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venerdì 4 aprile 2014

Libri per sempre



Ci sono libri che restano scolpiti per sempre nella memoria. Sono quei libri che non finiscono mai di sorprendere e ogni qual volta vengono sfogliati, hanno sempre la capacità di attrarre l’attenzione come la prima volta. Sono quelli destinati a durare nei pensieri, oltreché sugli scaffali della libreria, rispetto ad altri che invece vengono consumati velocemente e poi si dimenticano. Libri che vanno letti e riletti, a distanza di tempo, per coglierne la vera essenza, per trovare in essi ciò che la prima volta non abbiamo afferrato o ci è sfuggito.

E’ chiaro che ognuno di noi ha i suoi preferiti, tra quelli letti fino ad ora, naturalmente. Escludendo volutamente alcuni grandi libri scolastici (la scuola, a volte, te li fa odiare), se io dovessi sceglierne solo 25 da portare, come si suol dire, su un’isola deserta, questi sarebbero i miei eletti (l’ordine è puramente casuale):

 
Henry Thoreau - Wallden, la vita nei boschi - per abbracciare la natura e vivere l’esperienza della solitudine gioiosa

Ernst Gombrich - La storia dell’arte - per conoscere la bellezza

Carlo Collodi - Le avventure di Pinocchio - per ritornare bambino

Miguel de Cervantes - Don Chisciotte della Mancia - per viaggiare in un mondo fantastico e visionario

Michel de Montaigne - Saggi  - per esplorare i recessi più reconditi dell’animo umano

Federico de Roberto    I Vicerè - per toccare con mano l’avidità, la sete di potere, la meschinità e gli odi che a volte si annidano tra i componenti di una famiglia

F. Dostoevskij - Delitto e castigo per poter immaginare un delitto e vivere il tormento e l’angoscia

Sandor Marai   - Le braci - per tenere accesa una passione

E. da Rotterdam - Elogio della follia - per conoscere le virtù della pazzia, a volte condizione essenziale per essere felici

Anna Frank -   Diario - per piangere

W. Goethe - Viaggio in Italia - per viaggiare senza partire

Ivan Goncarov – Oblomov -  per non avere fretta e alimentare l’ozio

Antonio Gramsci - Lettere dal carcere - per onorare la scrittura come forma di sopravvivenza e di libertà

Kazuo Ishiguro - Quel che resta del giorno - per non avere rimpianti

Primo Levi - Se questo è un uomo - per non dimenticare la cattiveria insita nell’uomo

Alberto Moravia - Gli indifferenti - per riflettere sulla meschinità e l’ipocrisia delle persone

Fernando Pessoa - Il libro dell’inquietudine - per cercare l’equilibrio perduto

Luigi Pirandello - Il fu Mattia Pascal - per quell’oscuro desiderio di vivere due esistenze

J. D. Salinger - Il giovane Holden - per cavalcare le ribellioni adolescenziali

Melville - Bartleby lo scrivano - per dire no all’iperattivismo del mondo del lavoro

Seneca - Lettere a Lucilio - per allontanarmi dalle miserie umane

Italo Svevo - La coscienza di Zeno - per scrutare quel senso di inadeguatezza che a volte mi assale

Alberto Vigevani - Estate al lago - per osservare l’adolescenza, età in cui subentrano sentimenti mai sperimentati prima

Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira - per rafforzare la libertà di pensiero

Tomasi di Lampedusa  - Il Gattopardo - per comprendere come in questa nostra società tutto cambia affinché nulla cambi

 

2 commenti:

  1. Caro Pino,

    nel leggere questa tua riflessione sui libri da portare con sé su un’isola mi sono ricordata che ne avevamo parlato insieme lo scorso anno. Credo di aver conservato il mio elenco da qualche parte, in ogni caso leggendo il tuo elenco ho rilevato di aver letto anche più volte ben 14 dei 25 libri citati. Non pochi non ti sembra? Non sto qui a citarti quali ma magari potrei leggere quelli rimanenti!

    Un caro saluto

    Isabella

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    Risposte
    1. Sono libri importanti e chi ha un po' di familiarità con i libri, non può non averli letti.
      Un saluto

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