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lunedì 15 febbraio 2016

Sommersi dalle cicche di sigarette



Non fumo. E con questo non voglio affermare che io sia un uomo virtuoso e chi, invece, si concede il piacere del tabacco sia un vizioso. Della propria vita ognuno fa quel che vuole. C’è chi si fuma tre pacchetti di sigarette al giorno; c’è chi mangia solo hamburger e patatine fritte al McDodald’s; c’è chi considera Verdini e la Boschi i nuovi padri della patria: insomma, ognuno ha le sue piccole o grandi perversioni. E delle perversioni degli altri non me ne frega niente: mi bastano le mie. Ma se quel fumatore di prima - mettiamo che si trovi alla fermata dell’autobus - butta per terra, tra i miei piedi, i resti della sua sigaretta fumata nervosamente (il fumatore è sempre nervoso), dopo averla spenta con vigore sotto la punta della scarpa, fregandosene di chi gli sta intorno, fregandosene della pulizia della strada, fregandosene della qualità dell’ambiente circostante, fregandosene dei tombini ormai intasati, ebbene quella sua “innocua” perversione diventa pura maleducazione ed il suo comportamento incivile diviene, per me, insopportabile.  Io dico: tu vuoi continuare a fumare, a dispetto di quella funerea scritta “il fumo uccide” riportata sul pacchetto di sigarette? Bene, sei padrone di farlo, però la cicca te la devi ficcare da qualche parte (preferisco non dirti dove…lascio a te la scelta), non puoi buttarla dove capita. Devi sapere – mio caro fumatore - che le centinaia di migliaia di cicche che “abbelliscono” i marciapiedi delle nostre città, che riempiono le aiuole, che si depositano tra le grate dei tombini, che “decorano” i binari delle stazioni, che concimano i vasi dei fiori antistanti i portoni d’ingresso, che abbondano in maniera impressionante davanti a qualsiasi locale pubblico (bar, cinema, ristoranti, negozi, centri commerciali…), oltre a costituire uno spettacolo indecente e schifoso per il decoro urbano, hanno conseguenze negative in termini di inquinamento ambientale. Basti pensare che un mozzicone di sigaretta, incautamente abbandonato nell’ambiente, si decompone dopo 3 / 4 anni (in determinate condizioni possono essere diverse decine), e contiene notevoli quantità di sostanze inquinanti come nicotina, arsenico, catrame, ammoniaca ecc. E secondo i dati di alcuni studi ogni giorno, su scala globale, ne vengono dispersi nell’ambiente più di dieci miliardi. Mi viene quasi da pensare che il fumo produca meno danni di quanti ne possano causare le cicche. Siamo talmente abituati a respirare monossido di carbonio nei nostri centri abitati che i veleni provenienti dal fumo di una sigaretta certamente non aumentano, più di tanto, le probabilità di malattie polmonari. E’ quel tappeto di mozziconi di sigarette che invade ogni luogo, il vero pericolo per l’uomo e per la natura.
I fumatori sulla spiaggia, poi, costituiscono un caso a parte, meritano un discorso più approfondito: andrebbero studiati dal punto di vista antropologico. Costoro, secondo me, si dividono in quattro diverse tipologie. Alla prima, appartengono  quei fumatori che nascondono le cicche sotto la sabbia: evidentemente ci tengono molto alla pulizia dello stabilimento balneare e non sopporterebbero l’idea di vederle in giro. E’ un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto. Subito dopo, troviamo coloro che preferiscono invece infilarle, a raggiera, sempre nella sabbia a mò di ciliegine sulla torta, con il filtro bene in vista, come per dire: guardate quante ne ho fumate oggi. Seguono, a ruota, quelli che le raccolgono in un bicchiere di plastica pieno d’acqua, come se fossero telline appena pescate: sono convinti di fare la raccolta differenziata, salvo poi lasciare lì sulla spiaggia il bicchiere con il suo prezioso contenuto. Ci sono, infine, quelli che i mozziconi di sigaretta li lanciano con grande divertimento direttamente a mare, usando come base di lancio una leggera frizione tra l’indice e il pollice; questi bravissimi lanciatori di cicche di solito stazionano nelle prime file degli ombrelloni: avrebbero serie difficoltà se si trovassero più indietro.
 
