare grandi e piccoli, “il mito più appariscente e indimenticabile della solitudine di ciascuno”, come ebbe a scrivere Cesare Pavese.

Ma c’è un altro personaggio uscito dalla fervida penna di Defoe che – pur non godendo della fama del suo eroe più noto – riesce, tuttavia, a far discutere generando nell’animo del lettore sentimenti sempre contrastanti: è un personaggio femminile e risponde al nome di Moll Flanders, un’astuta e tenace prostituta (ma non solo), che dà il titolo al secondo romanzo dello scrittore britannico, pubblicato nel 1721. E’ una sorta di eroina che vive pericolosamente la sua vita adattandosi a qualsiasi situazione, una protagonista che appare quasi inverosimile e che - in qualche maniera - incarna la figura femminile libera e indipendente, dotata di vizi (tanti) e virtù (poche). Per inquadrarla, provate ad immaginare questa donna nell’Inghilterra del ‘700, nata in un carcere da una famigerata ladra condannata a morte, dotata di una riserva illimitata di vanità, di bellezza, di orgoglio, di intelligenza e di egoismo, “ma una ben piccola riserva di virtù”, che si infila con estrema facilità nel letto di chi può darle ricchezza e posizione sociale, che passa con disinvoltura – e sempre per motivi di opportunità - da un ruolo sociale all’altro e si adatta, di volta in volta, a fare “la puttana”, quindi l’amante e poi la moglie e la madre sposandosi 5/6 volte (alla fine si perde il conto), una delle quali con il fratello da cui ha un paio di figli e altri ne fa con i rimanenti mariti, per diventare, poi, ladra e finire in galera come sua madre. Senza contare le volte in cui i ruoli si confondono e si fondono. E allora, di fronte a queste bizzarre e ingarbugliate situazioni, a volte si fatica nel riconoscere la puttana dall’amante, la moglie fedele dalla fedifraga, l’onesta dalla ladra. Questa è Moll Flanders: una donna senza scrupoli, cinica, avida, arrampicatrice sociale, ambigua e contraddittoria, infida e inquieta.
 
E’ un libro che ci spinge a riflettere sulla vanità delle ambizioni umane e, soprattutto, sul desiderio e sull’insaziabile avidità di denaro che rappresentano, in maniera crudele, le radici di tutti i mali. Devo dire che ho faticato un po’ a leggerlo, tant’è che più volte sono stato tentato dall’idea di abbandonare la sua lettura, nonostante la forza persuasiva dello stile letterario spingesse nella direzione opposta. Alla fine ce l’ho fatta, ma lo confesso: Moll Flanders è un personaggio che non mi piace. E penso che se a scrivere il libro fosse stata una donna anziché il padre nobile del romanzo inglese, probabilmente ne sarebbe uscita una figura femminile diversa. Forse più credibile. Quando un uomo decide di mettersi nei panni di una donna, fosse anche un grande scrittore, il rischio che lui possa dipingere, nella finzione letteraria, un ritratto poco attendibile è davvero molto elevato. Nel bene e nel male. In questi casi gioca un ruolo fondamentale la diversa sensibilità che caratterizza il comportamento dell’uomo rispetto a quello della donna, non solo sul piano fisico ma anche su quello psicologico.

4 commenti:

  1. l'ho letto tantissimo tempo fa e nonostante l'iperbole delle sue avventure (da imputare al suo autore più che a lei) ero portato a vedere Moll con indulgenza, le difficoltà dalla nascita all'infanzia giustificavano ai miei occhi ogni successivo comportamento immorale.
    un saluto
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Va bene l'indulgenza, alla fine però resta il personaggio poco raccomandabile che genera, comunque, sentimenti contrastanti. Un saluto a te, Carlo

      Elimina