E il povero bagnante che si appresta a trascorrere una giornata al mare, se non vuole stendersi su un tappeto di “bionde”, di tutte le misure e di tutte le marche (le più caratteristiche sono quelle orlate di rossetto, gentile e sensuale impronta delle labbra di chi l’ha fumate), è costretto a bonificare il terreno e a dissotterrare non solo il lascito dei fumatori, ma tutte le altre porcherie che vengono nascoste sotto la sabbia da quei cafoni che seguitiamo a chiamare cittadini.

15 commenti:

  1. Sai, avrei voluto scrivere anche io un post sui fumatori. Certo, il mio post sarebbe stato un decimo del tuo... sorrido.
    Ma il senso sarebbe stato lo stesso.
    Non amo affatto i fumatori. E non lo nascondo: li rimprovero (quelli che conosco) perché sporcano, perché non danno un odore gradevole e perché sono prepotenti.

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    1. I fumatori che buttano le cicche per strada sono incivili e maleducati. Tutti. Spero che prima o poi lo capiscano: ma sarà dura.

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  2. sottoscrivo in pieno questo tuo brillantissimo post, lasciami aggiungere una categoria altrettanto irritante, i fumatori automobilisti che svuotano il posacenere dell'auto, ovviamente pieno, nei parcheggi e sul marciapiede.

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    1. E poi ci sono i fumatori da ristorante: una sigaretta tra un piatto e l'altro. Quando si poteva fumare in sala, la spegnevano direttamente nel piatto o nella tazzina del caffè: una vera sciccheria. Oggi invece sono costretti a spegnerla nei vasi dei fiori antistanti il locale...

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  3. per carità, parole sacrosante, ironiche e pungenti. Da fumatore riconosco che siamo abbastanza incivili (solo da poco giro con un pacchetto vuoto in tasca per riporvi i mozziconi), giuste le proibizioni di fumo nei luoghi pubblici e le scritte minacciose sui pacchetti. Mi aspetterei però altrettanta severità nei confronti di altri vizi, tipo "il vino fa male" sulle bottiglie di Brunello o "la velocità uccide" a caratteri cubitali sulla fiancate delle auto nuove di fabbrica. Te lo immagini?
    ml

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    1. Finalmente qualcuno che ammette le proprie responsabilità...e poi sono d'accordo con te sulla "velocità che uccide". Non credo che il vino faccia male: a meno che uno non abbia il vizio di ubriacarsi tutti i giorni :-)

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  4. ..fossero solo le cicche Remigio caro.. delude e mortifica il senso di maleducazione dilagante.. dai ragazzi agli adulti.. nessuno escluso.. inizia a mancare l'ABC del senso civico, a iniziare dai semplici "grazie" o "mi scusi".. siamo in discesa libera.. c'è quasi da ringraziare che certa gentaglia non te la tiri addosso la cicca...

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  5. Sono d'accordo con te, caro Franco. La verità è che se cominciamo ad elencare tutte le azioni maleducate che dobbiamo subire, non se ne esce più. Le cicche rappresentano comunque un problema (lieve o grave che sia) e chi vive in una grande città lo può verificare: basta guardarsi in giro. Eppure io credo che ci vuole poco per risolvere il problema: 1) non fumare (fa anche bene alla salute); 2° munirsi di un'apposita scatoletta porta cicche (da vendersi presso i tabaccai...). Ma tu sai bene che le cose semplici, le buone abitudini nel nostro paese non attecchiscono...

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  6. Una bella tirata d'orecchie per i fumatori e per la loro scarsa civiltà. Ora, per fortuna, in giro, all'uscita dei bar o dei cinema, compaiono dei portacenere dove buttare le cicche.
    Spero che questo contribuisca a migliorare la situazione.
    Nicola

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  7. Me lo auguro, Nicola, perché quel tappeto di cicche che si vede all'uscita dei locali pubblici è davvero indecente. Grazie per la visita.

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  8. Vogliamo parlare delle bottiglie vuote lasciate ai bordo delle strade, sui muretti, sul marciapiede?

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    1. ...dei frigoriferi abbandonati per strada, delle cacche dei cani sui marciapiedi, delle scritte sui muri e sui monumenti....parliamone. Ma ricordiamoci di non buttare per terra le cicche. :-)

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